La Grande realtà immaginaria, fra supereroi e culture comunitarie

La Grande realtà immaginaria, fra supereroi e culture comunitarie

Partendo dal mainstream, Stefano Bettini ci guida attraverso vicoli periferici del supereroico, invitandoci alla scoperta di come tante comunità usino i supereroi per raccontarsi.

Grande realtà immaginaria, saggio di Stefano Bettini uscito per AgenziaX con licenza Creative Commons, è una guida ricchissima di informazioni, spunti, dati e curiosità sul fumetto supereroico.

Lo sguardo di Bettini – il cui percorso comprende una una tesi di laurea sulle idee della fisica e cosmologia moderne, esperienze di musicista punk e raggamuffin, passando per lo studio del fumetto – si muove fra mainstream e nicchie di genere e fa emergere con grande efficacia il flusso di idee, punti di vista e stili che dalla società scorre verso mondi narrativi di diversa natura.

Il punto importante che il discorso di Bettini fa risaltare è che fra questi mondi narrativi (che possiamo senza forzature considerare come espressioni di identità sociali e culturali) non abbiamo un semplice processo unidirezionale, ma una vera e propria circolazione con feedback. Le idee si spostano da un mondo all’altro, vengono metabolizzate, e trasformate e tornano a circolare, per nutrire nuove storie e imprese editoriali e culturali.

Un modo alternativo per esprimere questo concetto, che mette in risalto la fertilità del supereroico, è il seguente: le più svariate comunità provano e spesso riescono a usare il supereroico come mezzo per esprimere la propria identità; simmetricamente, la necessità di agganciare lettori porta il supereroico mainstream a inglobare le tematiche di attualità.

Ecco quindi che la panoramica di Bettini ci mostra ad esempio come le comunità LGBT e afroamericane abbiano prodotto propri racconti supereroici a circolazione limitata e come queste sollecitazioni siano poi state recepite dalle major. Oppure come i personaggi mainstream statunitensi abbiano nutrito racconti in altri paesi, con culture apparentemente distanti, da Wonder Woman che ispira la filippina Darna ai supereroi dei paesi dell’ex area sovietica che richiamano quelli creati dalla Marvel.

Le modalità di questa circolazione hanno vari risvolti, che vanno dalla diffusione di un immaginario egemone alla adozione e valorizzazione locale di set di valori che i supereroi, in quanto manifestazione di archetipi, riescono evidentemente a trasportare con sé. Con i suoi lunghi elenchi di opere, autori, personaggi, contestualizzati nell’habitat sociale e culturale che li hanno fatti crescere, Grande realtà immaginaria dà quindi anche chiara evidenza del fatto che la figura del supereroe non può essere ridotta a quella di prodotto commerciale.

O meglio, che una simile prospettiva smarrisce la capacità fondamentale della figura supereroica di impersonare, drammatizzare e trasmettere valori1. La forza che quell’idea contiene, infatti, è tale da spingere tantissime comunità a sfruttarla come veicolo dei propri ideali, fosse anche sotto la forma di parodia, come nel caso della lotta contro la repressione della sessualità. In quest’ottica, lo sfruttamento commerciale e i tentativi di appropriazione, testimoniano precisamente quella forza.

La visione di Superman come alfiere del capitalismo e dell’egemonia USA ha generato saggi e parodie. Qui un’immagine di SSuperman e la marxite rossa, tratto da Lotta Continua del 15/10/1975 (fonte: http://fantasyclod.blogspot.it/2013/10/).

Lettura sicuramente piacevole per gli appassionati di supereroico e utile per tutti quelli che ne abbiano una visione “per sentito dire”, Grande realtà immaginaria in alcune parti paga la scelta di accumulare esempi con una minore scorrevolezza, ma l’ampia casistica – per certi temi difficilmente recuperabile, poiché si tratta di opere datate e di scarsissima tiratura – e il gusto dell’aneddoto non smarriscono il filo dei ragionamenti proposti e costituiscono il costante ancoraggio alla realtà sociale che riflettono.

Questa concretezza è parte essenziale della leggerezza della scrittura, che dà spesso conto degli aspetti paradossali di alcuni passaggi della storia del genere supereroico. Così, il racconto di Bettini arricchisce di una sfumatura grottesca le ambiguità e farraginosità dei vari tentativi di adattamento da parte delle major DC e Marvel degli stimoli esterni non conformisti: senza banalizzare eventi, conseguenze e interpretazioni, questo approccio mette in evidenza le tensioni e le forze coinvolte nel processo evolutivo del mainstream, mai lineare né in alcun modo controllato, ma frutto di una serie continua di negoziazioni fra istanze autoriali, sociali e commerciali.

The Unkillable Buck di Black Kirby (fonte: https://crustula.com/2013/02/01/the-daily-nerdgasm-black-kirby/).

Se i capitoli sul femminismo di Wonder Woman e le interpretazioni politiche di Superman affrontano temi classici, dando conto delle diverse posizioni e letture sviluppatesi nei decenni, menzione particolare meritano quelli dedicati al fumetto afroamericano e rastafarian.
Nel primo Bettini, oltre a seguire genesi e vicende dei supereroi afroamericani e della produzione supereroica africana, racconta il flusso di stimoli fra il mondo della musica e il fumetto. Il secondo, molto breve, è una ricerca di potenziali supereroi rastafarian: un divertissement che offre l’occasione per una carrellata su personaggi spesso minori, che Bettini introduce con rapidi tratti e tocchi di garbata ironia.

Infine, ogni capitolo è autonomo e il lettore può quindi scegliere l’ordine di lettura seguendo i propri interessi particolari.

Il saggio di Bettini è infine un valido esempio di divulgazione, intesa come la diffusione di conoscenza al di fuori del territorio in cui questa è già acquisita, siano gli ambiti ristretti dell’Accademia o delle singole comunità culturali. Il valore di una simile impresa sta proprio nell’apertura alla circolazione di idee, che altrimenti resterebbero chiuse e rischierebbero di ridursi a criteri di appartenenza a gruppi specifici (appartieni alla categoria X se conosci “w, y, z”; perché questo sia valido si deve limitare la circolazione della conoscenza di “w, y, z”).

Questa circolazione consente l’arricchimento di chi non appartenga a specifici gruppi; inoltre, da un lato offre visibilità a quei gruppi stessi, innescando un processo di conoscenza che è condizione necessaria per il reciproco riconoscimento; dall’altra consente di costruire il futuro poiché attira nell’orbita di quei gruppi nuovi individui.

Se il primo caso è tipicamente quello di culture diverse (la reciproca ignoranza è la leva di qualsiasi strumentalizzazione), il secondo è quello del mondo della ricerca specialistica: si pensi a quanto nei decenni la divulgazione scientifica ha contribuito ad avvicinare i ragazzi alla scienza, a quanti appassionati lettori di saggi divulgativi sono poi diventati ricercatori o professori, consentendo alla “scienza” stessa di continuare a esistere.

Abbiamo parlato di:
Grande realtà immaginaria
Stefano Bettini
AgenziaX, 2017
333 pagine, bianco e nero, brossurato – 16,00 €
ISBN: 9788898922307


  1. Simili considerazioni possono ovviamente farsi riguardo al fumetto mainstream in generale, dal bonelliano italiano al seriale di tradizione sudamericana. Il ragionamento di Bettini si concentra sul supereroico semplicemente perché il supereroico è il tema centrale del saggio. 

Clicca per commentare

Rispondi

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *