Madness Factory è un collettivo di menti creative fondato nel 2015 da Andrea Stella e Mattia Cavaliere, con base a Torino, specializzato nello sviluppo di contenuti di alta qualità in vari settori dell’intrattenimento, in grado di focalizzarsi nella creazione di prodotti cinematografici e produzioni digitali e che crede fortemente nella collaborazione artistica e nella passione per ogni progetto. È anche attivo nel settore del fumetto (cartaceo e digitale). In base alle diverse situazioni, i clienti possono avvalersi della consulenza dell’intero collettivo o dei singoli membri.
Grey Ladder è una casa di produzione di Torino che sviluppa e produce sia prodotti originali, sia adattamenti tratti da properties di culto, caratterizzati da una forte natura crossmediale, alto potenziale commerciale e appeal di tipo internazionale.
Il loro obiettivo è costruire prodotti innovativi rispetto al panorama produttivo italiano, e applicare sempre un approccio e un registro cinematografico ai lavori, a prescindere dal format e dall’output. Attualmente i vari membri stanno lavorando a numerosi progetti tra cui l’adattamento live action della graphic novel Blatta.
Oscar Celestini è un disegnatore e colorista, spesso sviluppatore di videogiochi indie e app per Android realizzate in pixelart. Ha iniziato a pubblicare nel 2005, con fumetti per adulti con Coniglio Editore, per poi passare a Star Comics e in USA a Moonstone e Zenescope. Come colorista invece è partito dalla Francia con Casterman, LeLombard, Soleil per arrivare negli Stati Uniti dove ha collaborato con importanti realtà come DC, Vertigo e Image per poi tornare in Italia colorando Tex, Dylan Dog e Nathan Never per Sergio Bonelli Editore.
Dal connubio tra Madness Factory, Gray Ladder e Oscar Celestini è nato Paracelso, progetto crossmediale che si sviluppa tra fumetto e web-series.
Salve a tutti e benvenuti su Lo Spazio Bianco.
Come è nata e in quale forma, l’idea di Paracelso?
Andrea Stella (AS): L’idea è nata in modo molto semplice. Io e Mattia Cavaliere, dopo aver creato il collettivo Madness Factory, ci siamo confrontati un po’ su varie idee e alla fine abbiamo proposto il progetto Paracelso a Grey Ladder che ha deciso da subito di supportarci.
Mi sono poi ritirato all’interno di un pozzo circondato da pipistrelli per meditare sulla mia vita senza una particolare ragione. Durante questo momento di riflessione ho imparato che cadiamo per imparare a cadere. Cioè no, in realtà impariamo a rialzarci per imparare a cadere anzi no… scusate volevo farmi il figo citando una frase di Batman Begins ma non ricordo più il dialogo!
Mattia Cavaliere (MC): L’idea di Paracelso è nata quasi all’improvviso. Inizialmente doveva essere un semplice cortometraggio, poi però parlando con Alessandro Regaldo abbiamo trovato i punti di forza di questo progetto e l’abbiamo fatto diventare quello che è ora, una serie crossmediale con un sacco di ingredienti interessanti al suo interno.
Grey Ladder (GL): Nella sua prima incarnazione, Paracelso era un fumetto che ambiva a essere un cortometraggio e un cortometraggio che si presentava con la struttura di un fumetto. La convivenza spontanea di queste due “anime”, derivanti dai rispettivi background dei suoi creatori, rendeva il progetto tanto interessante, quanto poco “focalizzato”. Il nostro ruolo è stato, prima di tutto, quello di aiutare Andrea e Mattia a mettere a fuoco la reale natura del progetto che volevano sviluppare e, quindi, a ragionare produttivamente di conseguenza: quello che inizialmente era un affascinante ma poco equilibrato “ibrido” tra cinema e fumetto, si è ben presto trasformato in un organico progetto crossmediale, in grado di sfruttare con consapevolezza entrambi i media.
Definite Paracelso come serie crossmediale. Come siete arrivati alla decisione di alternare episodi live action e fumetti e, soprattutto, il modo con cui approcciate il lavoro di sceneggiatura di entrambi in che cosa si differenzia?
AS: Abbiamo pensato di puntare al massimo sull’idea di crossmedialità, cercando di proporre al pubblico un progetto innovativo. Nel fumetto posso sbizzarrirmi piazzando praticamente qualsiasi cosa, mentre quando devo scrivere la sceneggiatura cinematografica ovviamente devo stare un po’ più attento perché bisogna fare molta più fatica per realizzare fisicamente le scene. C’è però anche da dire che scrivere una sceneggiatura per un fumetto non è proprio una cosa semplicissima e richiede più tempo rispetto a una sceneggiatura cinematografica. Diciamo che ogni media ha i suoi punti di forza e di debolezza.
Fumetti ed episodi live action saranno interconnessi? Non sarà dunque possibile seguire gli uni a prescindere dagli altri?
MC: Esatto, non si potrà usufruire di uno solo dei media dato che bisognerà seguire prima l’episodio video per poi arrivare alla conclusione della storia tramite il fumetto digitale. Questo metodo di fruizione ha molto seguito nelle produzioni d’oltreoceano, speriamo riesca a diffondersi anche qui in Italia.
AS: Come ha detto Mattia, in Paracelso abbiamo deciso di unire due media diversi per raccontare la stessa storia: in sostanza in questa serie non esiste un media più importante dell’altro. Insieme ad Alessandro Regaldo abbiamo coniato il termine graphic video novel per descriverne al meglio l’essenza.
Oscar Celestini (OC): Unire il pubblico video a quello del fumetto secondo me è un buon modo per avvicinare ancora di più i due mercati.
GL: Paracelso soddisfa la naturale inclinazione trans-mediale del pubblico contemporaneo, invitandolo ad arricchire la propria esperienza narrativa “spostandosi” tra due media, il fumetto e la narrazione episodica sul web, e partecipando attivamente all’evolversi degli eventi della storia.
Avete già un’idea di quanti episodi in totale sarà composto Paracelso, tra live action e fumetto?
MC-AS: Non abbiamo ancora una stima esatta di quanti episodi avrà la serie. Attualmente pensiamo di realizzare circa quattro episodi web più i relativi fumetti, ma dobbiamo ancora decidere vari dettagli e il numero degli episodi potrebbe cambiare.
Quali saranno le piattaforme di pubblicazione della serie?
MC: Le possibili piattaforme di pubblicazione sono due in questo momento. Dal lato video, Cubik TV, una piattaforma in continua espansione che mette a disposizione un sistema di streaming simile a Netflix ma gratuito, che ha dimostrato il suo interesse a distribuire il progetto. Il fumetto invece verrà pubblicato attraverso Novel Comix, una piattaforma online in cui si possono leggere fumetti in formato digitale, sia tramite il loro sito ufficiale sia tramite una comoda applicazione per il cellulare.
AS: Quelli elencati da Mattia sono i canali di distribuzione tradizionali. La serie però verrà anche presentata in anteprima mondiale durante la notte degli Oscar, con una spettacolare introduzione di Steven Allan Spielberg. Non mancate!
Cosa comporta un approccio del genere, con intrecci tra live action e fumetti, che hanno diversi tempi produttivi e diverse possibilità e potenzialità (basti pensare agli effetti speciali, che nel fumetto non hanno limiti)?
MC-AS: Sicuramente è un approccio che va studiato nei minimi dettagli, inusuale qui in Italia. Bisogna dosare con cura tutti gli ingredienti proprio come se dovessimo preparare una pozione alchemica!
Come si sviluppa il rapporto con Oscar Celestini per il fumetto? È presente anche nelle altre fasi di realizzazione del progetto?
AS: Oscar fin da subito si è dimostrato estremamente capace (d’altronde, basta dare un’occhiata al suo curriculum) e disponibile. Anche se per il momento non ha mostrato segni di instabilità mentale, avrò sicuramente occasione di farlo impazzire nel corso del tempo dato che è il disegnatore ufficiale della serie.
Solo quando avrà perso completamente il senno potrò ritenermi soddisfatto!
OC: Mi piacerebbe essere concept artist, aiuto regista, stuntman, truccatore, costumista e mille altre cose! Ok, torno serio. Sono un fumettista, mi limito a disegnare la versione a fumetti della serie. Andrea e Mattia mi hanno insignito, insieme a Grey Ladder, dell’importante ruolo di disegnatore ufficiale del fumetto (rendendomi molto felice dato che da parecchi anni lavoro praticamente solo per il mercato USA e tornare in patria è sempre bellissimo).
Personaggi e ambientazioni sono comuni tra riprese e fumetto? Quanto lavoro c’è per renderle omogenee e riconoscibili?
MC: Il lavoro che c’è dietro alla trasposizione delle scene dal video al fumetto è davvero minuzioso. Per fornire quanti più dettagli possibili a Oscar e dargli la possibilità di riportare le stesse cose che ci sono nella parte video, si è ricorso e si ricorrerà a una libreria di fotografie scattate sul set agli attori, alle location e agli oggetti che fanno parte del mondo di Paracelso. Chi ha visto l’episodio video riuscirà facilmente a riconoscere tutte le ambientazioni e i personaggi presenti nel fumetto.
AS: I personaggi e le ambientazioni sono comuni per tutti e due i media. Puntare al massimo sulla connessione tra cinema e fumetto ci ha anche portato a studiare dettagliatamente alcune inquadrature, capaci di funzionare sia dal vivo che su carta. Già durante il prologo Alba Alchemica è possibile notare la grande interconnessione tra riprese live action e fumetto.
OC: Come hanno detto Mattia e Andrea, il fumetto ripropone le stesse location viste nelle riprese. Per l’episodio pilota, mi hanno fornito il materiale fotografico e io l’ho riportato nelle tavole a fumetti, rendendo così facilmente identificabile l’ambientazione e mantenendola coerente al girato.
Per quanto riguarda i disegni, ti sei ispirato a qualche stile in particolare?
OC: Andrea è stato adorabilmente intelligente ma anche un po’ incosciente dato che mi ha lasciato interpretare i personaggi e tutta la storia in totale libertà stilistica. Incosciente perché è sempre rischioso dar troppa libertà a un artista, dato che i furbetti sono sempre dietro l’angolo. Intelligente invece perché mi ha dato la possibilità di dare il massimo usando tutti gli strumenti che conosco senza impormi forzature o paletti spesso controproducenti. Devo dire che non mi ha mai messo pressione e ha richiesto pochissime modifiche (tutte funzionali e ragionevoli). Mi sono quindi trovato benissimo perché è andato tutto liscio. Qual è il mio stile? Non starebbe a me dirlo, ma sono cresciuto con Frank Miller, Jordi Bernet, Erik Larsen, Sean Gordon Murphy e Andy Kuhn: c’è un po’ lo zampino di tutti loro nel mio segno.
Intervista realizzata il 21/11/2016