Quando si parla di Pandora la prima associazione va immediatamente al vaso del mito, contenitore di tutti i mali del mondo liberati erroneamente dalla sventurata protagonista oggetto di una vendetta divina. Il fumetto sceneggiato da Vincenzo Cerami e disegnato da Milo Manara prende spunto idealmente dalla mitologia greca, regalandoci una storia in cui Pandora, qui una diciassettenne avvenente dall’infanzia difficile e turbolenta, vive un’avventura che riprende elementi cari a Manara e che Cerami intreccia a doppio filo con il mito omonimo.
Dopo anni di terapia, Pandora è riuscita finalmente a controllare la sua furia distruttiva e incontrollabile che la spingeva a scagliarsi contro tutto e tutti, rendendo evidente come Cerami decida di traslare metaforicamente il vaso identificandolo con Pandora stessa, qui contenitrice di una rabbia capace di spingerla all’estremo. Questa situazione personale si intreccia con la trama principale, il rapimento della ragazza con conseguente deportazione in Turchia, per incontrare il suo vero padre fino ad allora sconosciuto.
Questo secondo elemento permette allo sceneggiatore di fondere mito e trama, tramite la manipolazione di Pandora che, ignara, subisce le decisioni altrui (nel caso del mito manipolata da Zeus, qui invece da uno spietato agente Interpol), incrociando al tempo stesso alcuni topoi della narrativa di Manara e ancor prima di Pratt, quali il viaggio e l’esplorazione, arricchiti da una scoperta personale di sé che porta Pandora a fare i conti con un demone interiore apparentemente scomparso ma in realtà mai sopito.
Un’ulteriore simmetria con il mito è riscontrabile nella figura stessa della donna. Il nome “Pandora” deriva infatti dal greco antico e si traduce con “tutti i doni”, richiamando una donna che possiede tratti tipici degli dèi che però la spingono a condannare l’umanità a una vita di mortalità e sofferenza. Analogamente nella Pandora della storia coesistono questa bellezza incredibile, sapientemente tratteggiata da Manara ed ereditata dalla madre che si scontra col suo metaforico vaso, e la furia incontrollabile ereditata dal padre biologico.
Come affermato da Tito Faraci nella prefazione, la storia ci restituisce un affascinante viaggio nell’animo umano che narra di un perdersi e di un ritrovarsi in cui il lettore non può non lasciarsi coinvolgere. Pandora rientra di diritto tra le famose donne di Manara, seppur in un contesto in cui l’aspetto erotico è meno accentuato e connotato da tratti di violenza che rendono il tutto più controverso. Il volume della Biblioteca Manara risulta inoltre impreziosito da illustrazioni, bozzetti e da una postfazione di Boris Battaglia, che fornisce al lettore interessanti spunti filologici e di lettura che permettono di apprezzare al meglio non solo il racconto ma anche i numerosi riferimenti disseminati per il volume da parte degli autori.
Abbiamo parlato di:
Gli occhi di Pandora
Vincenzo Cerami, Milo Manara
Feltrinelli Comics, 2023
80 pagine, cartonato, colori – 26,00 €
EAN: 9788807551352