Cos’é il liquido pesante? Un esplosivo dalla potenza ineguagliabile, un misterioso metallo acido e corrosivo senza una forma solida, un materiale proveniente dallo spazio che il governo vuole tenere nascosto, o una forma di vita fuori dalla nostra comprensione?
S (Chiamatelo “S”, come Scagnozzo ci avverte Pope) non ne sa molto più di altri, ma un piccolo segreto sul liquido pesante lo conosce: fatto cuocere diviene un latte scuro, che versato nell’orecchio è una droga capace di aumentare i sensi e distorcere le sensazioni. E lui ne è dipendente.
Dinamico, ironico, visionariamente ricco e intrigante, Liquido Pesante sembra un film holliwoodiano girato da John Woo e interpretato da Tom Cruise in stato di grazia. Colmo di immagini ad effetto, inquadrature mirate a rendere al meglio l’aspetto sporco e dismesso di questo futuro prossimo non ben definito, tra il cyberpunk ed il post industriale, con uno stuolo di protagonisti e antagonisti bizzarri, interessanti ed alla moda, l’opera dell’artista underground Paul Pope (visto in Italia per la Panini con Crimini e Imbrogli) trascina il lettore in un ragionato delirio di situazioni in cui S si ritrova di volta in volta cacciatore e preda.
Lo troviamo all’inizio in fuga da tra scalcinati, ma pericolosi, teppisti che lavorano al soldo di un fantomatico sindacato del crimine, e che si lanciano al suo inseguimento, carnevale o meno, in maschera; lo seguiamo in aereo a Parigi, alla ricerca di una artista scomparsa, nonché suo vecchio amore, per commissionarle per conto del Collezionista una scultura in lega di liquido pesante – proprio a lei che odia lo strano metallo e che per la sua dipendenza ha lasciato S; ed infine lo accompagniamo ancora in fuga, questa volta dal governo, quel governo per cui scopriamo lavorava, che sulle sue tracce manda un agente dai modi da duro e dall’aspetto impeccabile. Senza dimenticare altre fughe ed altre ricerche, intermezzi e incidenti di percorso lungo la sua strada. E senza dimenticare la sua ricerca interiore, i suoi pensieri che in didascalia ci accompagnao con toni tra lo scanzonato e la filosofia da strada, in pieno spirito da antieroe del cinema d’azione. Quasi in secondo piano, troviamo anche la ricerca (o meglio, il compimento di un percorso non ricercato) verso la comprensione della vera natura del liquido pesante.
Proprio lo strano metallo che dà il nome a questo volume, finisce per risultare in secondo piano fino alle ultimissime pagine, rappresentando fino ad allora oggetto scatenante dell’azione, ma passivo, e diventando soggetto attivo solamente con la rivelazione finale, tanto veloce quanto inaspettata, che lascia il lettore indeciso tra il riconoscerla come il tocco in più di un finale stravagante quanto il resto del volume, o un argomento dalle tante potenzialità non utilizzate. La sensazione è che per Pope, il Liquido Pesante rappresenti solo una buona idea da utilizzare per raccontare un’altra storia, per girare il suo film e per dotarlo di un titolo di sicuro effetto, un titolo che esaltasse più che la trama, l’atmosfera della sua visione futuristica.
I disegni schizzati eppure precisi ed espressivi di Pope, colorati in una tricromia di nero, blu e rosso di varie tonalità, fanno da perfetto contraltare ai toni del volume, spiccando per senso della disposizione della tavola e virtuosismo delle inquadrature, riuscendo a dare sempre quella sensazione di sporco, di smog, di rumore e di movimento che l’ambientazione richiede.
Un’altra offerta Magic Press che sembra voler evidenziare, una volta di più, che il panorama dei comics USA non è fatto solamente di costumi e mantelli – e forse dovrebbero ricordarsene di più sia gli editori che i lettori -, e che si possono scrivere ottimi fumetti senza dovervi cercare i germi del capolavoro, ma “solo” una lettura divertente e appassionate, da ricordare e riprendere in mano per rigustarla quando se ne ha voglia, come un film in videocassetta.