Nato quasi dieci anni fa sulle pagine della miniserie Mondo Naif (Star Comics, marzo 1996), Lambrusco e Cappuccino mantiene inalterata, a dispetto del tempo passato, la freschezza delle sue pagine.
Quasi un fumetto autobiografico, narra le strampalate vicende di due amici alla soglia della maturità che si barcamenano tra il sogno di fare film “toghissimi”, la ricerca dell’attrice ideale, e la decisione di affrontare la realtà di storie d’amore mai iniziate.
Una scrittura serena, accattivante, intelligente nei dialoghi, molto fluida e venata da una sottile nostalgia, al servizio di una trama che evitando di essere inserita nella narrativa di genere ci fa capire, una volta di più, quanto sia oziosa la disputa tra il presunto fumetto d’autore e quello di consumo. Non mi sarebbe sembrato strano, in questo senso, trovare un fumetto del genere su uno dei settimanali dell’Eura, quanto sarebbe stato normale trovare queste storie su Comic Art o sulla compianta Orient Express. E ciò non è un caso, visto che l’intuizione alla base di Mondo Naif era anche quella di cercare di trovare un ponte tra il fumetto autoriale, quello più raffinato e slegato dai cliché commerciali, e storie che potessero interessare anche i più giovani, perfino gli adolescenti annoiati dal fumetto mainstream, alla ricerca di un qualcosa che parlasse di loro, della loro quotidianità.
Lambrusco e Cappuccino non è quindi solo un fumetto per adolescenti brufolosi, nemmeno è un fumetto per un elite di lettori snob, ma è una riuscita sintesi di avventura, elaborazione della memoria e riferimenti generazionali azzeccatissimi. Se fosse arrivato dall’america sarebbe osannato come un capolavoro della nuova narrazione autobiografica, ma invece è “solo” un ottimo fumetto italiano, ben disegnato con abilità e dinamismo da un Gianmaria Liani già allora dal tratto maturo e versatile.
Un libro diviso in quattro capitoli per un’unica vicenda, nella quale vediamo tratteggiata con sobrietà ed efficacia la personalità dei due protagonisti, anche attraverso i deliri delle riprese dei loro film di serie z, specchi e metafore di un’innocenza che strenuamente non vuole scomparire. Visto da questo lato, potremmo anche considerarlo l’ennesimo fumetto/romanzo di formazione, solo che tanta consapevolezza, ironia e sincerità di solito il sottoscritto non le trova nelle pagine di un solo fumetto.
Insomma, se non sapessimo che le avventure di Berto e Toni sono in realtà la trasposizione romanzata di alcuni momenti della vita di Andrea Baricordi (come lo stesso autore ci tiene a sottolineare tra i ringraziamenti all’inizio del volume), potremmo tranquillamente pensare che qualche volta da quei percorsi narrativi ci siamo passati anche noi, con le nostre sfighe, i nostri sogni, le cadute e le ripartenze.
Lambrusco e Capuccino è quindi un libro consigliatissimo, una ri-scoperta graditissima per la quale ringraziamo i tipi della Kappa per averla rispolverata e proposta con la loro consueta cura editoriale.
Riferimenti:
Il sito della Kappa edizioni – http://www.kappaedizioni.it/