Il flop di Valerian e il post San Diego Comic-Con

Il flop di Valerian e il post San Diego Comic-Con

In questa puntata le conseguenze del flop di Valerian al box office USA e un'analisi dei panel Warner e Marvel Studios alla San Diego Comic-Con 2017.

Valerian e la città dei mille pianeti

Il disastroso esordio al botteghino USA di Valerian e la città dei mille pianeti, con un incasso di appena 17 milioni di dollari in tre giorni, ha subito spinto gli addetti ai lavori ad analizzare la situazione della pellicola e gli effetti che questa potrebbe avere su EuropaCorp, la società di produzione di Luc Besson che ha prodotto l’adattamento, ma anche su altri “attori” che hanno legato il loro destino al film com Dane DeHaan e Cara Delevingne.

Un interessante articolo di Deadline, pubblicato nei giorni scorsi, ha infatti messo sotto la luce dei riflettori il dietro le quinte del marketing e della distribuzione di Valerian, cercando di spiegare le effettive partecipazioni nei costi e chi rischia di rimetterci di più da un progetto che, partito come una grande scommessa, si è rivelato una catastrofe.

Il sito di spettacolo parte dalle indiscrezioni delle ultime settimane riguardanti la P&A (Prints & Advertising ndr) del film, ovvero il costo della distribuzione e del marketing, che alcuni ritengono essere stata sostenuta per 60 milioni di dollari da STX, compagnia che ha distribuito Valerian e la città dei mille pianeti negli USA, mentre altre fonti indicano completamente gestita da EuropaCorp, con STX che avrebbe avuto una partecipazione di 5 milioni di dollari oltre a una tassa sulla distribuzione del 10%.

Deadline riporta che la società di Luc Besson era inizialmente l’unica entità che si sarebbe dovuta accollare queste spese, ritenute necessarie per l’uscita del film. Ma quando si è arrivati a un accordo per la distribuzione negli Stati Uniti, EuropaCorp avrebbe chiesto ai potenziali pretendenti di affrontare le spese per la P&A, costringendo così STX a diventare un partner a tutti gli effetti. Questo coinvolgimento potrebbe portare quest’ultima a perdere molti milioni di dollari (proprio i 60 milioni di cui parlavamo all’inizio) e avere forti ripercussioni anche su altre società che, nelle ultime settimane, sono entrate nel raggio di azione di Valerian e la città dei mille pianeti, anche per via dei vari accordi di prevendita fatti da Besson per impattare al meglio un esordio negativo al box office, sempre più probabile con l’avvicinarsi dell’uscita nelle sale.

Una di queste è la cinese Fundamental Films, uno strategico invesitore di EuropaCorp, che proprio di recente aveva venduto i diritti per lo streaming del film a Jetse Huashi, una compagnia specializzata nell’elettronica con base a Shangai.
La Fundamental però ha anche una partecipazione alla pellicola, essendo legata a EuropaCorp (di cui ha acquistato una quota del 28% nel 2016), di circa 50 milioni di dollari, una cifra che aveva aiutato ad abbassare il costo finanziario della società di Besson sul film.
Questo coinvolgimento però è diventato un’arma a doppio taglio per la compagnia cinese, che si aspettava in cambio una uscita della pellicola in Cina, cosa che in un primo momento sembrava certa dato che Valerian e la città dei mille pianeti aveva superato il visto censura da parte delle autorità della Repubblica Popolare, ma che poi si è arenata fino alla decisione di un paio di giorni fa per il 25 agosto.

Secondo quanto scritto da Deadline, L’investimento di Fundamental nel film include non solo la Cina ma anche altri territori, data la dimensione dell’affare, in modo da possedere una grande parte del film. Il sito indica di avere sentito che tutte le entità coinvolte hanno lavorato attivamente per ottenere una data di uscita nelle sale cinesi, che per Valerian potrebbe significare fare la differenza in una situazione già di per sè difficile.
Tornando all’accordo tra EuropaCorp e STX per la distribuzione e il marketing di Valerian, Deadline ha sottolineato che nessuna società avrebbe mai stipulato un accordo così rischioso.

Indagando, il sito ha quindi scoperto, citando un anonimo  finanziatore con conoscenza diretta dell’operazione, che il mutuante bancario è JP Morgan, la quale, secondo il creditore, è in attività con EuropaCorp e STX. JP Morgan avrebbe dato i soldi a STX per la P&A, che sarebbero poi stati restituiti da EuropaCorp assieme a STX attraverso prestiti e obbligazioni. Questo potrebbe ridurre la perdita di STX tra i 2.5 e i 3 milioni di dollari.

Il sito ha poi puntato l’attenzione su un altro fattore fondamentale che ha portato il film a fare flop: la data di uscita. Decisa due anni fa da Besson, la data del 21 luglio negli Stati Uniti non è mai stata modificata nel giro di due anni, nonostante fosse chiaro che la concorrenza di pellicole quali Spider-Man:Homecoming, The War – Il pianeta delle scimmie, e Dunkirk avrebbe di fatto stritolato un film con un personaggio per niente conosciuto negli Stati Uniti, a differenza del suo paese di origine.

Deadine aggiunge inoltre che, circa nove mesi fa, Lionsgate era disposto a fare un accordo con EuropaCorp, e sia Fox che Universal avevano dimostrato un forte interesse per la distribuzione di Valerian, ma un dirigente della società di Besson ha riferito che quest’ultima aveva avuto degli ottimi rapporti con STX e di volerli mantenere.

Durante la campagna promozionale, tutti pensavano che Valerian avrebbe ricevuto un gran numero di schermi PLF (Premium Large Formats ndr) perché quelli Imax sarebbero stati monopolizzati da Christopher Nolan e dalla Warner Bros con Dunkirk, ma alla fine ne sono stati concessi solamente 100. Una situazione questa che portava a una competizione con il capolavoro di Nolan che partiva già in grande svantaggio.

Ma oltre a STX e Fundamental, sono tantissime le società che hanno investito nel film. Secondo The Hollywood Reporter, il gigante delle telecomunicazioni francesi Orange ha finanziato la pellicola pesantemente, in quanto da tempo cerca di trasformarsi in uno studios. Inizialmente ha acquistato i diritti per la trasmissione su PayTv e VOD per Europa, Medio Oriente e Africa per una cifra attorno ai 9 milioni di dollari. Fonti provenienti dalla stessa Orange sostengono però che la spesa totale si attesterebbe sui 20 milioni, denaro utilizzato per la promozione in Francia, tra cui uno spettacolare party al Festival di Cannes che ha visto l’utilizzo del duo musicale Justice.

La Lexus ha invece fornito altri 11,6 milioni di dollari gestendo una massiccia campagna pubblicitaria internazionale. Il canale francese TF1 (da tempo partner di EuropaCorp) ha partecipato come coproduttore e ha pagato 3,7 milioni per i primi diritti di trasmissione.
La banca francese BNP Paribas, ha con Valerian fatto il suo primo investimento di capitale diretto in un film, dando a Besson 11,6 milioni di dollari, promuovendo la pellicola in tutta Europa con concorsi per visitare il set. Con una tale perdita per il suo primo accordo di finanziamento, la banca potrebbe ripensarci per quanto riguarda il futuro.
Valerian è stato anche il primo grande investimento per la nuova etichetta Novo Pictures di Gulf Film del Qatar, che ha speso circa 5,9 milioni di dollari.

Il dopo San Diego Comic-Con

L’evento della settimana è stato ovviamente il San Diego Comic-Con, che come ogni anno ha visto la partecipazione di migliaia di persone. Anche in questa edizione, la sfida principale è stata quella tra Warner/DC Comics e Disney/Marvel Studios, con la presentazione dei principali progetti cinematografici basati sui supereroi delle due case editrici. A farla da padrone, sono stati infatti Justice League e Avengers: Infinity War, due pellicole entrambe molto attese.

Il panel della Warner è risultato forse il più interessante in quanto ad annunci e anteprime, con il trailer del film sul gruppo DC Comics, ora nelle mani di Joss Whedon, che non solo è stato il primo a essere diffuso, ma ha anche colpito per “l’effetto Wonder Woman” al suo interno. E’ infatti impossibile negare come il successo della pellicola con protagonista Gal Gadot abbia influito sulla decisione di inserire una introduzione del trailer palesemente monopolizzata da un personaggio come l’amazzone, non solo immediatamente riconoscibile ma anche capace di generare subito una forte attenzione da parte del fruitore, ovvero lo spettatore.

Il trailer ha anche colpito fortemente per il tono più leggero, e soprattutto per la tematica della morte di Superman, ripresa in più punti e cementata da una bella frase di Bruce Wayne: “Superman non salvava solo le persone, gli ha fatto vedere la parte migliore di loro stessi“.

Il panel ha inoltre puntato sull’annuncio di una serie di titoli, il più interessante dei quali è stato quello riguardante la pellicola sul veocista scarlatto interpretato da Ezra Miller, denominata Flashpoint. Il riferimento a una delle saghe più famose dell’eroe di Central City ha subito generato alcune discussioni, soprattutto sul fatto se il titolo sarà un riflesso di quello che effettivamente vedremo al cinema o meno. E’ importante ricordare che l’unico tentativo di adattamento di questa saga è stato quello televisivo nella recente stagione 3 del serial The Flash, tra l’altro non molto impegnativo e appena abbozzato.

Il panel dei Marvel Studios ha anch’esso generato molte discussioni, principalmente per la mancata diffusione del trailer di Avengers: Infinty War. La scelta della branca cinematografica della Casa delle Idee, che cozza contro una politica delle major che da due anni punta a ridurre le diffusioni illegali di filmati e trailer da manifestazioni come San Diego, potrebbe comunque rientrare all’interno di una strategia non ufficiale per aumentare le conversazioni online, nonostante varie versioni bootleg del trailer siano finite su internet.

Altra fonte di discussioni tra i fan e gli addetti ai lavori  è stata la conferma dell’ambientazione temporale di Captain Marvel, che apre una miriade di possibilità narrative, assieme però anche a qualche dubbio su questa scelta.

Scrive Graeme McMillan su The Hollywood Reporter:

Ciò che è particolarmente strano e potenzialmente affascinante sul concetto del film di Captain Marvel – che non è affatto presente nella versione a fumetti, dove Carol Danvers è sempre stato un personaggio contemporaneo – è quanto questo possa imitare la narrazione su Capitan America: un eroe del passato che scompare dal mondo prima di riemergere come eroe fuori dal tempo… così pare almeno.
Che la Danvers interpretata da Brie Larson sia stata creata per essere potenzialmente uguale ma in contrapposizione all’icona a stelle e strisce di Chris Evans, o è stata pensata forse per la sua sostituzione?
Tuttavia, un elemento potrebbe differenziare i due Capitani; mentre Capitan America era letteralmente congelato nel tempo è possibile che Capitan Marvel abbia abbandonato la Terra. Il fatto che i cattivi nel suo film saranno la razza aliena chiamata Skull lascia aperta la possibilità che la sua assenza non fosse tanto involontaria quanto quella di Capitan America, ma una sua propria scelta e che abbia lasciato la Terra per avventurarsi nello spazio, per qualche motivo ancora sconosciuto.

Cinebrevi

NBCUniversal Entertainment Japan (NUEJ) sta collaborando con Crunchyroll, una piattaforma per anime e manga, per co-sviluppare nuovi anime che abbiano un appeal internazionali.
Le due aziende lavoreranno insieme per produrre una serie di titoli basati su contenuti già esistenti, nonché progetti completamente nuovi che renderanno gli anime più accessibili a un pubblico globale.

Captain Marvel è tra i film che beneficierà degli incentivi fiscali dallo stato della California, ricevendo 20.7 milioni di dollari in crediti e rendendo la pellicola con Brie Larson il primo film Marvel Studios prodotto principalmente in California da Captain America: The Winter Soldier.

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