Flash #1 – Mettere i personaggi al centro delle storie

Flash #1 – Mettere i personaggi al centro delle storie

Ripartire dalle fondamenta: il Rebirth di Flash, nella nuova gestione di Joshua Williamson e Carmine Di Giandomenico, Freccia Verde e Aquaman.

Nell’ambito dell’iniziativa editoriale Rinascita, anche Flash riparte dal numero uno e la RW Lion ci propone un quindicinale dedicato al velocista scarlatto che, grazie alla serie TV omonima, sta vivendo di una popolarità senza precedenti.
Logica e condivisibile è quindi la scelta di inserire Freccia Verde, altro protagonista di una serie TV in onda sulle reti mediaset, nel menu della testata. Più forzata sembra la motivazione che vuole Aquaman come secondo comprimario dell’albo (“è anche lui nella JLA come Flash”), ma difficilmente un monografico dedicato ad Arthur Curry raggiungerebbe la soglia minima di vendite necessaria alla sopravvivenza, per cui ben venga.

In questo primo numero di Flash troviamo quindi gli albi “Rebirth” delle tre testate principali che hanno lo scopo di reintrodurre nuovi e vecchi lettori ai personaggi e al concetto di “rinascita” con la quale la DC Comics ha rilanciato il proprio parco testate.
L’albo è completato da efficaci articoli introduttivi di Riccardo Galardini utili a quanti, si suppone, approcceranno per la prima volta questi personaggi e anche ai “veterani”, per fare il punto della situazione. Anche dal punto di vista delle traduzioni, ci troviamo di fronte a un lavoro competente e fatto con passione.

Flash Rebirth #1

Flash riparte in grande stile con un’accoppiata di alto livello: Joshua Williamson e Carmine Di Giandomenico. I due offrono una delle più convincenti interpretazioni dell’alter ego di Barry Allen da qualche anno a questa parte.

Il titolo della storia, “…è destinato a ripeterla…”, è programmatico in più di un senso: riprendendo il celebre aforisma di George SantayanaChi non conosce la storia è destinato a ripeterla”, è sia un riferimento strettamente narrativo – ci sono rimandi al passato di Barry e a tutto quanto successo in Flashpoint – che meta-narrativo sui propositi dell’iniziativa “Rebirth”.
La filosofia di questa Rinascita vede come unica possibilità di originalità autentica, intesa come “attinente alle proprie origini”, il ritorno alle radici dei personaggi. E solo partendo da queste è possibile proporre qualcosa di veramente nuovo. Diversamente, evolversi è impossibile e si è condannati a ripetere le stesse situazioni e gli stessi errori.

Quella di Williamson quindi non è una mera (ri)narrazione delle origini del personaggio ma un’occasione per “fissare i paletti” sul personaggio di Flash che è, e deve essere, il cuore della serie: non l’intreccio, non i crossover, non la critica sociale, non le sconvolgenti rivelazioni. Barry Allen è il perno intorno al quale si sviluppa tutto il resto.
Da qui la definizione, convincente, del protagonista visto attraverso il suo rapporto con il padre, con Wally, con i colleghi (supereroi e non), con il propri poteri e le responsabilità che ne conseguono.

Questa necessità descrittiva, se possiamo chiamarla così, si scontra creativamente con l’esplosività del tratto di Carmine Di Giandomenico che ci dona uno dei Flash più convincenti della storia del personaggio. Facendo un ampio uso di inquadrature drammatiche e dinamiche, Di Giandomenico evita l’espediente classico dell’immagine ripetuta ma disegna un Flash quasi sempre decentrato all’interno di vignette. Muscolare e dinamico, il velocista fugge dalle tavole. Il braccio di ferro tra scrittore e disegnatore genera un albo ben bilanciato e scorrevole grazie anche ai colori di Ivan Plasciencia, che aiutano a districarsi tra i flashback e i flashforward.

Curiosità: vista l’omonimia tra il disegnatore abruzzese e Carmine Infantino, storico creatore di Flash, non poteva mancare la vignetta/citazione.

Green Arrow Rebirth #1

Benjamin Percy resta al timone della testata di Freccia Verde proseguendo la linea “sociale” impostata sin dall’inizio della sua gestione  sulla falsariga della gestione O’Neil/Adams e di quella di Mike Grell.

Torna lo storico pizzo di Oliver Queen e torna anche un personaggio fondamentale nella storia di Green Arrow: Dinah Lance/Black Canary. L’evoluzione, apparentemente troppo rapida, della loro love story è un rimando esplicito ai temi sviluppati da Johns nell’albo Universo DC Rinascita.

Forse per via di questi nuovi temi, o per il cambio di disegnatore, Percy sembra ritrovare lo smalto perso durante la sua precedente gestione, cominciata in maniera egregia ma proseguita un po’ stancamente.
Si torna a parlare di Oliver Queen e della dicotomia giustiziere/milionario nella sua peculiare declinazione sociale (socialista?); anche qui la parte introduttiva/spiegone a favore dei nuovi arrivati è ben gestita nei dialoghi ben dosati tra Black Canary e il Nostro.
Dialoghi che, pur ricercando eccessivamente le frasi ad effetto, non mancano di essere funzionali ed efficaci.

Il ritmo della narrazione fluisce senza problemi con le giuste variazioni e in questo sembra fondamentale l’apporto di Otto Schmidt (uno dei due disegnatori titolari della testata) che contribuisce alla scansione del tempo alternando un layout ortogonale e ordinato a delle composizioni più dinamiche che vedono la tavola frammentata in molteplici vignette, sovrapposte tra di loro, dai contorni e tagli più obliqui.
Schmidt si occupa anche dei colori riuscendo così a far risaltare il suo tratto sintetico in maniera elegante e funzionale alla lettura.

Aquaman Rebirth #1

Dan Abnett si trova ad affrontare quello che probabilmente è il personaggio DC Comics più difficile da scrivere: quell’Aquaman che tanta cultura mediatica popolare, da The Big Bang Theory ai Griffin, ha messo nel centro del mirino e che storicamente fatica a trovare una collocazione all’interno dell’iconico pantheon dei supereroi DC.

Come già fece Peter David anche lo scrittore britannico decide di concentrarsi sulla figura politica rappresentata dal sovrano dei sette mari: malvisto (e a questo punto anche sbeffeggiato) dagli abitanti di superficie e poco digerito dai suoi stessi sudditi, Arthur Curry è il rappresentante politico di Atlantide, la più vasta nazione del globo.
Abnett parte da questo assunto per darci la sua visione di Aquaman e del suo tentativo di integrare Atlantide con il resto del mondo.

In questo primo albo vengono introdotti (o re-introdotti visto che Abnett è sulla testata già da qualche mese) i temi della diplomazia internazionale e della politica interna, si parla di ambasciate, terrorismo e di tutto quanto ruoti attorno alle responsabilità di un re, alle quali si aggiungono le responsabilità di supereroe e di membro della JLA.

Da questo punto di vista, l’albo è riuscito solo a metà: lo scrittore non affonda il colpo, almeno in questo albo, sulle tematiche politiche che potrebbero dare risultati probabilmente più interessanti e si smarrisce nel tentativo di “sdoganare” Aquaman dalla sua parodia. Si cerca con troppa insistenza di sottolineare quanto Arthur sia ben più della macchietta proposta dagli show di cui sopra, dimenticandosi di mostrarlo con i fatti. “Show, don’t tell” dicono insistentemente nelle scuole di scrittura anglosassoni, mentre qui Abnett si perde raccontando troppo e mostrando poco.

Paradossalmente però, questa pecca di sceneggiatura favorisce la caratterizzazione del personaggio: l’ossessione “riabilitativa” di Abnett diventa in qualche misura un tratto marcato della psicologia di Arthur Curry. Aquaman risulta così un eroe sofferente, conscio del giudizio altrui e volto al sacrificio pur di affrancarsi dal suo ruolo indefinito: “È un uomo di due mondi, fuoriposto in entrambi.

Ai disegni abbiamo il talentuoso Oscar Jimènez e il più “onesto” Scott Eaton (coadiuvato da Mark Morales alle chine) a dividersi l’albo con Eaton a prendersi carico della maggior parte del lavoro. Il risultato è più funzionale che bello, la narrazione scorre senza problemi e tutto è dove deve essere; manca però quel “quid” che spinga il lettore a innamorarsi della serie e del personaggio.

In definitiva questo antologico riassume in sé tutti gli obiettivi, i pregi e i difetti dell’iniziativa Rebirth: un ottimo focus sui personaggi e sulle loro motivazioni, un prodotto studiato ed efficacemente indirizzato al pubblico amante del fumetto supereroico, un atteggiamento “conservativo” e una certa ritrosia nell’osare sul piano del linguaggio e delle tematiche. Ma è anche vero che se si vuol costruire qualcosa di solido bisogna per forza avere delle fondamenta solide, per cui va bene così.

Abbiamo parlato di:
Flash #1 (Flash #57)
AA.VV.
Traduzione di Stefano Formiconi
RW-Lion, Gennaio 2017
72 pagine, spillato, colore – 3,95€
ISBN: 9788893514958

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