RW Lineachiara riporta in Italia in una veste editoriale consona al suo valore, S.O.S. Felicità di Jean Van Hamme e Griffo, uno dei tesori nascosti del fumetto d’oltralpe.
Già pubblicata a puntate nel 2003 dal settimanale Skorpio, questa opera dell’autore dei Maestri dell’orzo, si contraddistingue per una struttura particolare. Pensata da Van Hamme all’inizio degli anni ’80 come una serie televisiva a episodi, fu poi riadattata dallo scrittore sotto forma di storia a fumetti. Per questo motivo i primi due cartonati originali francesi presentano in totale sei brevi storie, di atmosfera decisamente kafkiana, apparentemente slegate tra loro e con protagonisti diversi.
Tuttavia una caratteristica accomuna gli episodi: tutti si concludono lasciando incompiuti vicende e destini dei protagonisti.
A qualche anno di distanza arriva poi il terzo e conclusivo volume che, in un unico capitolo, annoda i fili delle trame dei sei racconti precedenti e porta a un sorprendente scioglimento finale della vicenda.
Lineachiara ci presenta quindi l’integrale di un’opera che resta tutt’oggi una profonda analisi critica della società contemporanea e un ragionamento sul vero significato della parola felicità, o meglio, libertà.
Di più, lette con occhi di oggi, le storie si ammantano, per molti aspetti, di un velo profetico, prefigurando con trent’anni di anticipo lati della nostra esistenza quotidiana divenuti ormai comuni.
Si potrebbe definire S.O.S. Felicità un’opera di fantascienza sociologica, condita di venature fantapolitiche e ambientata in un mondo distopico molto simile a quello di fine ventesimo secolo. Un mondo dove lo Stato è, a tutti gli effetti, un dittatore travestito da madre protettiva che si arroga il diritto di essere l’unico a sapere cosa sia giusto per il benessere dei suoi cittadini e ad agire di conseguenza.
È così che assistiamo, nelle prime sei storie a un’efficace messa in scena del confronto tra libertà individuale e imposizione di un benessere collettivo organizzato, resa attraverso la deformazione narrativa delle vicende dei personaggi, portate fino a estremi tragici e surreali al contempo.
L’autore riesce con maestria a mantenere il senso di attesa nel lettore per tutti i primi due terzi del volume, suggerendogli di non fermarsi alle apparenze e invitandolo a riflettere sul senso profondo dell’assurdità delle vicende raccontate.
L’assurdo e il surreale di situazioni che negli anni ’80 apparivano sicuramente fantascientifiche, ma che oggi sono realtà. Consapevoli o meno, tutti oggi siamo “schedati” in un grande archivio centrale e contraddistinti da un numero unico che racchiude tutta la nostra esistenza (e la digitalizzazione, come il web, ha accelerato questo risultato); e per tutti è normale sentire parlare di controllo delle nascite, in paesi come Cina, India o Giappone, anche se non nella società occidentale come nel volume. Ancora, la professione di “scrittore di Stato” è poi da sempre una realtà nei regimi totalitari e anche le Vacanze Nazionali di cui si parla nel terzo episodio, sono reali in un paese come il Giappone.
Una certa dose di manicheismo attraversa la scrittura di Van Hamme, ma il tutto è finalizzato alla necessità di mostrare al lettore il più chiaramente possibile vicende complesse che devono tendere verso una conclusione comune.
E proprio nel finale lo scrittore dimostra il proprio valore, annodando sapientemente tutti i fili della trama con uno sviluppo narrativo lineare e dal forte stampo nichilistico e pessimistico. Van Hamme sottintende che nessuno può definirsi veramente libero nelle scelte della propria esistenza; saremo sempre burattini dai fili tirati da “Signori” in grado di decidere le sorti delle società come dei singoli, di manovrare rivoluzioni e successive restaurazioni. L’annullamento totale del libero arbitrio viene rappresentato proprio dal destino finale del protagonista dell’ultimo capitolo della storia, che va incontro alla sua sorte già pianificata dall’alto.
Il valore di S.O.S. Felicità risiede anche nelle tavole realizzate da Griffo. È questo, infatti, l’esordio del fumettista nel disegno realistico e le pagine dell’opera sono la dimostrazione dell’evoluzione dello stile del disegnatore che, storia dopo storia, acquisisce sempre maggior sicurezza in se stesso e si evolve verso il suo riconoscibile stile personale.
Proprio l’ultimo capitolo è esemplificativo in questo senso: disegnato a qualche anno di distanza dai primi, mostra un Griffo con un segno ormai maturo, ricco di quegli aspetti caricaturali nella resa dei personaggi che sono una delle caratteristiche predominanti nella sua cifra stilistica.
Per il resto, dal punto di vista compositivo, tutte le pagine sono impostate su una griglia a tre strisce che, a mano a mano che si procede, vengono sempre più controllate e piegate con maggior libertà agli scopi di resa grafica, senza mai sacrificare l’estrema chiarezza e scorrevolezza della narrazione.
Completano il volume un apparato redazionale a firma dei due autori e la scansione delle copertine dei tre cartonati originali, preziosa cura di recupero filologico da parte di Lineachiara.
Abbiamo parlato di:
S.O.S. Felicità
Jean Van Hamme, Griffo
Traduzione di Andrea Rivi e Pier Luigi Gaspa (per i redazionali)
RW Lineachiara, 2015
176 pagine, brossurato con alette, colore, € 17,95
ISBN: 9788897965480