“Sentii il suo respiro caldo contro il mio orecchio. Poi se ne andò.”
(Craig)
Un’opera come Blankets merita senz’altro un posto nella biblioteca ideale dei 300 libri essenziali. Le ragioni possono essere tante ma, di sicuro, tra queste va annoverata la capacità che il suo autore, Craig Thompson, ha avuto nel mantenere vivo l’interesse del lettore per quasi seicento pagine; e scusate se è poco, considerato inoltre che si tratta di un fumetto autobiografico, che narra la quotidianità della vita, priva di sensazionali colpi di scena o sequenze d’azione mozzafiato, ma con tutte quelle sfumature che fanno parte di essa.
L’autore racconta se stesso, racconta la sua vita, a partire dall’infanzia con suo fratello Phil, rompiscatole come tutti i fratelli minori, ma anche unico, vero amico; va avanti, poi, nel suo racconto, con i maltrattamenti subìti dai suoi compagni di scuola durante un’infanzia soffocata dalla severità dei genitori; e, da tutto questo, il giovanissimo Craig trova rifugio nella religione.
Legge molto la Bibbia e partecipa attivamente alle varie funzioni religiose come ai ritiri parrocchiali. Ed è proprio durante uno di questi ritiri che avviene l’incontro che gli cambierà la vita: Craig, ormai adolescente, incontra Raina, il suo primo grande amore; con lei vivrà intensamente un importante periodo della sua vita, metterà in discussione le sue idee religiose e cercherà di recuperare un rapporto più autentico con il fratello, verso il quale ha sempre provato un forte senso di colpa, per non averlo protetto, quand’erano piccoli, come un vero fratello maggiore avrebbe saputo fare.
Un fumetto in cui l’amore e la religione sono i veri protagonisti; l’uno è imprescindibile dall’altro. Il senso religioso di Craig è quasi una naturale conseguenza della ferrea educazione religiosa della madre e sin da subito riveste un ruolo centrale e determinante nella sua vita. Sarà Raina a rompere questo equilibrio, irrompendo nella vita del giovane come una sorta di piccola tempesta.
L’amore per Raina è un amore platonico, romantico, dominato dal desiderio di adorarla senza violarla, per non peccare. Ma Raina induce Craig a mettersi in discussione, sconvolge la sua vita, fatta di tutte quelle credenze religiose che lei pian piano abbatte; il nostro protagonista si masturberà pensando a lei (un atto giudicato impuro e che non avrebbe mai osato commettere prima) e pian piano inizierà ad avere dei dubbi sul modello religioso che gli era stato imposto. Non arriverà a rinnegare la sua fede in Dio, ma saprà metterla in discussione, valutandone criticamente l’interpretazione materna alla luce della quale era stato educato.
Con Blankets Thompson racconta dei frammenti importanti della sua vita; usa le parole con disarmante onestà, e riesce a trasmettere al lettore la poesia e l’amarezza di chi s’innamora per la prima volta. Compone le sue tavole con assoluta libertà compositiva, creando piccoli gioielli artistici in cui illustra, con originalità, l’amore di due adolescenti, l’importanza del loro primo incontro, la loro sensibilità.
Alcune sequenze sono davvero splendide per intensità e sensibilità: come quella nel soggiorno a casa di Raina – in cui Craig conosce i genitori della ragazza sulla soglia di un divorzio e i due fratelli disabili – che offre la miglior occasione, per chi legge, di ammirare il talento grafico di Thompson, che descrive i silenzi e sospiri tipici di quegli amori che ti cambiano la vita; l’addio in mezzo alla neve con un bellissimo abbraccio tra i due è uno dei momenti più toccanti della storia; l’amarezza di Craig nell’apprendere che non ci potrà essere un futuro con Raina si può quasi percepire nel gesto che fa di attorcigliare tra le dita il filo del telefono, uno di quei piccoli gesti densi di significato di cui Thompson ama avvalersi per descrivere lo stato d’animo del protagonista. Un protagonista idealista, che ha mitizzato i suoi primi, grandi amori: quello per Raina e quello per la religione, comprendendone l’intima precarietà e mutevolezza, ma traendo da essi, nel contempo, una grande lezione di vita.
Questi, dunque, gli ingredienti che hanno reso Blankets uno dei cult comics più amati e letti del nuovo millennio; Thompson racconta attraverso i rumori e i silenzi, instaurando col lettore quella complicità in grado di catturare le emozioni profonde di ognuno di noi.
Come ha giustamente scritto Luca Sofri, “In Blankets si sente spesso un silenzio, i silenzi. Non è che manchino i suoni, ma proprio si sentono i silenzi… Thompson disegna momenti lunghi e fermi di silenzio. E li riempie di pensieri dei protagonisti e di pensieri dei lettori.”
Curiosità
Selezionata dalla rivista Times (forse con un po’ troppa enfasi) come una delle migliori graphic novel dal 1923 al 2005, Blankets ha vinto numerosi premi, tra cui l’Eisner Award e l’Ignaz Award. L’idea iniziale di Thompson, che alla realizzazione di Blankets dedicò circa tre anni e mezzo della sua vita, era quella di raccontare come ci si sente a dormire per la prima volta vicino a qualcuno. Tradotto in tredici lingue.
Blankets letteralmente vuol dire “Coperte”.
Edizione consigliata
Il volume Rizzoli-Lizard è ottimo; un’edizione cartonata che si avvale della prefazione di Luca Sofri.
Altre edizioni
La prima edizione di Blankets, targata Coconino Press è comunque validissima e si discosta da quella consigliata per la confezione: brossurata e non cartonata.
Su Lo Spazio Bianco
Sentirsi tutti sensibili: Dr. Pira e la recensione (A fumetti) di Blankets