Sabato 30 aprile 2019 si è svolta, presso il museo del fumetto di Milano WOW Spazio Fumetto, la quarta edizione di Bricòla, il festival delle autoproduzioni a fumetti nato dalla volontà e dall’impegno di Alberto Brambilla, Maya Quaianni e MAS Silleni (che abbiamo intervistato pochi giorni prima dell’evento), con l’aiuto di Giulia Panzeri specialmente nella fase finale dell’organizzazione.
Noi de Lo Spazio Bianco abbiamo partecipato alla giornata e siamo rimasti piacevolmente colpiti innanzitutto dal numero di lettori e curiosi che erano presenti fin dal primo pomeriggio al piano terra del WOW. Se il picco di affluenza è stato raggiunto dopo le 16.00, già alle 14.30 c’era un discreto gruppetto di persone che iniziavano ad aggirarsi per i banchetti allestiti, segno dell’interesse che questa iniziativa è riuscita a intercettare.
La gestione degli spazi rimane forse l’unico punto dolente dell’organizzazione: ovviamente la superficie a disposizione è quella che è, ma soprattutto nel corridoio principale era effettivamente difficile riuscire a transitare tra le due file di banchi ai bordi della stanza o anche soffermarsi a sfogliare i fumetti esposti e scambiare qualche parola con i fumettisti, specialmente quando il numero di astanti è iniziato a diventare considerevole, verso metà del pomeriggio.
È stato invece gestito tutto sommato in modo riuscito il black-out che ha colpito poco dopo le 15.00 non solo il WOW ma tutto il quartiere in cui esso è ubicato: la giornata luminosissima ha fatto sì che né gli autori né le persone accorse ne fossero penalizzati, con l’unico inconveniente dello slittamento del primo incontro della giornata rispetto al programma. La luce è tornata dopo una mezz’ora abbondante, risolvendo definitivamente il problema.
Incontro che, per quanto abbiamo potuto osservare, era molto interessante e ricco di spunti e di informazioni sul mondo dell’autoproduzione, le sue origini e il suo “stato dell’arte”, specialmente grazie al dotto intervento di Michele Ginevra come relatore d’eccezione.
Degno di nota anche l’esordio di Čapek, rivista autoprodotta diretta da Ivan Hurricane Manuppelli, che ha scelto proprio Bricòla come contesto per presentarla in anteprima assoluta.
Tra gli autori, i collettivi e le associazioni presenti come espositori figuravano gli attori principali della scena indipendente e underground del fumetto italiano: Attaccapanni Press, Mammaiuto, Brace, Sbucciaginocchi, Gli Ultracani, McGuffin Comics sono solo alcuni dei nomi intervenuti, tra esordi e ritorni nella cornice di Bricòla e tra realtà con diversi anni sulle spalle e progetti più giovani.
La varietà di stili, approcci, età, visioni ed esperienze era palpabile, visibile anche solo sbirciando gli albi sugli stand, e forse è questa la maggior ricchezza dell’evento: un’offerta variegata e di conseguenza uno spaccato piuttosto ampio dello scenario delle autoproduzioni.
Lo dimostrano anche le risposte che ci hanno dato sull’argomento alcuni artisti che abbiamo intervistato in quell’occasione (delle quali leggerete su Lo Spazio Bianco nei prossimi giorni), offrendo pluralità di punti di vista e spiriti curiosi e ambiziosi, oltre che consapevoli delle difficoltà del mondo dell’editoria.
Assai interessante, in ultimo, la mostra organizzata per l’occasione, che raccoglieva disegni e illustrazioni realizzate dagli autori ospiti di Bricòla tutte a tema maghi e streghe. L’approccio è stato spesso trasversale, rifuggendo le soluzioni più ovvie sull’argomento e permettendo così di avere una galleria ricca di inventiva e di spunti. Nella gallery in coda potete trovarne alcuni esempi nelle foto scattate da noi, ma l’intero catalogo è scaricabile gratuitamente.
Una notazione significativa è il luogo in cui questa mostra è stata allestita: non all’interno del WOW, ma al secondo piano di un autobus parcheggiato nel cortile del museo (il Dennis the Book Bus), subito davanti al cancello di ingresso. Un’idea che denota inventiva e che permetterà, nei giorni successivi all’evento, di portare in giro per Milano e oltre la mostra e gli albi dei collettivi che vi hanno partecipato.
Bricòla si potrebbe riassumere con due parole: fermento creativo. Le autoproduzioni a fumetti sono più vive che mai, anche in una realtà in cui case editrici grosse entrano nel mercato e sembrano rosicchiare gli spazi a disposizione. Ma l’impressione è che l’universo indipendente non sia più in ombra come una volta e che i tempi siano maturi perché anche queste realtà possano ricevere l’attenzione che in diversi casi meritano per qualità e coraggio. Del resto già diversi collettivi e associazioni sono riusciti a farsi notare presso il pubblico generalista, con alcuni titoli, e il successo ottenuto dalla quarta edizione di Bricòla in termini di presenze testimonia ulteriormente questo trend, che in parte avevamo già evidenziato nel nostro resoconto alla recente fiera di Cartoomics.