La sua fama è dovuta a due aspetti: il primo puramente scientifico, il suo successo in un mondo e un periodo storico schiacciatamente dominato dagli uomini (come ben dimostra la famosa fotografia scattata durante la Conferenza Solvay del 1927); il secondo è legato squisitamente alla sua sfera privata, poiché, dopo la morte del marito, Pierre Curie, si prese il lusso di iniziare una nuova relazione, peraltro con un uomo sposato.
Potete immaginare lo scandalo che ci fu all’epoca, cui vennero dedicati persino dei titoli di giornale, e questo perché il matrimonio di Paul Langevin, lo spasimante di Marie, nonché collega e “allievo” del marito, era un disastro e, come in storie di questo genere, la moglie per tenersi il marito decise di distruggere l’amante. La cosa, tenersi il marito, le riuscì. Distruggere la Curie un po’ meno, anche grazie all’intervento di un altro famoso scienziato dell’epoca, Albert Einstein. D’altra parte lo scopritore della relatività generale non avrebbe potuto fare la morale a nessuno, dal punto di vista sentimentale, ma questa è un’altra storia. Torniamo alla Curie.
La sua vita, caratterizzata da un forte senso di appartenenza alla sua patria di origine, la Polonia, fu dedicata alla famiglia (stare accanto alla madre la tenne lontana da Pierre, che però, uomo d’altri tempi, decise di aspettarla) e alle donne polacche, al tentativo di fornire loro un’istruzione migliore che permettesse loro di sviluppare il loro potenziale, proprio come aveva iniziato a fare lei in Francia.
Poi, come ovvio, c’è anche il suo legame con Pierre Curie, in cui la scienza e la comune ricerca che portavano avanti nel campo delle radiazioni era solo un aspetto, quello più noto al pubblico, del loro forte rapporto. A interromperlo fu la morte di Pierre, il 19 aprile del 1906, investito da una carrozza mentre, probabilmente soprapensiero, attraversava la strada.
Nonostante il terribile lutto, Marie non si lasciò piegare e trovò nel lavoro la spinta per andare avanti, tanto da ottenere un secondo Premio Nobel, nel 1911, in chimica (il primo, in fisica, lo ottenne nel 1903 insieme con il marito e con Henri Becquerel). Tutto questo, però, è solo una parte di una vita fantastica, dedicata, per quel che riguarda la scienza, con la ricerca sulle radiazioni elettromagnetiche, ma che non dimentica l’impegno sociale (su tutti il primo servizio di radiologia per i soldati del fronte durante la prima guerra mondiale) e politico (in particolare a fianco del marito). E ovviamente tutto ciò viene splendidamente raccontato da ben tre interessanti volumi: Radioactive: Marie & Pierre Curie: A Tale of Love & Fallout, di Lauren Redniss , Marie Curie. The radium fairy di Montellier, e Marie Curie di Alice Milani.
E’ interessante, ad ogni modo, osservare come Marie non ebbe mai nulla da ridire contro il suo amante. Il loro amore tormentato, però, ha avuto in un certo senso una rivalsa all’incirca 4 decenni dopo. La nipote di Marie, Hélène Joliot-Curie, fisico nucleare e figlia di Irène Joliot-Curie e Frédéric Joliot-Curie, è sposata con il collega Michel Langevin, nipote di Paul. La coppia ha un figlio, l’astrofisico Yves, che si occupa dello studio dell’atmosfera di Marte.
Dei tre volumi citati, “The radium fairy” è facilmente recuperabile su Europe Comics.