di Gilbert Hernandez
Planeta De Agostini, Apr. 2007 – 144 pagg. b/n bros. – 11,95 euro
Pigrizia si può descrivere come una rappresentazione dell’Irrazionale, un’incursione nei meandri della psiche che si dipana attraverso dimensioni parallele, oniriche e al di fuori del tempo che si attorcigliano con la quotidianità e le consuetudini della provincia americana e dei suoi adolescenti, in un gorgo narrativo di non immediata decifrazione e tuttavia assai attrattivo al lettore. Gilbert Hernandez dopo i fasti del poliedrico e vitale Love & Rockets, condivisi con i fratelli Jaime e Mario, qui si fa portavoce di un malessere esistenziale estremo, quello degli adolescenti di provincia che vedono come unica alternativa alla loro vuota e “pigra” esistenza lo sprofondare volontariamente nel coma e nel delirio. Stupendamente disegnato con un segno fresco, un bianco e nero netto e nitido, Pigrizia, graphic-novel allucinato e tenue, è una storia davvero insolita ma sopratutto un “racconto di formazione” disturbante in cui l’autore all’interno di una struttura narrativa debordante inserisce delle efficaci soluzioni narrative, visioni da incubo come l’oscuro limoneto col suo bagaglio di morte e l’apparizione dell’inquietante uomo-capra. (Giovanni Marchese)
Pigrizia
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