Arriva l’estate, e Max Bunker decide di dare vita ad un revival di due delle sue più famose creazioni, i due eroi “neri” Kriminal e Satanik, attraverso una duplice operazione: due nuovi episodi che ne raccontano il ritorno ai giorni nostri, e due monografie che contengono episodi salienti della loro vita editoriale. Se per quanto riguarda le loro nuove incarnazioni il risultato non è stato certo esaltante, la riproposta di storie d’annata di Kriminal ha tutt’altro tenore (in attesa dell’equivalente pubblicazione per Satanik, prevista per agosto). Anzi, dopo la lettura rimane il rimpianto per la mancanza di una ristampa di tutta la serie, che farebbe la gioia degli amanti del fumetto. D’altra parte, l’accoppiata Magnus & Bunker è stata portatrice di alcune delle più note icone fumettistiche (e non solo) italiane, basti pensare oltre ai due sopra citati, ad Alan Ford, unico personaggio tutt’oggi vivo e vegeto.
Volumetto spesso, con una veste “povera” che gli calza a pennello, Kriminal Monografia presenta tre importanti capitoli delle avventure di questa personaggio, nato sulla scia del successo di Diabolik. In Dramma al collegio avviene l’incontro con la fedele compagna del criminale dall’aspetto di scheletro: un intrigo a base di sesso celato da un orfanotrofio, una storia niente affatto banale, che conferma uno dei punti di forza della serie e del personaggio, crudele ed a suo modo romantico e idealista: l’uso di tematiche forti, di figure umane vili eppure credibilissime. Ne Il segreto di Kriminal, veniamo a conoscenza del passato, dell’origine dell’identità segreta scelta da Anthony Logan per sterminare chi ha rovinato la sua famiglia, e per lottare contro la società che ha permesso, e permette, che avvengano certi soprusi. Certo un poco ingenuo il racconto di questi eventi, ma non privo del fascino e della passione infusa dagli autori. Infine, in Perry non si tocca, conosciamo il lato più personale e sensibile di Kriminal, che rivede nel piccolo Perry sé stesso, le ingiustizie da lui subite e l’odio che attorno a sé ha trovato. Così come scopriamo il lato romantico della sfida con il commissario Milton, immancabile contraltare del criminale. Due duellanti con un senso dell’onore nascosto, la versione di Bunker degli eterni avversari Diabolik e Ginko.
A distanza di quasi quaranta anni, queste storie non hanno perso molto, sebbene l’età la si possa avvertire in una certa legnosità di alcune scene, ma le tematiche ed i racconti sono rimasti freschi e piacevoli. Vedere poi il segno di Roberto Raviola, in arte Magnus, è un piacere ogni volta, anche nelle sue prove più affrettate. Incredibile la qualità che si poteva trovare in quello che nasceva come fumetto popolare, anzi popolarissimo. Ed è incredibile quali fossero le premesse per creare un personaggio che potesse contare su notorietà e seguito: dare ai lettori temi maturi, temi sui quali pensare e magari scandalizzarsi, evitando i cibi preconfezionati, evitando il “politically-correct” a tutti i costi, evitando di cercare compromessi e marchette. Un coraggio ben ripagato, visto che Kriminal è, e rimane, un nome noto a tutti, ed un coraggio che sarebbe interessante vedere anche nelle nuove produzioni che si annunciano con l’autunno. Intanto, aspettiamo e godiamoci la prossima Monografia Satanik.