Non era mai accaduto che una storia di Diabolik non si esaurisse al termine di un albo, ma continuasse nei numeri successivi. È successo con i numeri 9, 10 e 11 dell’inedito (L’inizio della fine, Prossimi alla fine, Tutto ha una fine). Un’occasione eccezionale, questa, che prende le mosse da un’idea di Alfredo Castelli, sviluppata poi da Mario Gomboli nel soggetto, sceneggiato infine da Tito Faraci. Le matite, per tutti e tre gli episodi, sono di Riccardo Nunziati (con un’incursione di Sandro Giordano nell’ultimo numero), con chine e retini affidati alle mani di Jacopo Brandi.
La prima particolarità di questa trilogia si ritrova naturalmente nel respiro molto più ampio che l’inedita foliazione permette. Già nell’occuparci degli speciali semestrali, abbiamo spesso segnalato come il maggior numero di pagine permetta uno sviluppo più armonico della trama rispetto alle classiche 120 tavole delle storie canoniche. Ma mentre per gli speciali anche il formato più grande gioca un ruolo determinante, qui abbiamo quello classico, quindi più aderente al canone del personaggio. Il merito principale di Faraci è quello di aver messo a punto un intreccio preciso e con una gestione dei tempi praticamente perfetta: sostanzialmente un manuale di sceneggiatura in formato tascabile. Gli albi compongono infatti un ottimo esempio di struttura in tre atti, che ottiene l’effetto di rendere più arioso e godibile il canovaccio precipuo del personaggio, lasciando il flusso narrativo libero di indugiare su alcuni aspetti che per forza di cose vengono liquidati frettolosamente nelle storie regolari.
Come sappiamo, Diabolik ha una sua grammatica consolidatasi nei sessant’anni di storia editoriale, che i seguaci del Re del Terrore conoscono, apprezzano e che considerano un pilastro della serie. Tra i cliché tipici di questa grammatica, trova un posto d’onore quello che viene volgarmente definito “spiegone”, praticamente immancabile in ogni storia e utilizzato generalmente nel terzo atto per tirare le fila delle vicende e rivelare al lettore la sequenza delle azioni che compongono i piani dell’inafferrabile criminale. Spesso però accade che questi si rivelino didascalici, artificiosi, mentre in questa occasione nonostante la spiegazione sia notevolmente più lunga del solito sembra emergere con più naturalezza dagli scambi fra i personaggi. Uno spiegone, sì, ma che non interrompe o forza il normale flusso degli eventi e che anzi ne diventa parte integrante.
Il merito si rintraccia nel modo in cui viene costruito l’intreccio, soprattutto nel secondo albo, quando il protagonista diviene Ginko, solerte e puntiglioso anche più del solito nel cercare di dipanare il mistero che avvolge il destino di Diabolik ed Eva. Il racconto scorre piacevolmente e, in effetti, monta nel lettore una certa curiosità sulle meccaniche del piano criminale, la cui rivelazione nei minimi dettagli rimane segreta fino all’ultimo.
Dal punto di vista del disegno, il lavoro del duo Nunziati-Brandi sorregge adeguatamente la sceneggiatura, grazie a una buona capacità di far recitare i personaggi e alla cura nella realizzazione delle ambientazioni esotiche, nonché a una buona varietà nella caratterizzazione dei numerosi attori presenti lungo la narrazione. Piacevoli anche le tavole di Giordano che illustrano i flashback: il suo tratto e quello di Nunziati aderiscono a un’interpretazione classica del personaggio e coesistono molto bene, pur mantenendo le proprie specificità e sottolineando adeguatamente il cambio di chiave temporale, rendendo indolore il passaggio fra i due stili.
Degne di nota infine le copertine di Matteo Buffagni, come sempre molto ispirate e con un’interessante proporzione tra gli spazi dedicati ai soggetti nelle tre cover, caratteristica che già le accomuna a colpo d’occhio e che si sublima quando, accostati i tre albi, si ottiene l’affascinante effetto di formare un’unica, grande copertina.
Abbiamo parlato di:
Diabolik anno LXI #9-11
Mario Gomboli, Tito Faraci, Riccardo Nunziati, Sandro Giordano, Jacopo Brandi
Astorina, settembre-novembre 2022
130 pagine/cad., brossurato, bianco e nero – 2,80 € cad.
ISSN: 9771124045000 20009-20010-20011