Dopo il rinnovato interesse attorno al personaggio suscitato nel 2021, anno in cui l'eroe mascherato è uscito dalle pagine del fumetto per assumere corpo nel film del Manetti Bros, nel 2022 Diabolik taglia il traguardo dei 900 albi della serie regolare, e lo fa festeggiando anche il suo sessantesimo compleanno: il primo albo, il celeberrimo Il re del terrore, fu pubblicato nel novembre del 1962. Un traguardo di tutto rispetto che fa di Diabolik la testata più prolifica della storia del fumetto italiano, superata solo per longevità – ma non per numeri – da altri caposaldi fumettistici (Tex, ad esempio, nasce nel 1958 ma non ha ancora raggiunto gli 800 numeri).
Astorina celebra la significativa ricorrenza con una copertina arricchita da dettagli in lamina dorata e con un titolo a tema, Novecento minuti di furore, L'albo si apre, in maniera del tutto inconsueta, non con la solita pagina che funge da copertina interna, bensì entrando direttamente nel vivo con una tavola regolare; scopriremo solo dopo qualche pagina che si tratta di un breve flashback rispetto al corpo dell'azione che fa riferimento a vicende del passato. L'effetto di questo espediente è straniante in quanto non segnalato da alcuna didascalia, ma cattura l'attenzione grazie anche ai disegni di Giuseppe Palumbo, che qui realizza le sole pagine dei flashback, mentre le altre tavole dell'albo sono realizzate da Sandro Giordano. La scelta di affidare a Palumbo le digressioni all'interno dell'albo non è del resto casuale, visto il lavoro che ha svolto negli ultimi anni per le testate extra ciclo in cui ha più volte approfondito origini e trascorsi del protagonista. Si veda ad esempio Gli anni perduti nel sangue, albo della testata Il Grande Diabolik per il quale Palumbo disegnò una magistrale storia.
La narrazione, il cui soggetto è di Mario Gomboli e Andrea Pasini, è caratterizzata da un alto livello di tensione narrativa, in un crescendo che parte da un pretesto ordinario (il “solito” furto di oggetti rari) e presto sfocia in una situazione di forte pressione, materiale e psicologica, alla quale Diabolik riesce a sfuggire, pur con difficoltà, senza timore di mostrare una determinazione al limite della spietatezza. D'altro canto, anche i suoi nemici mettono in atto azioni di cruda violenza, alcune delle quali coinvolgono anche Eva, circostanza che aggiunge ancora più pathos alla narrazione.
Un interessante cambio di passo narrativo (probabilmente il punto forte della storia, che in sé non ha una sceneggiatura particolarmente intricata e avvincente), dato che le ultime annate della serie sempre più spesso hanno dato spazio a una versione più patinata del personaggio: Diabolik progetta il colpo al riparo del suo rifugio, agisce in maniera calcolata, senza necessità di sporcarsi le mani, con precisione chirurgica. Questo filone ci ha un po' disabituato alle atmosfere più cupe degli inizi, quando Diabolik era temuto persino a sentirlo nominare e agiva in maniera spregiudicata, senza concessioni e senza mezze misure, quasi in maniera malvagia. In qualche misura quindi questo albo celebra le origini del personaggio, così come era stato concepito originariamente da Angela Giussani, ovvero un criminale deciso e spietato, nel solco del noir novecentesco, destinato a un pubblico adulto in cerca di intrattenimento e di emozioni forti.
Lunga vita quindi a Diabolik, ormai diventato vera e propria icona della cultura pop italiana, riconosciuta ben al di là del mero ambito fumettistico, e un plauso alla casa editrice Astorina che prosegue col suo ottimo lavoro di rilancio del personaggio.
Abbiamo parlato di:
Diabolik Anno LX #2 – Novecento minuti di furore
Mario Gomboli, Andrea Pasini, Rosalia Finocchiaro, Sandro Giordano, Giuseppe Palumbo, Matteo Buffagni
Astorina, febbraio 2022
130 pagine, brossurato, bianco e nero – 2,80 €
ISSN: 977112404500020002