RECENSIONE DALL’ANTEPRIMA DEL NAPOLI COMICON
Napoli è la sede dell’anteprima italiana di quello che viene considerato il blockbuster della nuova stagione cinematografica: V per Vendetta. Il film è tratto dalla graphic novel di Alan Moore (testi) e David Lloyd (disegni) e prodotto dai fratelli Larry e Andy Wachowski ( i creatori della trilogia di Matrix), per la regia di James McTeigue.
Proiettata al salone del fumetto e dell’animazione Napoli Comicon in lingua originale con i sottotitoli in italiano, la pellicola ci mostra l’orrore di un’Inghilterra del futuro in cui vige una dittatura simile a quella nazista. I simboli possono essere diversi, ma i metodi per mantenere il potere sono sempre gli stessi: repressione d’ogni tentativo di ribellione e d’ogni diversità. Chiunque non sia conforme al regime dal punto di vista politico, sociale, teologico o sessuale, è considerato un traditore e come tale viene giustiziato o rinchiuso nei campi di concentramento.
Nonostante il coprifuoco, Evey (Natalie Portman) vaga senza meta per la città di Londra quando viene fermata dai “Castigatori”, corpo della polizia impiegato per punire ogni azione considerata avversa al governo. Sarà un uomo misterioso di nome V (Hugo Weawing) a salvarla, e da questo momento la vita della ragazza cambierà. “V”, il cui volto sarà sempre celato da una maschera raffigurante Guy Fawkes (fanatico cattolico che nel 1605 cerco’ di far saltare il parlamento britannico), cerca di combattere la dittatura con una serie di attentati rivolti contro i principali centri del potere, tanto da essere inizialmente considerato un terrorista. In realtà le azioni di “V” sono mirate a smascherare i terribili crimini commessi dal governo per ottenere il potere: l’obiettivo infatti è quello di uccidere tutti coloro che sono stati coinvolti nella creazione e nella diffusione di una terribile malattia che, anni prima, aveva colpito la popolazione inglese provocando la morte di migliaglia di persone.
Il nostro protagonista è infatti l’unico sopravvissuto di una serie di esperimenti, condotti sulle minoranze rinchiuse nei lager, volti alle creazione di un virus capace di generare un’epidemia devastante da attribuire ad un attacco biologico di presunti terroristi. La paura della popolazione è l’arma nelle mani del leader (John Hurt) che, predicando da schermi giganteschi di voler proteggere l’Inghilterra, instaura di fatto il regime dando alle forze dell’ordine il potere assoluto. La popolazione è inoltre tenuta sotto controllo dai mezzi di comunicazione, che trasmettono solo le notizie fabbricate dal governo e i programmi di intrattenimento passati al vaglio della censura.
Mentre porta a termine il proprio progetto, “V” entra sempre più prepotentemente nella vita di Evey, la quale, sottoposta a prove sempre più dolorose, si trasformerà da ragazzina svampita in una donna determinata. La sua rinascita si concluderà quando “V” la metterà di fronte ad una scelta difficile da cui dipende non solo il suo futuro, ma quello di tutti gli Inglesi.
Nell’Auditorium di Castel S. Elmo, il film ha trovato molti consensi tra i presenti soprattutto per la fedele trasposizione della graphic novel. Infatti, seppure l’ambientazione sia leggermente diversa (la vicenda nella versione originale avviene nel 1985), lo spirito del racconto non è cambiato: la libertà è un valore imprescindibile dell’essere umano, che ogni tipo di dittatura distrugge con la violenza fisica e psicologica. Questo è stato anche il parere di David Lloyd che, presente alla proiezione, ha incontrato gli spettatori prima della visione del film insieme a Jamie Delano, scrittore di fumetti prestato da qualche anno al cinema.
L’autore del romanzo grafico, Alan Moore, ha espresso invece un giudizio negativo nei confronti della pellicola, tant’é che ha preteso che il suo nome non fosse presente nei titoli. Memore delle infelici trasposizioni di altri due suoi lavori, From Hell (in Italia, La Vera Storia Di Jack Lo Squartatore) e La Lega degli Straordinari Gentleman (in Italia, La Leggenda Degli Uomini Straordinari), ha assunto una posizione troppo dura che probabilmente non rende giustizia a quello che è un ottimo film, di cui ricorderemo soprattutto una straordinaria Natalie Portman. (Giuseppe Fiscariello)
UN VENDICATORE ANARCHICO SI AGGIRA PER L’OCCIDENTE
Diciamo subito una cosa: questa volta sembra proprio che Alan Moore non ci abbia visto giusto. Difatti, differentemente dai giudizi e dalle prese di posizione polemiche nei mesi scorsi dello scrittore inglese, il film funziona ed è abbastanza fedele al fumetto da cui è tratto. Un giudizio da molti condiviso in sala all’anteprima nazionale al Napoli Comicon, soprattutto alla luce della mega produzione hollywoodiana, in teoria maggiormente predisposta a edulcorare ed annacquare le tematiche molto forti che il film tratta.
Invece pare proprio il contrario. Al di là dell’estetica organica al cinema mainstream, spettacolare e d’azione, il riferimento (se vogliamo anche allegorico) alle problematiche della situazione politica internazionale è abbastanza palese, tanto da trovarci di fronte, quasi necessariamente, ad una lettura politica di una pellicola inserita obbligatoriamente nel cinema di genere. Come successe per Matrix del resto, sempre per rimanere in casa Wachowski bros.
Come giudicare altrimenti il gesto liberatorio e rivoluzionario del fare saltare in aria i simboli del potere totalitario di un’Inghilterra da incubo? Oppure come interpretare il continuo interrogare lo spettatore sul senso delle parole “libertà” e “terrorismo” che ovviamente, nella nostra realtà, acquisiscono diversa valenza a seconda da quale latitudine vengono pronunciate?
Già perché l’Inghilterra raccontata nel film di James McTeigue assomiglia molto, sul piano dei simboli, a quella di 1984 di Orwell (e non a caso la parte del despota è interpretata da John Hurt che nella trasposizione cinematografica di 1984 vestiva i panni del perseguitato), ma anche soprattutto nella descrizione del controllo della società tramite la tv e quindi dell’invenzione continua di un nemico esterno da cui difendersi (altro tema caro ad Orwell) che assomiglia molto alla retorica demagogica che alimenta quella “guerra infinita” che ormai conosciamo bene.
L’elemento dirompente ed esplosivo (più delle stesse bombe di “V”) è quindi il far parteggiare lo spettatore per colui che il potere costituito chiama “terrorista” e che non disdegna l’utilizzo della violenza per incrinare lo status-quo e risvegliare le coscienze assopite. Un vero e proprio corto circuito politico e semantico nell’immaginario dello spettatore, ancora oggi funzionante quanto lo fu nel momento dell’ideazione del fumetto in piena era tacheriana. Non mi sorprenderei di sentire gli strilli e le sirene di certi opinionisti ben pensanti e omologati di casa nostra, nello stigmatizzare il messaggio provocatorio di questa pellicola. Ma si sa, è solo un film. E allora, più facilmente, superate le scene più spettacolari, tutto passerà in secondo piano dimenticando, o facendo finta di non capire, cosa rappresenta la maschera del protagonista “V”.
Sbaglierei pero’ a voler sottolineare solo l’aspetto del messaggio di un film che è anche intrattenimento, nel senso più nobile del termine. Il regista compie un ottimo lavoro di cesello equilibrando l’azione e la spettacolarità a lunghi momenti di introspezione e riflessione, dove le idee e le parole di Moore si percepiscono sotto traccia. Anche la struttura ellittica del plot è molto interessante e l’inizio, che velocissimamente catapulta l’attenzione nel nocciolo principale della trama per mezzo di un combattimento molto intrigante, svia lo spettatore facendogli credere di essere davanti al solito film americano, dove i duelli, la violenza e l’eroismo la fanno da padroni. Abbassata la guardia ecco che il film parte veramente e il ritmo rallenta per una narrazione più spesso riflessiva che adrenalinica, inframmezzata da picchi di puro cinema stile “Matrix”, per arrivare al climax finale veramente impressionante (e un po’ esagerato) dove la maschera di V è indossata da tutta la popolazione di Londra. Ossia le idee di V, poco prima oscene e terroriste, diventano l’emblema di una cittadinanza che si rialza e caccia il vero terrore, quello di un potere totalitario, bugiardo, bigotto e corrotto.
Non è un’operazione onesta cercare di mettere a confronto nei minimi particolari il film con il fumetto da cui è tratto. A me basta sentire che lo spirito dell’opera di Moore e Lloyd, anche se veicolato da una produzione miliardaria, sia in qualche modo rispettato. E su questo sento di spendermi con serenità, convinto che, dato l’ingente budget con cui il film è stato realizzato, probabilmente di meglio non si sarebbe potuto fare. (Alberto Casiraghi)
La pellicola sarà in tutte le sale italiane a partire dal 17 Marzo.
Sito ufficiale del film (versione italiana)