Non esiste una gerarchia nella catena alimentare, la natura selvaggia appartiene a tutte le creature viventi e io non ne sono che il guardiano…
Senza dubbio uno dei felini che suscita più fascino è la tigre.Forse per la bellezza e l’eleganza che contrappone alla sua pericolosità, oppure per il carisma e il senso di mistero che trasmette. Perché a differenza del pigro leone sdraiato al sole, non si circonda di una corte ma vive fiera e solitaria nel folto della foresta. Una nobile sovrana che conta unicamente sulla propria incredibile forza. C’è chi la studia, chi ne fa un simbolo, chi la rende protagonista di film e di romanzi e chi la racconta in storie a fumetti.
È il caso di Ahn Soo-Gil, autore coreano purtroppo scomparso nel 2005, che si innamorò a tal punto delle tigri da dedicar loro diversi anni della propria vita, osservandole e comprendendole fino a trasporle in manhawa come Tigre pubblicato in Giappone da Kodansha nel 2001. Attraverso di esso Ahn Soo-Gil ci ha lasciato in eredità la sua esperienza di naturalista e le sue riflessioni di uomo.
L’editore Clair de Lune l’ha recentemente proposto in due bei volumi per il mercato francese.
Baek Seongmin, collega dell’autore, mentre lo ricorda nella prefazione del primo volume, dice commosso di scorgere il suo volto sorridente nelle tigri che disegna. Andando a guardare è proprio così. Le simpatiche espressioni umane che a volte conferisce loro ricordano il viso dell’autore. Ciò testimonia una vena ironica che egli non rinuncia a inserire in quella che può essere definita una favola ma che è anche e soprattutto una rappresentazione veritiera di animali e ambienti splendidamente illustrati.
I combattimenti e le scene di caccia nel loro realismo posseggono una truce bellezza così come accade nella realtà della natura. Il racconto del resto è drammatico. Ahn Soo-Gil lo mitiga solamente con brevi siparietti comici chiedendo un minimo di sospensione dell’incredulità quando fa “ascoltare” i pensieri delle tigri. Infatti non ci sono dialoghi tra animali parlanti come ne Il Re Leone ma i protagonisti si limitano a esprimere tra sé e sé pensieri molto semplici che aiutano a comprenderne lo stato d’animo. Tuttavia nelle scene clou, su tutte il combattimento finale, l’autore lascia spazio al silenzio della battaglia in pagine cariche di tensione.
La trama vede un cucciolo di tigre, figlio del re della giungla, venire allevato dalla madre insieme alla sorella. La vita da piccoli è semplice e fatta di giochi ma l’ambiente, descritto con tutti i suoi pericoli, non risparmia né prede né predatori.
Quasi subito muore la sorella ma è quando compare una tigre bianca sconosciuta che gli eventi precipitano. Entrambi i genitori in momenti diversi lottano contro l’intrusa e muoiono rendendo l’addolorato cucciolo un orfano in balia della sua inesperienza.
Il nostro però non si arrende: animato dal desiderio di vendetta si allontana verso le montagne più alte e innevate. Lì fa nuove esperienze e intanto cresce, si fortifica, diventa spavaldo e cinico, fino a quando, non ancora adulto, sente di essere pronto per andare incontro al destino.
Tornato nei luoghi in cui è nato, si compie l’ultimo drammatico scontro con la tigre bianca, il cui esito lo segna nel fisico e nell’animo.
L’amara morale della favola e la conclusione della storia. La giovane tigre vince ma comprende che la vendetta è stata solo l’ultimo atto di una spirale d’odio che si augura non debba ricominciare. In fondo quale differenza c’è tra lui e il suo avversario? Entrambi sono predatori al vertice della catena alimentare, entrambi uccidono. Guardando gli animali che popolano la giungla e la ricchezza insita nella varietà di vita che offrono, la tigre conclude che sono loro i veri sovrani del suo regno.
Clair de Lune in contemporanea con il manhwa ha fatto uscire Tigre – Panthera Tigris. Si tratta di un volume cartonato dedicato interamente all’argomento tigri. Un’enciclopedia che al posto delle foto utilizza le illustrazioni di Ahn Soo-Gil, autore anche dei testi supervisionati da Lim Sun-Nam, direttore dell’Istituto di Ricerca sulle tigri selvagge coreane.
Vedremo se l’editore francese pubblicherà altri suoi lavori come Kaichambi la piccola tigre (2002), La tigre bianca di Joseon (2003) e La tigre bianca del monte Baekdu (2004). Speriamo infine che catturino l’interesse di una casa editrice italiana.
Abbiamo parlato di:
Tigre
Ahn Soo-Gil
Éditions Clair de Lune
, 2011-2012
Vol.1: 240 pagine, brossurato, bianco e nero e colore – 15,90€
Vol.2: 240 pagine, brossurato, bianco e nero e colore – 15,90€
ISBN: 9782353253630 – 9782353254255