Comunicato stampa
Dispettoso, irriverente, blasfemo. Il suo nome è stato tramandato per secoli, fino a perdersi nella notte dei tempi, tra racconti di stregonerie, strani rituali e burle ai danni dei catanesi. Alle sue mani, grandi e possenti, capaci di forgiare la lava ancora incandescente, si deve, secondo la tradizione, quello che sarebbe diventato il simbolo di Catania.
Nessuno sa con certezza se sia mai esistito o quale sia stato il suo volto, eppure, oggi, il mago Eliodoro spadroneggia incontrastato sul Manifesto di Etna Comics 2018 grazie alla sapiente matita di Tanino Liberatore, tra i big della quattro giorni de “Le Ciminiere”.
È lui, il “Michelangelo del fumetto post-moderno”, creatore di quel RanXerox che sarebbe diventato una delle più grandi icone del panorama fumettistico europeo, l’autore dell’immagine grafica dell’ottava edizione del Festival Internazionale del Fumetto e della Cultura Pop.
Dopo il mito del paladino Uzeta, che ha accompagnato i fan di Etna Comics alla settima edizione della kermesse, il talento del celeberrimo maestro abruzzese ha ridato idealmente vita ad uno dei più misteriosi personaggi semi-leggendari della storia di Catania, proseguendo così un percorso iniziato lo scorso anno con l’obiettivo di accendere i riflettori sui principali miti e le più suggestive tradizioni nostrane.
Figlio di una nobile famiglia siciliana, Eliodoro fu accusato dai suoi contemporanei di essere un negromante. Secondo la leggenda, infatti, fallito l’obiettivo di diventare vescovo di Catania, avrebbe incontrato uno stregone che lo iniziò alla magia, consegnandogli un antico manoscritto attraverso il quale sarebbe riuscito ad invocare il demonio col quale avrebbe poi stretto un patto: avrebbe rinnegato la sua fede cristiana se gli avesse concesso il potere che tanto bramava e col quale, in sella al suo elefante, ne avrebbe combinate di tutti i colori ai catanesi.