“Ci sono più misteri nell’ombra di un uomo che in tutte le religioni, passate, presenti e future.”
(Giorgio De Chirico)
Quando scrivo di un bel fumetto uscito da poco, sono sempre assalito dai dubbi e mi faccio sempre le stesse domande: resisterà nel tempo? O il suo successo sarà solo un fenomeno passeggero? Finirà nel dimenticatoio tra l’indifferenza del pubblico? Puntare sulle opere del nuovo millennio per comporre una biblioteca essenziale sul fumetto è un azzardo. Ma bisogna puntare. Soprattutto ora, in un momento in cui il pubblico è diviso a metà: da una parte i nostalgici, quelli che pensano: “Era meglio prima!”; dall’altra i distratti, che pur passando in rassegna una moltitudine di opere non riescono in essa il capolavoro.
Di un’opera come Interno Metafisico con Biscotti sono sicuro. Sono sicuro che resisterà al tempo acquistando un valore sempre più grande, non appartiene alla categoria dei fenomeni passeggeri e soprattutto non finirà nel dimenticatoio.
Con quest’opera, Sebastiano Vilella spiazza completamente il suo pubblico e gran parte della critica, abituati alle sue storie noir dell’esordio, al suo bianco e nero che lo ha sempre contraddistinto e sforna uno dei capolavori del nuovo millennio.
Un fumetto unico per atmosfera, realizzazione grafica e soprattutto per la storia con cui Vilella riesce a unire le sue due grandi passioni: il fumetto e la pittura, in particolare quella di Giorgio de Chirico. Perché è proprio il padre della pittura metafisica l’incontrastato protagonista del racconto che l’autore barese ci propone.
Un Giorgio de Chirico giovane e malaticcio, che muove i primi passi verso la pittura che lo renderà celeberrimo in tutto il mondo. Vilella però non intende realizzare l’ennesima biografia a fumetti; è più attratto dall’interiorità del suo protagonista, quell’interiorità che lo porta a sognare e immaginare le sue opere future qui adombrate da un misterioso incubo che si materializza in alcuni delitti. Ed è qui che entriamo nel fumetto vero e proprio, popolato da una serie di personaggi reali (come il fratello dell’artista, il musicista Alberto Savino e il poeta Guillame Apollinaire) e di assoluta fantasia come l’ambiguo investigatore privato Aristarco De Vittiis, che avvolgono la storia di un fascino misterioso e intrigante.
Su tutto il fumetto aleggia il talento visionario di Vilella che impregna totalmente l’opera di una permanente oscurità in cui spicca il vigoroso tratteggio a tempera bianca che rende ogni tavola un’opera a se stante: assolutamente magistrale l’uso delle luci (che rifà il verso per ovvie ragioni alle opere di De Chirico) e delle inquadrature a cui si contrappone una ricostruzione storica visibile in ogni squarcio o panoramica delle città in cui il giovane De Chirico si muove nell’arco di tempo scelto dall’autore per raccontare questa vicenda romanzesca; Firenze, Parigi e Ferrara assumono così un aspetto bohémienne ma al contempo tetro e inquietante grazie alle proiezioni di lunghe ombre che sottolineano l’aspetto metafisico dell’opera.
Una narrazione coinvolgente e colta; un giallo misterioso che cattura il lettore dalla prima all’ultima tavola. Un capolavoro che mischia abilmente realtà e fantasia, che racconta una parte fondamentale della vita di De Chirico (in cui il maestro realizza i capolavori della pittura metafisica) attraverso i suoi affetti familiari (l’amore per la madre e per il fratello, il ricordo della sorellina prematuramente scomparsa), le sue amicizie in un paese sull’orlo della prima guerra mondiale e alle prese con la terribile febbre spagnola.
Ma soprattutto un’opera coraggiosa, che spicca per originalità nel panorama invaso dalle così dette graphic novel: un coraggio e un’originalità dimostrate dall’artista barese fin dal titolo (che riprende una nota opera di De Chirico) ma soprattutto un’opera di ricerca, che il lettore stupìto non può far altro che constatare, consapevole di avere tra le mani un fumetto per molti versi unico.
L’unicità di Vilella è data anche dal coraggio dimostrato dall’autore nel volersi misurare con una figura così immensa come quella di Giorgio De Chirico, il pittore italiano più importante del XX secolo. La capacità di Vilella è proprio quella di catturare il lettore ed immergerlo nella testa di De Chirico; mentre leggiamo l’opera ci immedesimiamo con il genio pittorico del padre della metafisica e questo avviene grazie all’incredibile abilità di Vilella nel descrivere non solo i sogni e le inquietudini di De Chirico, ma anche i vari contesti storici in cui la sua arte prende vita.
In assoluto il miglior fumetto italiano del 2009 e uno dei migliori del nuovo millennio.
Curiosità
Il periodo storico in cui Vilella romanza la vita di De Chirico è compreso tra il 1908 e il 1918. La storia è liberamente ispirata all’autobiografia dell’artista Memorie della mia vita pubblicata da Garzanti. Tra le varie altre figure storiche presenti nel fumetto, vi sono quella del collezionista d’arte Paul Guillaume e degli artisti Filippo De Pisis e Carlo Carrà.
Sebastiano Vilella, insieme a Onofrio Catacchio, Giuseppe Palumbo, Igort ecc… fa parte di quel gruppo di autori che si imposero all’attenzione del pubblico all’inizio degli anni ’90, dando un contributo notevole al fumetto italiano indipendente. Successivamente la carriera dell’autore barese è andata in crescendo soprattutto con l’inizio del nuovo millennio; oltre a Interno Metafisico, Vilella, sempre per Coconino Press, ha ripreso un suo vecchio personaggio, Il commissario Italo Grimaldi nella graphic novel Requiem per due c… (2012) e lo splendido L’armadio di Satie (2016). Nel 2019 esce la sua ultima fatica, Friedrich lo sguardo infinito, dedicato al pittore Caspar David Friedrich, un altro lavoro da leggere assolutamente.
Nonostante l’altissimo valore delle sue opere, anche Sebastiano Vilella, come l’amico e collega Onofrio Catacchio, è stato scandalosamente ignorato nel volume della Rizzoli Fumetto – 150 anni di storie italiane.
Edizione Consigliata
Finalmente dopo più di 10 anni la casa editrice Oblomov ci restituisce questo capolavoro così come era stato pensato dall’autore: se la precedente edizione della Coconino Press fu stampata in un bianco e nero che non rendeva giuristi ai al concetto cromatico pensato da Vilella, in questa nuova edizione possiamo ammirare l’opera in tutta la sua bellezza. Nell’edizione della Coconino, vi era una bella e utile postfazione al volume dello stesso Sebastiano Vilella, che aiutava a comprendere la complessa figura di Giorgio De Chirico. Nel volume consigliato invece non è stata inserita preferendola ad una galleria di bellissimi inediti realizzati da Vilella.
Altre edizioni
Ovviamente la prima edizione del 2009 di Coconino, ma ad essere sinceri, vista la recente riedizione ad opera di Oblomov, è trascurabile.