Nel settimo albo di Samuel Stern, L’agenzia, il “rosso” e padre Duncan raggiungono un paesino inquietante, ricordando le trasferte a suon di battibecchi di Dylan Dog e Groucho. La serie di Massimiliano Filadoro e Gianmarco Fumasoli, tornati alla sceneggiatura insieme a Marco Savenago dopo un mese di pausa, inanella il secondo episodio convincente consecutivo, intrecciando con successo trama verticale e orizzontale.
Mentre preparano una futura apocalisse, gli autori introducono un piano di realtà invisibile agli uomini comuni, come ha fatto Jason Aaron nella sua gestione di Doctor Strange. Se le entità soprannaturali spesso si celano, molto più concreti appaiono i comprimari del capitolo, due membri di un’agenzia sui generis: il più esperto è decisamente riuscito, col suo fare pragmatico, istrionico e il linguaggio infarcito di inglesismi tipico dei manager; il più giovane, seppur funzionale allo sviluppo della storia, presenta un comportamento estremo, al limite dello stereotipo o del caricaturale.
Oltre a loro, si mette in luce il “vecchio” Duncan, approfondito sul piano psicologico anche se escluso dall’azione, di cui è protagonista Samuel. Dal canto suo, Paolo Antiga, che strizza l’occhio alla pelle di S. Bartolomeo del “Giudizio universale” di Michelangelo, riesce a valorizzare tutti i personaggi, disegnandoli con tratto granitico ulteriormente irrobustito dalle ombreggiature: la mimica facciale e i movimenti sono realistici e denotano un’attenzione che si ritrova anche nelle architetture.
Abbiamo parlato di:
Samuel Stern # 7 – L’agenzia
Massimiliano Filadoro, Gianmarco Fumasoli, Marco Savenago, Paolo Antiga
Bugs Comics, maggio 2020
96 pagine, brossurato, bianco e nero – 3,50 €
ISSN: 977270467900400007