In una città popolata da personaggi bizzarri, l’anomalo suicidio di Pol Riviera, star della TV che lavora nel mondo dell’arte, allerta la polizia e coinvolge nelle indagini il commissario Mortenson. Chiamato a risolvere il caso, ben presto si rende conto di come questo sia molto più complicato del previsto, poiché egli deve anche destreggiarsi tra vari diktat imposti dai suoi superiori e da personaggi non del tutto affabili.
In realtà, l’idea di aprire il fumetto con il suicidio e quindi dare all’intreccio i connotati del giallo, appare un espediente narrativo per avvincere il lettore e sopperire al ritmo lento con cui parte tutta la vicenda.
Ben presto, infatti, ci si accorge che il focus si sposta, più che sulla vicenda in sé, sull’atmosfera generale e sui personaggi che, benché bizzarri, vengono introdotti e fatti recitare in maniera assolutamente credibile sulla scena.
I personaggi rivestono il ruolo centrale del fumetto. Nel loro essere fuori dagli schemi, a tratti grotteschi, si rivela la grande cura dell’autore nel tratteggiarli. Non abbiamo alcun eroe, né delle donne bellissime. Piuttosto un commissario di polizia, destinato comunque a soccombere al di là dell’esito della vicenda, depresso e taciturno, costantemente e volontariamente disconnesso dal mondo esterno mediante delle vistose cuffie. Anche nella scelta dei gusti musicali, così vari e per nulla in accordo tra loro, l’autore ci comunica la complessità e l’incoerenza del personaggio.
Ma nonostante questo suo (apparente) distacco e forzato isolamento, il detective si lascia coinvolgere da Pris, segretaria del presunto suicida, con una facilità disarmante. Pris è un altro personaggio cardine del fumetto; appare lontana – sia graficamente che caratterialmente – dall’essere la donna ammaliatrice, pur tuttavia trovandosi, suo malgrado, ad interpretare questo ruolo. Interessante a tal proposito è la dissacrante idea di Marco Galli di farle interpretare oltre al ruolo della segretaria quello della prostituta, in questo modo difficilmente il lettore potrà immedesimarsi, né tanto meno appassionarsi alle vicende amorose del commissario e di Pris. nei confronti della potenziale vicenda amorosa, che non rappresenta affatto un tema del fumetto.
E mentre la vicenda cresce di intensità, e il mondo onirico prende il sopravvento, arriva il finale, che è straniante e a tratti spiazzante e rappresenta una summa di tutta la follia che permea il fumetto, e che, a conti fatti, non risparmia nessuno. Forse qui risiede il leggero difetto del fumetto: in certi punti la trama sembra non progredire troppo ed i personaggi non vengono tutti approfonditi nello stesso modo, nascono e muoiono senza un reale sviluppo.
I punti di forza, al contrario, sono molteplici e tutti ben amalgamati tra loro, tanto da rendere la lettura piacevole e mai frammentata o laboriosa.
L’atmosfera che permea tutta l’opera è senz’altro debitrice di quelle lynchiane, tanto da poterlo definire quasi un noir surrealista.
Interessante è anche l’idea di tirare in ballo il mondo dell’arte, del quale l’autore si diverte a mettere in risalto tutte le contraddizioni. Emblematico, a tal proposito, è il passaggio dove Mortenson interroga i vari artisti della scuderia di Pol Riviera.
Graficamente, il volume si presenta sperimentale e pieno di idee innovative a livello di layout, derivate soprattutto dal forte connotato cinematografico – sembra infatti che i due riquadri orizzontali fissi per ogni pagina siano i fotogrammi di un film.
Ad avvalorare ulteriormente questa tesi, durante l’irruzione della polizia in una delle sequenze finali, si ha l’impressione di stare all’esterno di uno studio cinematografico, quasi come se tutto il fumetto non fosse altro che una recitazione, in cui i personaggi sono consapevoli da star recitando. Ed è interessante come alcune inquadrature, sempre nel finale, svelino alcuni artifici tipici della scena – come ad esempio i due titolari della Zuma che altro non sono che due manichini.
Altra idea degna di nota è stata riempire il nero che separa i riquadri con il testo del fumetto, trasformandolo così in dei veri e propri baloon. Pertinente anche l’idea di giustappore come sfondo alcune fotografie non ritoccate, in modo da mettere in evidenza ancora una volta il forte contrasto tra il narrato ed il narratore.
La bravura dell’autore è stata nel creare un mondo nel quale sarebbe potuto accadere qualsiasi cosa senza generare contraddizioni o incosistenze narrative.
Una ottima prova di Marco Galli, che ci regala un fumetto assolutamente atipico e fresco, ben scritto e incredibilmente grottesco. Da leggere e rileggere!
Abbiamo parlato di:
Oceania Boulevard
Marco Galli
Coconino Press (collana Coconino Cult) – 2013
152 pagine, cartonato con sovracoperta, colori, 17×24 cm – € 22,00
ISBN: 9788876182365