Morte, vita e di nuovo morte: Martoz e Il Cacciatore Gracco

Morte, vita e di nuovo morte: Martoz e Il Cacciatore Gracco

L'arte di Martoz al servizio del racconto incompiuto di Franz Kafka ci trasporta in una dimensione metafisica dove l'irreale sfida le convenzioni attraverso un tratto evocativo e naif.

– “Lei è morto?”
– “Sì, come vede” rispose il cacciatore.

C’è una grande promessa narrativa, che tale è rimasta a lungo, in quello che forse sarebbe stato l’incipit del racconto incompiuto di Franz Kafka intitolato Il cacciatore Gracco. Ma se la natura aborra il vuoto, per dirla con Aristotele, la creatività, spesso, mal sopporta la mancanza di un finale.

Forse, forte di questo moto d’animo, o forse semplicemente perché spinto dal desiderio di narrare una storia dai percorsi potenzialmente infiniti ed ancora incompiuti, Alessandro Martorelli, in arte Martoz, classe 1990, ha scelto di raccontare, nel linguaggio fumetto, quella parte di storia che non c’era, la chiusura del cerchio della vita dopo la vita del più grande cacciatore della germanica Foresta Nera, morto per un banale incidente in barca durante la caccia del camoscio bianco.

QUANDO MANCA UN CARONTE…

Ma senza un esperto Caronte alla guida, si sa, le acque dei fiumi tracciano sentieri ondivaghi, che terminano anche dove meno te l’aspetti, per esempio nel mondo dei vivi. Torna Gracco così alla vita, e alla caccia, assetato di vendetta e incapace, nella sua affannata ricerca del camoscio bianco, di abbeverarsi a qualsiasi altra fonte di piacere e soddisfazione, nel corso della sua rinnovata esistenza, nonostante il destino o il caso più volte gli offra occasioni per fermarsi e appendere il fucile da caccia al chiodo.

Una metafora che sa di iperbole, una narrazione che riecheggia, cita, evoca e, a volte, schernisce ed esalta ora i miti, ora le leggende, ora la narrativa, vestendo i panni dell’epopea che ricorda quella di Ulisse, il suo viaggio, ma anche la follia di Orlando.

Un romanzo a fumetti che è forte di un’allegoria capace di raccontare le contraddizioni della vita ma al tempo stesso dal carattere metanarrativo, citazionista e raffinato, oltre che denso di una serie di “scazzottamenti”… pardon, di una serie di duelli e confronti e scontri nel solco e nella tradizione dei migliori romanzi d’avventura.

LA FORZA EVOCATIVA DI UN VIGOROSO SEGNO NAIF

E poi, il segno: periodicamente, nell’editoria a fumetti, esce un libro che, provocatoriamente, tenta di riscrivere alcune regole dei meccanismi narrativi della nona arte, di ampliarle, di presentarle da un punto di vista diverso. Con un pizzico di Salvador Dalì nelle matite e con Jean-Michel Basquiat a fargli da angelo custode, Martoz tenta, credo inconsapevolmente, di scrivere quel tipo di libro.
E probabilmente ci riesce, anche se una conferma definitiva arriverà solo tra qualche anno, il tempo necessario a metabolizzare quella che è, consci o inconsci, una piccola grande rivoluzione avanguardistica. Appassionatamente grottesco, dirompente come un arcobaleno che ti fa un occhio vero. Da leggere e rilegge.

Abbiamo parlato di:
Il Cacciatore Gracco
Martoz
Coconino Press, ottobre 2017
408 pagine, brossurato, colori – 25,00 €
ISBN: 9788876183690

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