Il Federal Bureau of Physics è il dipartimento incaricato di intervenire ogniqualvolta si manifestano sovvertimenti delle leggi naturali, come buchi neri, assenza di gravità e simili. Protagonista principale è Adam Hardy, agente del FBP e figlio d’arte: il padre era uno scienziato scomparso proprio durante un evento anomalo. Scavezzacollo, fascinoso e tormentato, il personaggio si inserisce di diritto nella schiera degli antieroi tutti d’un pezzo, ovvero di quei personaggi che, pur non ambendo a salvare il mondo, passano le loro giornate a fare poco altro.
Nonostante il ricorso a numerosi cliché, i primi due volumi della serie costituiscono una lettura non appassionante ma godibile, per merito di dialoghi ben calibrati, un buon ritmo, e disegni di una qualità decisamente sopra la media.
La sceneggiatura di Simon Oliver (autore sempre per la DC Comics di The Exterminators) tradisce le sue esperienze in ambito televisivo, per via di una scrittura molto meditata e bilanciata, che innesta soluzioni originali e indovinate su di un canone tradizionale, donandogli così freschezza. Grande attenzione quindi alla rapidità di lettura, frequente uso di flashback e continui cambi di ambientazione, registro diffusamente ironico e colpi di scena a intervalli quasi regolari.
Dovendo scegliere un genere, potremmo annoverare il titolo nei thriller, vista l’immancabile multinazionale che cospira nell’ombra e la misteriosa morte (o sparizione) del padre del protagonista, i cui responsabili sono ancora ignoti. Per il momento (siamo al secondo volume, numero 13 dell’edizione USA) FBP pare mancare di una vera personalità: le buone intuizioni che fanno capolino nei vari episodi non bastano da sole a definire un progetto che, finora, ha lavorato per accumulazione. Dopo quasi 300 pagine lo scrittore ha ancora in mano buona parte delle sue carte e la sensazione è che la serie possa andare in ogni direzione, avendo lasciato aperte tutte le sottotrame via via introdotte.
La parte grafica è affidata al bravo Robbi Rodriguez, il cui tratto elegante e dinamico ricorda – mutatis mutandis – quello di Ciryl Pedrosa. Rodriguez regala grande espressività ai volti, contribuendo a dare compattezza al tono umoristico che spesso permea le pagine del fumetto.
Le sue tavole sono di grande leggibilità e efficacia, perfettamente in grado di interpretare lo stile narrativo impostato dallo sceneggiatore, con particolare attenzione ai primi piani e al cambio di inquadratura e convincendo sia nelle sequenze dialogate che in quelle d’azione.
Il suo lavoro si incontra/scontra con quello del colorista Rico Renzi, cui spetta il compito di restituire, tramite “effetti speciali”, i fenomeni eccezionali che il FBP deve affrontare. Unica pecca ascrivibile al lavoro del disegnatore è la frequente assenza di sfondi, solo in parte giustificabile dallo stile più virato al caricaturale che al realistico: in alcune tavole si avverte una certa mancanza di cura per i dettagli dell’ambientazione, con fondali che si riducono a campiture di colore piuttosto anonime.
Alla fine del secondo volume è netta la sensazione che la serie sia in crescita: nei prossimi episodi capiremo se la fase di rodaggio può dirsi conclusa e quali carte Simon Oliver ha da giocare.
Abbiamo parlato di:
Federal Bureau of Physics # 2 – Vorrei che tu fossi qui
Simon Oliver, Robbi Rodriguez, Rico Renzi
Traduzione di Susanna Raule
RW Lion, Marzo 2015
144 pagine, brossurato, colori – € 12,95
ISBN: 9788868737696