“Simulacri” e “La casa delle Magnolie”: intervista a Flavia Biondi

“Simulacri” e “La casa delle Magnolie”: intervista a Flavia Biondi

A "Più Libri più Liberi" di Roma abbiamo fatto alcune domande all'autrice toscana in merito al suo ultimo, ambizioso, lavoro.

Copertina di "La casa delle magnolie" di Flavia Biondi (Bao Publishing, 2023)Flavia Biondi è una fumettista toscana che vive a Bologna, dove si è laureata in Fumetto e Illustrazione all’Accademia di Belle Arti. Nell’ultimo anno è tornata sugli scaffali delle librerie con Simulacri per Sergio Bonelli Editore, su testi di Marco B. Bucci ed Eleonora C. Caruso, e con La casa delle magnolie per Bao Publishing, un affresco sulla guarigione del cuore che è anche uno dei suoi lavori più ambiziosi dal lato tecnico. L’abbiamo incontrata a Roma, alla fiera Più Libri più Liberi, e le abbiamo fatto alcune domande sulle sue ultime opere.

Ciao Flavia, grazie per il tempo che ci stai dedicando. La tua ultima storia, La Casa delle Magnolie, edita da Bao Publishing, è la tua opera più lunga finora ed è la prima che realizzi interamente a colori. Quanto è stato impegnativo rispetto alle tue storie precedenti?
La casa delle magnolie racconta del rapporto e del percorso di Ada e di Amelia, due donne che hanno difficoltà a condividere e affrontare il proprio passato.
Ho avuto bisogno di più spazio, di più pagine per descrivere i loro sentimenti, perché sentivo che la chiave per raccontare questa storia nel modo migliore fosse dare il giusto tempo di esprimersi ad ogni personaggio.
Questo è un racconto che parla di due persone che si prendono del tempo per guarire vecchie ferite e anche io come autrice ho voluto in qualche modo prendermi il giusto spazio per trovare il modo migliore di raccontarle.
Dal lato tecnico ovviamente, rispetto al bianco e nero, ci vuole fisicamente più tempo per realizzare un fumetto a colori, ma lavorandoci mi sono resa conto che avevo un po’ sottovalutato quanto fosse complicato il linguaggio del colore. Quando ho cominciato a colorare questo libro sono partita dalla prima pagina e dato che l’inizio di questa storia è molto sereno ho usato un approccio realistico; poi però l’azione è diventata più drammatica e mi sono trovata a dover rapportarmi anche con sentimenti più complicati dei personaggi, che mi hanno obbligata a rivedere il metodo. Così improvvisamente nella storia ci sono un sacco di scene di notte o al tramonto, perché mi servivano per cambiare proprio la palette della tavola e trasmettere meglio certi sentimenti. Mi sento di dire: tanto di cappello al lavoro di chi fa colorista! Perché in effetti è un alfabeto completo all’interno del fumetto; è un linguaggio che bisogna imparare a padroneggiare al pari del disegno e della scrittura.

Una pagina di "La casa delle magnolie" di Flavia Biondi (Bao Publishing, 2023)Ci è voluto molto tempo quindi per completare la storia…
Ho iniziato in effetti cinque anni fa, ma non l’ho portata avanti continuativamente. La stesura è stata interrotta da altre collaborazioni, come quella con Dark Horse per Ruby Falls, o con Bonelli per Simulacri, ma avevo proposto subito l’idea a Bao perché secondo me era l’editore ideale per questo racconto e non vedevo l’ora di completarlo perché è una storia cui sono estremamente legata.

Ora che hai esplorato anche il colore, pensi di rimanere su questa strada?
Nella mia identità di narratrice penso di preferire di più delle formule che siano una via di mezzo. Una bicromia, ad esempio. In ogni caso credo percorrerò un approccio al colore un pochino più rarefatto perché lo sento più affine a me. Però è stata un’esperienza estremamente formativa e non escludo in futuro di rifare qualcosa al 100% a colori.
In fondo ammetto che cimentarmi con i colori della primavera toscana, nei tempi e nei luoghi in cui è ambientata questa storia è stato molto bello per me. Mi ha permesso di illustrare la bellezza dei paesaggi della campagna in cui sono cresciuta.

Questa è una storia che hai disegnato e scritto da sola, ma hai spesso lavorato come disegnatrice su testi di altri. È meglio farsi scrivere i fumetti o scriverseli da soli?
A me piace scrivere le storie: voglio avere molto controllo su quello su cui lavoro e questo mi permette di esprimermi liberamente, che è un bel privilegio. Però come scrittrice so di avere dei limiti quindi è bello affidarsi a chi può scriverti una storia diversa. Dipende però dalla collaborazione, se mi capita di trovarmi in perfetta affinità come con Marco B. Bucci ed Eleonora C. Caruso di Simulacri.

Una pagina di "Simulacri" con i disegni di Flavia Biondi (Sergio Bonelli Editore, 2022)A proposito, solitamente le tue storie si focalizzano sui rapporti umani e la quotidianità, mentre con Simulacri hai avuto, forse per la prima volta, l’occasione di esplorare atmosfere sovrannaturali e perfino orrorifiche in un racconto a fumetti. È stata più una sfida o un divertimento?
In generale apprezzo molti generi narrativi, ma come scrittrice mi sento più sicura nello slice of life. Questo è anche un mio limite, come dicevo prima. A livello di disegno invece mi piacciono tantissime cose! Con Simulacri mi sono divertita tantissimo sui testi di Marco ed Eleonora: è stato estremamente interessante avere questo approccio un po’ horror, un po’ suspense… un po’ anche sexy e cupo! È stato un esperimento sia formativo che ricreativo.

Giulio Macaione, disegnatore che si alterna a te in Simulacri, nel nostro podcast ha confessato che esiste un gruppo WhatsApp in cui vi scambiate commenti sulla lavorazione. Vi siete stupiti che una storia con delle immagini così audaci e con così tanti personaggi queer fosse stata chiesta proprio da un editore considerato spesso conservatore come Bonelli?
Sì, è vero, c’è un gruppo che inizialmente si chiamava “Il progetto che non parte” perché c’erano state una marea di rallentamenti. Poi è stato cambiato in “Il progetto che parte” nel quale effettivamente ci siamo stupiti, passo passo, ogni volta che uno storyboard o una sceneggiatura passavano le correzioni senza problemi. A dire il vero, Bonelli ci ha lasciato un’incredibile carta bianca. Sono intervenuti in maniera veramente rarefatta e più che altro sul parlato dei personaggi, però dal punto di vista dei contenuti e delle immagini non abbiamo praticamente ricevuto nessuna forma di censura. Eravamo più noi a farci problemi: Giulio, che ha disegnato le parti più erotiche, si vede cambiare stile durante i numeri proprio perché ci siamo resi conto che non avevamo vincoli.

Una pagina di "La casa delle magnolie" di Flavia Biondi (Bao Publishing, 2023)Nella prefazione di Le Maldicenze, una raccolta di due storie su due ragazzi che devono mettere in discussione la loro mascolinità, parli del fatto che sia giusto empatizzare anche con personaggi diversi da noi. Attualmente però, la presenza di molti personaggi queer nei fumetti è considerata forzata o “politicamente corretta”. Tu cosa ne pensi?
Faccio parte di quella generazione che da adolescente non aveva nessun modello di riferimento nei film, nelle serie, nei fumetti, quindi per certi versi non ne ho mai abbastanza. Anzi, quasi ho bisogno di risarcire la me stessa adolescente che pensava di essere una persona diversa. Quindi da lettrice/spettatrice non mi bastano mai. Adesso forse facciamo troppo caso quando ci sono due, tre, quattro personaggi queer in una storia e ci sembrano inseriti forzatamente, ma se prendessimo, banalmente, un campionario a caso di persone in un bar in realtà troveremmo persone queer ovunque. Quindi è normale che ci siano anche nelle storie. Spesso offrono tematiche e trame che magari ancora non sono state esplorate e quindi c’è come una corsa da parte di chi scrive a voler raccontare questi personaggi, ma non credo ce ne siano troppi.

Grazie infinite per il tuo tempo, Flavia. A presto.

Intervista realizzata dal vivo a Più Libri più Liberi 2023

Flavia Biondi

Autrice di fumetti nata a Castelfiorentino nel 1988. Dopo la laurea presso L’accademia di Belle Arti di Bologna è fra i fondatori dell’etichetta di fumetto indipendente Manticora Autoproduzioni con cui collabora alla realizzazione di numerose antologie. Esordisce con la casa editrice Renbooks con cui pubblica Barba di Perle (2012), L’orgoglio di Leone (2014) e L’importante è finire (2015), tre graphic novel a tematica LGBT+. Con BAO Publishing pubblica i graphic novel La generazione (2015), La giusta mezura (2017) e Le maldicenze (2021). Collabora come disegnatrice alla realizzazione di serie per Berger Books, Ruby Falls (2019), Shifting earth (2022) e per Sergio Bonelli Editore, Simulacri (2023).

Un ritratto di Flavia Biondi per mano di Mabel Morri

https://www.lospaziobianco.it/mabel-morri-racconta-flavia-biondi/

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