La pubblicazione di raccolte di Doonesbury in Italia non è una novità. La più bella è stata “Flashback” edizioni Baldini & Castoldi del 1997 [1], con il meglio dagli anni ’70. Trudeau ha un discreto culto anche dalle nostre parti ed esce su Linus da decenni. Vi diamo subito pero’ qualche buon motivo per procuravi questa penultima uscita in volume (seguita dal volume “Bel lavoro, George!”), intitolata “La lunga strada verso casa“.
Contiene la sequenza che ha dato uno choc a molti lettori, uno degli episodi più amari e duri nell’universo parallelo delle comic strip. BD, il personaggio sempre disegnato con un elmetto in testa (quello da giocatore di football ai tempi dell’università e da soldato americano dopo), perde una gamba in Iraq. In ospedale per la prima volta in trentacinque anni viene raffigurato a capo scoperto. E nuda apparirà la psiche di questo reduce nel ritorno a casa, avvolta in tristezze e sarcasmi. Una svolta dura anche per uno come Trudeau che pure in passato ha ricamato amarezze e scherzato anche con la morte di alcuni dei personaggi. Quasi un segno, come se il bicchiere, la brocca, la piscina dell’indignazione fosse ormai davvero piena.
Eppure Trudeau non perde mai la bussola di una leggera e malinconica ironia, caratteristica del suo stile. Bella e davvero emblematica di tutta la sua opera la striscia presente nel retro di copertina, il dialogo tra DB e la figlioletta (i13.tinypic.com/2lks9lf.gif). Dimostra la grande abilità dell’autore nel fare sorridere su dolore, miserie e dolcezze dei suoi personaggi. Colpisce il lettore anche se non si conoscono i particolari della grande saga di Doonesbury, la storia di BD, il nome Sam della figlioletta, le lunghe vicende di Walden. Funziona anche così, per la grande universalità dei temi dei toni di Trudeau. Una guerra stupida, il danno, uno sguardo dolce e allo stesso tempo carico di pungente ironia su un tempo che si è perso, che non c’é mai stato, tra padri figli.
Il melange di umorismo e tristezza, pietà e passione civile, realismo e metafore grafiche, vita comune e satira politica è una delle grandi magie di Doonesbury.
Doonesbury è anche detestato da molti, non lo nascondiamo. In genere coincidono con quelli che non hanno letto più di dieci strisce dalla saga. Niente da dire, è un sacro diritto del lettore quello di non leggere (Daniel Pennac, “Come un romanzo” [2]). Comprendiamo le perplessità, questa striscia è come uno di quegli amari che impari a gustare molto tardi, da adulto, dopo averci provato e riprovato a gustarlo (e confessiamo di appartenere a quella categoria). Troppo sofisticata come soap opera per chi ama le ambientazioni familiari, decisamente intricata la saga da seguire e ricostruire. Quelli che odiano la politica possono essere indispettiti dai riferimenti a quella americana, specie se li si ignora.
In realtà Doonesbury è una formula molto complessa, di quelle che quando le disegni su una lavagna ti perdi. Non è solo una continuity strip, con i personaggi che crescono, invecchiano, si sposano, divorziano, entrano in crisi e persino muoiono. Non è solo satira politica ma anche sociale, non esiste accondiscendenza verso i protagonisti. La cronaca è mescolata con la fiction (con la pazzesca figura di Duke, un vero figlio di puttana, una figura immaginaria di opportunista che ritroviamo a sguazzare in tutte le peggiori e vere storiacce di questi anni). E la politica passa quasi sempre attraverso la prospettiva delle gente comune, esce dai televisori, dai media, dai problemi concreti.
Non ci sembra un caso che alla prefazione a questa raccolta si sia prestato uno come Sergio Staino. Il suo Bobo è un buon esempio di come si possa scherzare sulla politica con un’angolazione bassa, non quella dei palazzi del potere ma quella di una normale famiglia. C’é una potente osservazione delle nuove tendenze contemporanee. Trudeau avrebbe molte giustificazioni per essere ormai un vecchio bacucco, visto che è in giro da tempo, ha iniziato a novellare nel 1968 quando i computer occupavano intere stanze. Eppure il suo modo di raccontare internet e il web prenderà a schiaffoni anche il lettore più evoluto.
Doonesbury non è solo realismo, carica com’é di simbologia.
Nella saga i potenti non sono mai raccontati con caricature. In realtà le adorano, sono un contorno del successo, in Italia se le fanno spedire da gente come Forattini, esempio tipico della satira di superficie. La satira più apprezzabile e forse anche la più intelligente è quella che non ha bisogno di pagliacciate alla Bagaglino (il noto programma TV). Trudeau non degna mai con caricature i politici, quasi mai li nomina (ma ci sia consentito di spezzare una riga per ricordare che anche in Italia troviamo grandi artisti della satira come Altan e Contemori che adottano questa prospettiva). Bush junior appare come un asterisco sotto un elmo da guerra dell’esercito romano. Leggiamo solo l’idiozia dei suoi discorsi. Il governatore della California, il noto attore Arnold Schwarzenegger viene raffigurato come una possente mano da culturista. Anzi, suprema beffa, mai viene chiamato con il suo vero nome ma con quello di “Herr molestator”, pesante riferimento alle accuse di ripetute molestie sessuali che hanno accompagnato e seguito la sua elezione.
I difetti della raccolta curata dall’Arcana. Le oneste recensioni hanno il dovere di riportarli. Le sunday comic sono state un po’ maltrattate. Le versioni originali sono a colori ma qui il lettore italiano le ritrova in scala di grigio. Poco male, ci sono dietro quasi certamente ragioni di costi. Il guaio grosso arriva con la loro impaginazione. Il taglio quadrato del volume consente solo tre strisce per pagina. Ottimo per quelle giornaliere ma le domenicali di Trudeau sono su quattro file di rettangoli. Il risultato è che un pezzo della tavola originale scappa e segue o precede sempre su un’altra pagina. Il tutto appare spezzettato e si è rimediato con una pezza: file di asterischi per evitare equivoci nelle sequenze. Non è il massimo sul piano filologico, un appassionato può sollevare il sopraciglio ma si possono comunque leggere.
Utili le note inserite qua e là per aiutare il lettore. Ottima la traduzione di Flavia Abbinante, degna del suo grande predecessore, Enzo Baldoni, per anni amico e quasi un alter ego di Trudeau, scomparso, come è noto, barbaramente in Iraq.
Note:
[1]: “Flashbacks. Il meglio di Doonesbury dagli anni ’70 a oggi”, di Trudeau Garry, ed. Baldini Castoldi Dalai (www.bcdeditore.it)
[2]: “Come un romanzo”, di Daniel Pennac, Edizioni Feltrinelli.
Su www.carpinetoromano.it/Biblioteca/bibliotheca1/diecidiritti.htm l’estratto riguardante i dieci diritti del lettore.
Riferimenti:
Arcana Editore: www.arcanalibri.it
Sergio Staino: www.sergiostaino.it
Tratto da:
Balloons, il blogo delle comic strip: blogcomicstrip.blogspot.com
La Striscia: www.lastriscia.net
Articolo originario: blogcomicstrip.blogspot.com/2007/04/la-lunga-strada-verso-casa-doonesbury.html
A cura di: Max Olla (blogcomicstrip.blogspot.com)