di AA VV
RCS quotidiani/Panini Comics, 2006 – 144 pagg. col. bros.
6,99euro + il prezzo del quotidiano
Come per ogni media, anche il fumetto ha vissuto fasi alterne di fortuna: inizialmente territorio vergine, man mano è stato fecondato con le più diverse idee e concetti. La fine degli anni ’80, almeno per la Marvel Comics, fu un brutto periodo: tutto si sapeva di già visto e già fatto, qualitativamente erano veramente poche le storie che si salvavano, e ci voleva un qualcosa che cambiasse le carte in tavola. Quel qualcosa fu offerto da Jim Shooter, che concepì l’idea di una maxisaga che vedeva coinvolti tutti i campioni (del bene e del male) Marvel sfidarsi sul pianeta Battaglia per ottenere il premio più ambito: la realizzazione di un qualsiasi desiderio. Proprio in questa vicenda, fece la sua prima apparizione il simbiota successivamente noto come Venom. Il modo nuovo di concepire fumetti fu quello quindi di personaggi maledetti, nati nel sangue, con muscoli ipertrofici, persecutori della vendetta a tutti i costi (vediamo anche Lobo, per la DC Comics). Un periodo trash si paleso’ per vari anni (chi non ricorda la saga del clone sulle pagine de L’Uomo Ragno?), ma ebbe poi la sua naturale conclusione. Oggi quel periodo sembra ben lontano, ma ogni tanto qualche autore prova a riportare in auge personaggi finiti nel dimenticatoio: è il caso di Peter Milligan e Clayton Crain, autori della miniserie Venom vs Carnage presentata in questo volume. La storia, lo diciamo subito, non è nulla di speciale: Carnage, incinto, cerca a tutti i costi di non far nascere il proprio “bambino”, cosa invece voluta da Venom che lo vede come un potenziale erede da plasmare. Il punto forte di questa mini sta nei disegni di Crain, potenziati per l’occasione da un’abbondante uso di Photoshop (un po’ come avveniva per il volume di Ghost Rider): per il resto, uno story-arc dimenticabile. Molto interessante è invece il one-shot, Carnage: Mindbomb, pubblicato in appendice a questa uscita: disegnato in modo allucinato e violento da Kyle Hotz e scritto da un Warren Ellis più in forma che mai, queste pagine rappresentano una delle poche incursioni della Marvel in un mondo marcio e malato, dominato dalla sporcizia, dal caos e dalla pazzia (la DC invece, con la sua linea Vertigo, ha da sempre esplorato queste lande): un esercizio di stile, totalmente riuscito, che si fa apprezzare per la sua crudezza e per non lasciare via di scampo al lettore. (Luca Massari)
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(aggiornato il 25/09/2017)