Cronache tedesche: Io e Melek di Lina Ehrentraut

Cronache tedesche: Io e Melek di Lina Ehrentraut

Lina Ehrentraut affronta temi come orientamento sessuale, identità di genere e body positivity in un paradossale racconto di fantascienza.

Chi è Lina Ehrentraut

LinaEhrentrautNata a Neuss classe 1993, Lina Ehrentraut vive e lavora a Lipsia. Qui si è diplomata alla Hochschule für Grafik und Buchkunst Leipzig in der Illustrationsklasse (la stessa dove si sono laureati Anna Haifisch e Max Baitinger) e da allora ha prodotto fanzines con il collettivo SQUASH e ha esposto i suoi lavori a Neuss, Düsseldorf, Lipsia e Bologna, dove nel 2016 ha ricevuto una menzione d’onore in occasione della Fiera del libro Bologna Children’s Book Fair. Nel 2019 ha vinto il premio e.o.Plauen Förderpreis (dedicato a Eric Ohser, creatore di Vater und Sohn), tra i più ambiti nell’ambito del fumetto tedesco e che la pone tra le voci più interessanti del nuovo fumetto tedesco. Dal suo lavoro di laurea, un fumetto che è anche diventato progetto di design e di moda, ha tratto il suo graphic novel d’esordio Io e Melek, pubblicato in Svizzera e Germania da Edition Moderne e in Italia da Canicola.

Io e Melek: amare sé stessi, amare gli altri

io-melek-001Nici è una giovane fisica che vive la sua vita tra esperimenti e uscite al bar sotto casa, in uno stato di scarsa soddisfazione per la sua vita e il suo percorso. Proprio durante una bevuta notturna la ragazza decide finalmente di provare la sua più grande invenzione: una macchina che trasporta in un’altra dimensione, dopo aver trasferito la propria coscienza in un corpo nuovo, adatto al viaggio multiversale. La nuova Nici, ora Melek, è totalmente diversa da sé stessa: non più bassina e con i corti capelli biondi, ma alta, slanciata e mora, meno taciturna e più sicura di sé. Nella nuova realtà incontra un’altra Nici, la prova che il viaggio ha funzionato. Ma questa Nici è totalmente diversa dall’originale: spensierata, caotica, vive la vita senza grandi aspettative, felice di lavorare come barista e di interagire con altri avventori. Proprio questa distanza tra le due versioni di Nici fa innamorare la vecchia versione (ora Melek) della nuova. Un amore senza compromessi, istintivo, travolgente, sanguigno, fino al brusco distacco che mette in moto un finale che si riconnette all’inizio, in una struttura a loop che sembra ripercorrere, con significative variazioni nella protagonista, l’inizio del racconto.

Usando in maniera arguta uno spunto di fantascienza soft e paradossale (un po’ Se mi lasci ti cancello, un po’ Essere John Malkovich, come giustamente osservato da Valeria Righele su Fumettologica), Lina Ehrentraut racconta il suo mondo e affronta tematiche care a lei e a una grande parte di una nuova generazione di fumettisti e fumettiste non solo tedeschi, ma anche europei e internazionali. Nici è prima di tutto Lina, si muove nei suoi luoghi, quella cultura di pub, bar e feste che fanno di Lipsia una piccola Berlino, un luogo dove arte e creatività stanno trovando sempre più spazio. E Nici è anche la Lina che si chiede, come affermato in una intervista a MDR, cosa sarebbe successo se avesse scelto un’altra strada per sé stessa, soppesando possibilità potenziali con effettive mancanze di scelte, e come questa riflessione interiore sia un percorso tortuoso, fatto di continue nuove interazioni che possono, a piccoli passi, portarci in direzioni nuove

io-e-melek-2L’innamoramento di Nici e Melek è quindi una esplicita rappresentazione di questo percorso di riconciliazione personale, che qui si interseca con un ragionamento su identità di genere, orientamento sessuale e body positivity. Se queste tematiche, come detto sopra, sono oggi comuni a molte fumettiste e fumettisti, la rappresentazione qui è ben diversa, più brillante e stratificata. “Penso che la fantascienza crei l’opportunità di raccontare storie che si svolgono al di fuori dei mondi eteronormativi”, afferma la fumettista nell’intervista a MDR: in effetti, scegliere una fantascienza classica di stampo vagamente Dickiano permette a Eherentraut di distinguersi da altri racconti, in quanto non scade né nell’autobiografia ombelicale e compiaciuta, che ormai dilaga nel mercato tedesco (come anche italiano e internazionale), né nella scrittura di un pamphlet di attivismo pedagogico, che pieghi la narrazione alla tesi da esporre, svuotando la storia della potenza che deriva dall’ironia, dalla creatività e dalla fantasia. Proprio per queste sue caratteristiche, Io e Melek è capace di veicolare un messaggio ben più universale. Lina Ehrentraut non vuole nemmeno dare lezioni né costruire una storiella morale, come spiega in una intervista a RadioF4, consapevole che tutte queste tematiche e l’esistenza individuale non siano riassumibili con slogan e facili formule per raggiungere l’equilibrio personale, il benessere assoluto che si trova nell’accettazione acritica di sé stessi che si cela dietro una certa retorica facilona del body positivity a tutti i costi, senza sfumature né riflessioni.

A livello stilistico, il bianco e nero caotico e scomposto che coinvolge anche il lettering, che abbatte il senso della prospettiva e deforma i corpi è in piena sintonia con il gusto contemporaneo del fumetto autoriale, quello espresso per esempio da Lee Lai, Tommi Parrish e Zuzu (tutte autrici vicine per stile e tematiche a Ehrentraut): pur non essendo una storia d’azione, l’uso di linee tremolanti e di prospettive totalmente sghembe, di corpi esagerati e sproporzionati crea un continuo senso di vertigine e trasformazione, come quello che vive Nici nei panni di Melek. Anche l’uso di emojis e faccine sparse nel racconto lo lega a una dimensione contemporanea e allucinata. Accanto al bianco e nero, il colore esplode sia durante i viaggi interdimensionali, con pennellate materiche e piene, accostamenti di astrattismo e espressionismo, con colori caldi distesi senza una forma precisa; ma soprattutto nelle scene di sesso, esplicite e dirompenti, in cui i corpi di Melek e Nici prendono forma attraverso tocchi corposi di rosa per la pelle, nero per i peli, rosso per le labbra. La sessualità lesbica è qui mostrata in tutta la sua naturalezza, energia, da una prospettiva non cis-etero, una scelta cosciente e programmatica dell’autrice, che a RadioF4 dichiara “Questa relazione lesbica e anche il sesso lesbico che viene mostrato nel fumetto erano molto importanti per me. Perché penso sia ancora molto sottorappresentato.” Infine, anche l’abbigliamento dei personaggi, che Ehrentraut ha anche cucito e indossato per il suo lavoro di laurea, è finemente studiato per dare un senso di individualità e libertà che va oltre il recinto delle suddivisioni dell’universo queer.

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Con Io e Melek, Lina Eherentraut si presenta nel fumetto contemporaneo come una voce davvero capace di raccontare tematiche rilevanti in maniera naturale e seria, ma anche creativa e ironica, critica e riflessiva. Nel mare magnum di un’offerta a volte ripetitiva e autoreferenziale, Eherentraut è un’artista da tenere d’occhio per il futuro del fumetto tedesco e internazionale.

Abbiamo parlato di:
Io e Melek
Lina Ehrentraut
Traduzione di Valeria Beggiato
Canicola, 2022
240 pagine, brossurato, colori – 20,00 €
ISBN: 9788899524555

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