“Comunque eccomi qui per un ultimo tentativo d’amore”.
C’è un uomo. Un matrimonio fallito. Una moglie infedele. Un lavoro precario. Sei anni passati senza un appuntamento. L’età che avanza. La paura della solitudine.
E poi c’è una donna. Il desiderio di una gravidanza, disatteso. La speranza di un matrimonio. Finita in una risata. Una risata che la perseguita. E di nuovo, la paura della solitudine.
Ed ecco che si incontrano. Hanno una possibilità, quella di ricominciare. Ma non sarà facile.
Daniel Clowes ci racconta la storia dell’incontro tra Marshall, cinquantenne depresso, e Natalie, trentacinquenne infelice. Tutto inizia da un appuntamento al buio, costellato da una serie di equivoci e malintesi, che sembra dover approdare ad un inevitabile fallimento. Un piccolo furto offrirà invece l’occasione per un inaspettato atto di eroismo, con conseguente svolta nel progredire della trama.
Durante la decisiva serata, sono i pensieri di Marshall a prevalere, lasciando ben poco spazio alla realtà del dialogo con Natalie.
A livello visivo, tutto ciò si materializza in didascalie su fondo giallo che si sovrappongono ai balloon, di cui si intravedono solo i bordi. I riquadri danno voce a tutte le insicurezze, le paranoie e le paure dell’uomo, che teme di non riuscire ad attrarre l’attenzione di lei.
“Non riesco più a parlare alla gente. Troppi anni da solo, vivendo nella mia testa, ho dimenticato tutte le sfumature dell’interazione umana”.
Scenari dai più grotteschi ai più romantici popolano l’immaginario del protagonista. Le elucubrazioni di Marshall spaziano da ricordi di un passato poco edificante a utopistiche situazioni future, che si alternano in diverse tonalità di colore. Talvolta, il suo desiderio di apparire diverso agli occhi del mondo si materializza in una versione ancora più caricaturale di sé.
Una sorta di “cattiva coscienza”, questa, che con i suoi suggerimenti vorrebbe creare l’immagine di un uomo benestante e affermato, e che, invece, non fa altro che accentuare l’impressione di solitudine e il senso di fallimento che caratterizzano il personaggio.
Una storia apparentemente semplice, specie se paragonata alla complessità dei precedenti pitto-assemblaggi narraglifici (definizione che compare in Ice Haven in contrapposizione a quella di graphic novel), ma in cui ritroviamo il tema, caro all’autore, dell’antieroe americano prigioniero di uno stato d’animo passivo.
Stato d’animo che nasce dalle esperienze negative che hanno minato la fiducia di Marshall in sé, privandolo del coraggio della spontaneità, e che nasconde la disillusione nei confronti del mondo e delle altre persone.
Come altri personaggi di Clowes (l’inetto David Boring o il cinico e scorbutico Wilson), Marshall non è simpatico: è bugiardo, aggressivo, lagnoso. L’immobilismo della sua vita si traduce anche in un disegno compassato, statico, fatto di primi piani e sguardi fissi.
Tuttavia, piccole vignette, abitate da figurine stilizzate, danno vita a parentesi grottesche e tenere al tempo stesso e arricchiscono la storia di una particolare quanto amara ironia, che nasce dal contrasto tra l’incapacità di Marshall di comunicare e la forza delle sue speranza e dei suoi sentimenti.
Il formato orizzontale deriva dalla decisione di rimpaginare le strisce del New York Times Magazine, dove Marshall Wonderful è apparso per la prima volta nel 2007.
Per la raccolta di queste tavole in un volume, Clowes ha rivisto ed ampliato il materiale, dando vita a un filo narrativo che rimane unitario fino alla fine, contrariamente a David Boring, Ice Haven o Ghost world, che invece apparivano frammentati in più storie.
All’ interno del volume sono inserite delle illustrazioni su doppia pagina che interrompono la storia e offrono dei passaggi grafici davvero notevoli che, richiamandosi all’arte pop, a volte esasperando il lettering, sottolineano i volti dei personaggi e i momenti salienti della storia. In particolare, l’ultima di queste illustrazioni offre un inaspettato epilogo: le foglie mosse dal vento preparano all’ arrivo di un nuovo autunno, stavolta carico di speranze per Marshall e Natalie.
Vale la pena immergersi in Mr Wonderful: Daniel Clowes ci dà la possibilità di camminare su e giù nella testa del nostro “eroe”, di stupirci per la sua sconvolgente normalità e di godere con lui dell’imprevista gioia di una rinnovata e imperfetta possibilità di condivisione .
Abbiamo parlato di:
Mister Wonderful
Daniel Clowes
Traduzione di E. Fattoretto
Coconino Press Fandango, 2013
77 pagine, brossurato, colore – 16,00€
ISBN: 9788876182334