Brenda Starr: una striscia al femminile

Brenda Starr: una striscia al femminile

La storia editoriale di una striscia poco nota in Italia. A cura dell'ANAFI.

Brenda Starr: una striscia al femminileDalia, ovvero Dale
Nata l’11 aprile del 1906 a Southbend nell’Indiana da un cartellonista e un’insegnante, Dalia Messick ha fin da piccola la passione del disegno, e già a 10 anni, in quinta elementare, realizza una striscia a continuazione per i suoi compagni di classe, “ispirata”, come lei stessa ricorda, “ai film muti in bianco e nero”. Dopo cinque anni di liceo, frequenta l’Art Institute di Chicago per un anno e poi per un altro anno la Rays Commercial Art School. Già nel 1927 realizza la sua prima strip per i quotidiani, Weegee (la protagonista è una bella e povera ragazza di campagna, “catapultata” nella metropoli), ma nessun syndicate è interessato a distribuirla. Dal 1930 al 1933 Dalia si dedica alla decorazione di biglietti augurali, che realizza anche dopo essersi trasferita a New York, per Julius Pollack, a 50 dollari la settimana. Continua comunque a cimentarsi con le strips, creandone altre due, ancora con protagoniste femminili, che restano parimenti inedite: Mimi the Mermaid è incentrata su una deliziosa sirenetta, mentre Peg and Pudy, the Struglettes racconta di due ragazze che (come Dalia) cercano di “sfondare” nella grande città. Le firma entrambe, adottando quindi un nome (Dale) che negli USA è sia maschile, sia femminile, per evitare i pregiudizi che i direttori artistici dei syndicates hanno nei confronti delle donne-disegnatrici. Nel 1938 il McNaught Syndicate sembra sul punto di acquistare la strip Streamline Babies, versione rititolata di Peg and Pudy della quale la Messick realizza tre tavole settimanali, poi le preferisce il Mortimer and Charlie di Ben Batsford. Ma Dalia non si arrende. L’anno seguente sottopone all’attenzione di Joseph Medill Patterson, boss del Chicago Tribune-New York News Syndicate (che già distribuisce fumetti di grande successo come Dick Tracy e Terry and the Pirates), una nuova strip, incentrata su una giovane e bella donna-gangster.

Brenda la rossa
La protagonista della strip si chiama Brenda come Brenda Frazier, giovane protagonista delle cronache mondane dell’epoca. Patterson oppone il suo gran rifiuto, affermando di aver già avuto un’esperienza negativa con una donna-cartoonist. Tuttavia la sua assistente, Mollie Slott (poi vice-presidente e responsabile del syndicate), apprezza le potenzialità della Messick e le consiglia di trasformare la giovane fuorilegge in una giornalista. Nasce così Brenda Starr, Reporter, che Patterson infine accetta di distribuire sul Chicago Tribune, escludendola tuttavia dal New York Daily News, dove apparirà soltanto dal 1948, due anni dopo la scomparsa dello stesso Patterson.
Brenda Starr debutta dunque il 30 giugno 1940 sul supplemento domenicale a fumetti del quotidiano di Chicago, denominato Sunday Comic Book Magazine. Le tavole a colori mettono in evidenza la fulva chioma della bella reporter (chiaramente ispirata all’attrice Rita Hayworth), che lavora per il quotidiano The Flash, alle dipendenze del burbero direttore Muggs Walters. Accanto a lei, nel periodo iniziale della strip, agiscono anche l’aitante cameraman Tom Taylor, il lentigginoso “ragazzo di bottega” Pesky Miller e la viziatissima nipote del boss, Daphne Dimples. La strip alterna sin dall’inizio battibecchi da commedia con sequenze di vera e propria avventura, nelle quali la volitiva Brenda non si ferma davanti a niente pur di reperire materiale sul quale costruire i suoi sensazionali articoli. Tra l’altro, si lancia con il paracadute, entra a far parte di una gang tutta al femminile, sfugge a più di un rapimento, rischia di congelare in mezzo alla neve e finisce su un’isola deserta. Tutto questo, in verità, senza scomporsi più di troppo e senza rinunciare alla sua proverbiale eleganza (per molti anni la tavola settimanale avrà un topper denominato Brenda Starr Fashion Cut-Outs, con mini-vestiti di carta da ritagliare per abbigliare Brenda). La Messick, il cui tratto risente dell’influenza dell’illustratrice degli anni Venti Nell Brinkley, è piuttosto brava a costruire le scene d’azione e a caratterizzare i personaggi, soprattutto quelli femminili, tra i quali spiccano la capobanda adolescente Flip Decker, la “ladra gentildonna” Nameless Doll e la principessa polinesiana albina Palava.

Famosa ma non troppo
Sin dall’inizio, Brenda Starr riscuote un notevole successo da parte delle lettrici, mentre il pubblico maschile, i critici e gli stessi addetti ai lavori la ritengono una strip di secondo piano. Motivati – così dicono i “difensori” della strip – dall’invidia nei confronti di un’autrice che ha osato sconfinare in un territorio (quello del fumetto seriale d’avventura) tradizionalmente riservato ai rappresentanti del sesso forte. Certo è che, se da un lato certe tematiche introdotte dalla Messick appaiono interessanti (Brenda è continuamente combattuta tra il suo lavoro e una vita privata-sentimentale che la vede spesso nel ruolo di vittima), la strip subisce negli anni una evidente involuzione, virando sempre più verso la soap opera. Nella tavola del 16 settembre 1945 Brenda fa un sogno premonitore che segnerà indelebilmente il suo destino: vede un aitante uomo misterioso con un nero mantello e una nera benda sull’occhio sinistro. La settimana successiva questi si materializza, entrando a far parte della cartacea vita di Brenda, che dal 22 ottobre 1945 diventa a tutti gli effetti quotidiana (giacché una striscia giornaliera si aggiunge alla tavola settimanale, in diretta continuazione con essa). L’introduzione della daily strip segue a ruota il serial cinematografico in 13 episodi Brenda Starr, Reporter (1945), prodotto dalla Columbia Pictures e interpretato da Joan Woodbury. Tornando al fumetto, in seguito si scopre che l’uomo del mistero vagheggiato da Brenda è il giovane miliardario misantropo Basil St. John, il cui unico sollievo dall’angoscia esistenziale che lo attanaglia sembra essere coltivare una rara specie di orchidea. La tormentata relazione tra Brenda e Basil si protrarrà per tre decenni, finché nel gennaio 1976 i due convoleranno finalmente a nozze. Nel frattempo, il cast della strip si è rinnovato. Direttore del Flash è adesso Atwell Livwright, e tra i colleghi di redazione spicca l’androgina Hank O’Hair. A vivacizzare il tutto contribuiscono poi le comparsate di Abretha Breeze, goffa e grassa cugina di Brenda proveniente da Pinhook nell’Indiana.

Assistenti e successori
Nel momento stesso in cui Brenda Starr aggiunge la striscia quotidiana, Dale Messick comincia ad avvalersi della collaborazione di vari assistenti (curiosamente, tutti maschi), ai quali nel corso degli anni delegherà sempre più la parte grafica della strip, anche perché deve dedicarsi a sua figlia, che ha opportunamente chiamato Starr. La strip perde dunque progressivamente la sua iniziale freschezza, stabilizzandosi dagli anni Sessanta su un tratto piuttosto legnoso e semi-caricaturale (“l’autenticità è qualcosa che ho sempre cercato di evitare”, dichiara l’autrice in una intervista). Tra gli assistenti e i “ghost” si ricordano Henri Arnold, Frank Roberge, Pup Soltmann, John J. Olson, Jim Mackey, Hi Mankin, Mike Grell, Jim McGreal, Jim Petric e Philip Fisher. Dagli anni Settanta in poi la Messick si fa aiutare anche per le sceneggiature da Richard Pietrzyk, prima di ritirarsi nel 1980 (anche se continuerà a co-firmare la strip per tre anni ancora).
Scomparsa il 5 aprile 2005, la Messick resta una presenza controversa nel panorama fumettistico americano. Innegabile è la sua importanza quale “portavoce” della non vasta schiera delle donne-cartoonist, mentre è discutibile il suo valore assoluto come artista e come “narratrice per immagini”. Cionondimeno, durante la sua quarantennale carriera l’autrice di Brenda Starr riceve vari riconoscimenti, il più prestigioso dei quali è forse quello per la “miglior striscia a continuazione” che nel 1975 le tributa la National Cartoonists Society. L’anno successivo, Jill St.John interpreta un TV movie dedicato alla reporter.
Dalla striscia del 6 ottobre 1980 (e dalla tavola del 12 ottobre) i disegni di Brenda Starr passano a Ramona Fradon, esperta disegnatrice di comic books (tra i quali Aquaman e Metamorpho per la DC Comics), e la grafica della strip migliora notevolmente. Appaiono invece ormai sclerotizzati i testi, affidati prima a Linda Sutter (già dal 1980 oppure dal 1983, secondo fonti diverse) e poi alla giornalista Mary Schmich (dal 1985). Purtroppo all’inizio del 1996 la Fradon (che si fa occasionalmente assistere da Colleen Doran e da Frank McLaughlin) cede i pennelli alla non eccelsa June Brigman, che a tutt’oggi porta avanti la strip per la Tribune Media Services (Bob McLeod ha disegnato a matita una sequenza nel 1996). Nel frattempo, Brenda Starr è nuovamente approdata al grande schermo, in un film tutt’altro che memorabile diretto nel 1989 da Robert Ellis Miller, con Brooke Shields nel ruolo dell’eroina e Timothy Dalton in quello di Basil St. John.

La Stardegli albi
Mentre appare sui quotidiani, Brenda Starr vive una sorta di “vita parallela” nei comic books. Nel 1943 l’editrice Whitman pubblica, nella serie tascabile A Better Little Book, il volumetto Brenda Starr and the Masked Impostor, con illustrazioni e testo narrativo apparentemente inediti di Dale Messick. Nel settembre 1947, la Four Star Comic Corporation (poi Superior Comics) di Samuel Maxwell “Jerry” Iger e Robert Farrell pubblica il primo numero (anche se in copertina è scritto “No. 13”) dell’albo Brenda Starr, che inizialmente presenta al suo interno ristampe delle strip realizzate da Dale Messick. Originali sono invece le copertine di questo albo e degli undici successivi, disegnate dagli artisti dello Iger Studio, tra i quali spicca Jack Kamen. Parte di queste titillanti immagini (fino al n. 5 compreso) ritraggono l’eroina in tutto il suo curvaceo splendore, amplificando notevolmente le atmosfere “bondage” nelle quali Brenda si viene spesso a trovare nelle strips. Memorabile è, soprattutto, la copertina del n. 14 (ovvero, del n. 2), dove la reporter, con un vestito mezzo strappato addosso, tenta di inviare un S.O.S. picchiettando sul calorifero al quale i criminali di turno l’hanno legata. Decisamente più scherzose o romantiche sono invece le copertine dal n. 6 al 12 (l’ultimo della serie, uscito nel dicembre 1949). Va sottolineato che dal n. 7 (marzo 1949) in poi, l’albo contiene soltanto storie appositamente realizzate da artisti dello Iger Studio, su testi di Ruth Roche. Una seconda serie di albi dedicati a Brenda Starr esce per i tipi della Charlton Comics tra il giugno e l’ottobre 1955 (nn. 13-15), con ristampe di strip sindacate. Tutto originale è invece l’unico numero di Brenda Starr, Reporter che la Dell pubblica nell’ottobre 1963. Questo presenta l’avventura The Poisoned Black Orchid, forse realizzato dalla Messick o da uno dei suoi assistenti. Successivamente, le editrici “alternative” Blackthorne e Malibu Comics dedicheranno alla rossa reporter dei fascicoli che ripropongono le sue classiche strip.

Brenda in Italia
In Italia, il personaggio di Dale Messick non riscuote particolare fortuna. Nel 1965, il volume Il Sortilegio a fumetti, pubblicato da Mondadori, ne presenta una tavola settimanale del 1941 e altre nove del 1952, a supporto del testo critico di Roberto Giammanco. Una sequenza costituita da strisce e tavole apparse negli USA dal 2 agosto al 27 settembre 1964 appare invece per i tipi dell’Editoriale Corno su Eureka Vento, supplemento ad Eureka n. 53 del maggio 1971.

Questo articolo è stato pubblicato originariamente sul numero 62 di FUMETTO, la rivista trimestrale dell’ANAFI (Associazione Nazionale Amici del Fumetto e dell’Illustrazione), distribuita solo ai soci della medesima. Punto di riferimento degli appassionati di fumetti fin dal lontano 1971, FUMETTO è uno dei benefici di chi si associa all’ANAFI; infatti, ogni anno, oltre ai quattro numeri della rivista, vengono poi destinati ai soci almeno due volumi omaggio appositamente editi.

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