Sparlare gli uni degli altri è tonificante per il cuore.
Marjane Satrapi, dopo la lunga autobiografia lieve e profonda al tempo stesso di Persepolis, torna ancora a raccontarsi attraverso i suoi ricordi, dedicando un intero volume a queste sedute tonificanti per il cuore.
Ambientato nel suo Iran, Taglia e Cuci – divertente gioco di parole che farebbe pensare al cucito, ma che si riferisce a ben altro – è una lettura che, nella sua leggerezza, si presta ad un doppio livello di lettura.
Nell’atmosfera rilassata del dopo pasto, terminate le pulizie e lasciati gli uomini al loro pisolino quotidiano, con una tazza di samovar (the) calda e fumante in mano, le donne di casa Satrapi si lasciano andare all’intramontabile “arte del pettegolezzo”, a discussioni tanto futili quanto rivelatorie di una società poco conosciuta da noi occidentali. Un medioriente che si sta aprendo lentamente alla “modernità”, ma ancora pesantemente legato ai suoi retaggi storici, culturali e religiosi. È emblematico come queste donne si rivelino, da molti punti di vista, al contempo vittime del ruolo sottomesso assegnato loro dalla società, e forti del loro ruolo naturale di madri e compagne, molto più smaliziate (ma non maligne, piuttosto talvolta pure ingenue) degli uomini, segretamente consapevoli di quanto, nonostante tutto, siano essenziali ed importanti.
Fughe d’amore, improbabili filtri d’amore, chirurgia estetica, verginità perse e “ritrovate”, rivalse morali nei confronti degli uomini: Satrapi espone tutte queste chiacchiere mantenendo un ritmo sempre alto, fuggendo da qualunque impostazione, eliminando i contorni e la forma delle vignette, utilizzando moltissimo testo ma mai in maniera ridondante, e disseminando il racconto d’ironia tanto più efficace quanto più naturale.
Con lo stile diretto, semplice, sincero e incredibilmente efficace e piacevole messo in mostra in Persepolis, Satrapi confeziona una storia che letteralmente si divora, divertente con intelligenza ed acume, che sorprende il lettore dimostrando quanto interessanti e divertenti possano essere le chiacchiere oziose che, se per luogo comune sono l’argomento preferito delle donne, in realtà sono un piacevole “vizio” comune ad entrambi i sessi.
Satrapi è talmente brava che nemmeno per un istante si è portati a credere che possa non essere altro che la fedele riproduzione di una giornata vera, e non più probabilmente un condensato di vari ricordi. Anzi, al termine della lettura, che lo sia o meno non conta veramente. Conta la capacità di questa autrice di comunicare con una naturalezza quasi sconcertante.