di Gianluca Morozzi e Squaz
Fernandel, 2006 – 164 pagg. b/n bros. – 12,00euro
“Romanzo schizoide”, come viene definito in quarta di copertina. Sui testi già inquietanti e inquieti di Morozzi, i disegni di Squaz, che si mantengono fedelissimi allo scritto originale (proposto in coda al volume), aggiungono un senso ancora maggiore di disturbo e disagio. Lo stile di Squaz si potrebbe definire brevemente underground: un tratto sporco, cattivo, malato, decadente, malinconico. La narrazione si alterna tra storie mute e altre didascaliche, ma sempre in equilibrio tra testo e disegni, risultando coinvolgente. Un palazzo e i suoi inquilini sono protagonisti di storie grottesche, permeate di fantastico e nate dalla mente contorta della voce narrante che introduce e chiude il volume; racconti che colpiscono allo stomaco, generando una strana sensazione di repulsione/attrazione. Come fermarsi a guardare un incidente stradale cercando di sbirciare se c’é sangue tra le lamiere. (Ettore Gabrielli)
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