di Lorenzo Bartoli e Giorgio Pontrelli
Eura Editoriale – 100 pagg. b/n bros. – 2,60euro
Detective Dante, arrivato ormai alla sesta avventura, non riesce ancora a convincere. Il personaggio, così come il suo “pard”, la bella Meridiana Cortez, ha del potenziale, e il parallelismo delle vicende del nostro con le cantiche della Commedia dantesca è interessante e non invadente. Il problema (si fa per dire) sono soprattutto le storie, e questo numero 6 ne è un esempio perfetto: la trama scorre via liscia, carente sia di scossoni che di personaggi da ricordare, nonostante gli autori cerchino di stupirci con effetti speciali (la storia parla di religione e fede cieca, e in effetti qualche sensazione un po’ forte riesce a suscitarla; niente che vada oltre l’ultima pagina dell’albo, pero’). Il tutto inoltre è condito con uno stile di scrittura retorico e poco accattivante, ma c’é da dire che Bartoli, da questo punto di vista, ha fatto di peggio. Decisamente interessanti invece i disegni dell’albo, che già fanno discutere: un disegnatore come Pontrelli è adatto ad un fumetto seriale come Detective Dante? Non è questa la sede per parlarne; ci limitiamo a considerare che Pontrelli ha uno stile strano e accattivante insieme, e che qua e là nel corso dell’albo ha qualche cedimento, in particolare nella raffigurazione di Meridiana e nelle inquadrature spesso ripetitive. In compenso, il suo stile prattiano, morbido e pieno di macchie nere, si fa ricordare ed è decisamente adatto alle atmosfere della storia. Buona anche la copertina, a firma di Leomacs, forse la migliore vista finora nella serie. (Giulio Capriglione).