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11 fumetti per ricordare Peter David

24 Giugno 2025
A un mese esatto dalla scomparsa, ricordiamo Peter David con undici fumetti che hanno segnato la sua lunga carriera di autore.
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Peter david
Copyright by Luigi Novi

Lo scorso 24 maggio 2025, in seguito a complicazioni di salute che avevano aggravato le sue già debilitate condizioni fisiche, è morto Peter David , uno dei più influenti autori del fumetto statunitense tra la metà degli anni ’80 del XX secolo e la prima decade degli anni 2000.
PAD, come lo chiamavano i suoi lettori più affezionati, è ricordato per la sua lunga run sulla testata The Incredible Hulk, sulla quale ha di fatto rifondato la storia del personaggio, facendolo diventare uno degli eroi più importanti della Marvel Comics. Ma David è anche ricordato per la sua gestione, a più riprese, della testata mutante X-Factor così come per i suoi cicli di storie su Aquaman e Supergirl della DC Comics.
Dopo averlo ricordato a pochi giorni dalla scomparsa con un approfondimento che potete leggere qui, vogliamo adesso omaggiarlo elencando 11 storie (o cicli di storie) che a nostro avviso sono emblematiche dello stile e della carriera di PAD, autore capace di leggerezza e profondità narrative al contempo.

Wolverine vol. 2 #9

Wolverine – Mantenere una promessa, di Peter David e Gene Colan (Wolverine vol. 2 #9, Marvel Comics, luglio 1989 – Pubblicazione italiana: Marvel Omnibus # 23 – Wolverine di Claremont, Miller & Buscema vol 1, Panini Comics, 2013)
In una storia tanto breve quanto efficace, Peter David unisce in modo semplice il fumetto supereroistico con le atrocità della guerra. Un Wolverine più risoluto che mai bracca senza tregua una squadra di ex mercenari che ha compiuto diversi crimini di guerra in Iraq, abusando sia mentalmente che fisicamente delle loro vittime.
Il leitmotiv della vendetta, spesso presente nelle storie dell’artigliato canadese, viene declinato da David con un’evoluzione intelligente e originale: ciò che muove Logan nella storia non è infatti la sete di sangue e il brivido del togliere una vita, gesto che non gli arreca alcun piacere, quanto piuttosto la tutela a qualsiasi costo dell’innocenza, rara e più che mai importante.
La difesa spasmodica di quest’ultima, ormai violata e irrimediabilmente corrotta, e il modo in cui avviene questa difesa, sono a sua volta analizzati da un Wolverine (qui in veste di Guercio) che ripensa agli eventi visti durante la storia a distanza di anni, con una riflessione sull’umanità e la propria evoluzione personale in una storia matura e delicata.
L’aspetto intimo e personale, sapientemente sceneggiato da David, si sposa alla perfezione con le tavole di Gene Colan, che ben rappresenta il turbinio di emozioni, tanto delle prede quanto del cacciatore.
Daniele Garofalo

Aquaman: The Atlantis Chronicles #1-7 di Peter David, Esteban Maroto, Eric Kachelhofer e Gaspar Saladino (DC Comics 1990 – Pubblicazione italiana: DC Deluxe – Aquaman: Le Cronache di Atlantide, Panini Comics, 2023)
Negli anni ’90 un professore dell’università di Ithaca contatta la DC Comics perché ha rinvenuto una ricca serie di testi provenienti dalla leggendaria Atlantide. Deciso a pubblicare questo materiale, dopo una serie di rifiuti di editori “seri”, decide di contattare la casa editrice di Superman, la quale accetta il compito di “adattare” a fumetti le Cronache di Atlantide. L’incarico viene affidato a Peter David, solo dopo che una pletora di stimati professionisti (tra cui Grant Morrison, Keith Giffen, J.M. De Matteis, Roy Thomas) declinano la proposta.
Questa la cornice (ovviamente scherzosa) con cui nasce Le Cronache di Atlantide, una vera e propria soap opera sottomarina nella quale David, coadiuvato da un Esteban Maroto che migliora di albo in albo, inserisce una marea di temi: scontri tra stregoneria e scienza, fanatismo religioso, intrighi di palazzo, guerre di successione, stupri, eros, umorismo, questioni razziali, leader carismatici e folle inferocite che poco hanno da invidiare a quelle de I promessi sposi. Un affresco appassionante e di grande ritmo, classico nella struttura ma rinvigorito da una scrittura vivace e divertita. Arricchita da un’espediente narrativo anomalo quanto arguto: via via che gli storici incaricati di redigere questi annali cambiano, cambia anche il punto di vista della narrazione: una riflessione sul potere delle storie ma anche sul potere di chi le storie le racconta. Non a caso un’opera della quale Peter David andava particolarmente orgoglioso.
Davide Grilli

Atlantis chronicles
Hulk futuro imperfetto

Hulk Futuro Imperfetto di Peter David, George Perez (Marvel Comics, dicembre 1992 – Pubblicazione italiana: Hulk: Marvel Must Have – Hulk: Futuro Imperfetto, Panini Comics, 2023)
Miniserie seminale realizzata da Peter David durante la sua run su Hulk, Futuro Imperfetto ha dato vita ad un villain, il Maestro, che nel corso degli anni è stato utilizzato e recuperato sia in altri fumetti Marvel – e fonte di ispirazione per saghe come Old Man Logan – che in diversi contesti, come animazione (Hulk e gli agenti S.M.A.S.H.) e videogame.
Hulk nella sua versione “Professore” viene portato in un futuro distopico dove una guerra nucleare ha devastato il mondo, trasformandolo in un deserto abitato da mutanti. Solo una città, Dystopia, sopravvive sotto il pungo di ferro del Maestro, un potente e crudelissimo dittatore edonista. I ribelli, guidati da un vecchissimo Rick Jones, hanno cercato Hulk perché è l’unico in grado di affrontarlo: il Maestro infatti non è altri che il suo stesso possibile futuro.
Il tema supereroistico lascia spazio a un potentissimo racconto di fantascienza distopica, in cui l’autore si è divertito a giocare con il linguaggio (ha inventato uno slang per i personaggi del futuro) e in cui ha intrecciato una riflessione di grande impatto su eroismo e identità. George Perez rende giustizia a questa collaborazione con tavole meravigliose (come la splash page che mostra la base di Rick Jones, monumento al defunto mondo Marvel di questo possibile futuro) e due versioni di Hulk potenti, cariche di umane emozioni e che bucano la tavola.
Paolo Ferrara

X-Factor vol. 1 #87 di Peter David, Joe Quesada, Al Milgrom, Marie Javins (Marvel Comics, febbraio 1993 – Pubblicazione italiana: Marvel Omnibus # 198 – X-Factor di Peter David vol. 1, Panini Comics, 2024)
Un gruppo governativo mutante, composto da elementi disfunzionali pieni di traumi psicologici: un comandante che soffre della sindrome del fratello minore e la sua compagna afflitta da problemi psicologici legati al suo corpo; un energumeno in continua sofferenza fisica che nasconde questa sua condizione dietro un atteggiamento perennemente superficiale per paura di non essere accettato; un velocista incapace di dialogare con un mondo che va troppo lento per lui; un ragazzo capace di produrre cloni di se stesso che si sente perennemente solo; una ragazzina lupo mannaro, con traumi di molestie infantile e una infatuazione per il capo squadra. E una coordinatrice governativa completamente incapace di vedere i problemi della sua squadra e provare empatia per essa.
Questa è l’X-Factor che Peter David sottopone a una seduta di analisi, profonda e amaramente ironica al contempo, capace di dare tridimensionalità a un gruppo di eroi psicologicamente instabile, in una storia tutta costruita su dialoghi, battute e linguaggio del corpo, quest’ultimo splendidamente reso dai disegni di un giovane Joe Quesada.
David Padovani

X factor vol.1 87
Aquaman tempo e onda

Aquaman: Tempo e Onda di Peter David, Kirk Jarvinen, Brad Vancata, Tom McCraw (DC comics, dicembre 1993 – Pubblicazione italiana: DC Library Aquaman di Peter David vol.1, Panini Comics, 2023)
Tempo e Onda costituisce un vero e proprio spartiacque nel corso della lunga storia editoriale di Aquaman che, a partire dal suo esordio nel 1941, non aveva mai goduto né del successo né soprattutto della credibilità riscontrata da altri personaggi come Superman, Batman, Wonder Woman o Flash.
Arthur Curry è sempre stato visto come un eroe che sapeva solo nuotare sott’acqua e parlare con i pesci, senza alcun carisma o motivo di interesse a causa anche di una sostanziale ingenuità delle sue storie. A cambiare le cose ci pensa Peter David con la miniserie in questione, direttamente collegata alla stupenda Le Cronache di Atlantide da lui scritta solo tre anni prima. Lo sceneggiatore fa quello che nessuno aveva fatto con Aquaman fino a quel momento: approfondirlo come persona riscrivendo le sue origini e narrando un passato legato ad un abbandono nonché – con il Tarzan di Burroughs come probabile fonte di ispirazioneall’essere cresciuto in una comunità di delfini, tra ecologia e miti ancestrali. Attraverso il diario scritto dallo stesso eroe, David ne racconta il cammino e l’evoluzione come uomo diviso tra due mondi – quello marino e quello degli umani – muovendo i primi passi come eroe e poi come sovrano. Ogni episodio approfondisce un aspetto e un momento della sua vita, conferendogli una purezza, uno spessore e finalmente una caratterizzazione convincente (nonostante i disegni poco incisivi di Kirk Jarvinen) che David approfondirà ulteriormente nella successiva terza serie di Aquaman, pubblicata nel 1994.
Paolo Pugliese

The Incredible Hulk vol. 2 # 420 di Peter David, Gary Frank e Cam Smith (Marvel Comics, Agosto 1994 – Pubblicazione italiana: Marvel Anniversary Edition #3 – Io Sono Hulk – 60 anni, Panini Comics, 2022)
Tratto distintivo del fumetto Marvel sin dalle sue origini è sempre stato l’inserimento di elementi appartenenti alla nostra realtà all’interno della narrazione supereroistica. Una storia che rappresenta bene questo concetto, peraltro espresso anche in altri punti della lunga e imprescindibile run di Peter David su Hulk, è Let Darkness Come (All’ombra dell’AIDS nella traduzione italiana), che affronta il tema dell’AIDS in un momento in cui era di grande impatto e diffusione a livello sociale e culturale.
Peter David qui è accompagnato da un Gary Frank alle matite particolarmente adatto a ritrarre le espressività dei volti e a dare spazio al lato emotivo della vicenda. Sebbene alcune questioni vengano affrontate in maniera un po’ macchiettistica e senza scalfire troppo la superficie (come l’accenno al legame tra l’omosessualità e l’AIDS), la forza del racconto sta nel non cercare facili salvezze né rapide risoluzioni fantasiose, ma di rimanere ancorato a un certo realismo drammatico.
Il viaggio in parallelo di Hulk, che cerca di salvare il suo amico Jim, e di Betty, impegnata in una consulenza telefonica con Chet (entrambi personaggi malati ed accomunati da un tragico destino), rende ragione dell’evidenza che non ci sia bisogno di superpoteri per affrontare problemi di questo tipo, dimostrando una propensione per il lato umano e psicologico dei personaggi più che per i muscoli. Del resto, lo stesso protagonista arriva a chiedersi: “Perché distruggere le cose è così facile e salvarle è così difficile?“.
Giuseppe Lamola

Incredible hulk #420
Supergirl 1

Supergirl vol. 4 #1 di Peter David e Gary Frank (DC Comics, settembre 1996 – Pubblicazione italiana: Supergirl di Peter David vol. 1, Panini Comics, 2022)
È difficile confrontarsi con l’opera di PAD senza lasciarsi dominare dall’emozione del rimpianto per la perdita prematura di un simile gigante. In grado di rendere scorrevoli cose complesse e di trovare la complessità nelle cose semplici, Peter David ha un curriculum impressionante, di cui il lungo ciclo di Supergirl (80 albi, 2 annual più un paio di speciali) è probabilmente una delle espressioni più alte.
In questo primo numero si pongono le basi per le future avventure delle rediviva eroina: morta durante la Crisi sulle Terre Infinite – dipartita poi annullata dalla riscrittura di John Byrne – Supergirl viene fatta tornare con un escamotage tanto elementare quanto geniale al contempo: è lei ma non è lei.
Essendo storie molto datate, sia consentito un piccolo spoiler: si tratta di una mutaforma che assume forma e poteri della kryptoniana, condividendoli con la sua identità segreta pre-Crisis. Una soluzione che soddisfa tutti, editor e lettori: senza contravvenire al sacro canone, si reinstaura un personaggio fortissimo, cancellato frettolosamente.
Questa Supergirl (che poi sparisce, lasciando tuttavia un’impronta indelebile su tutte le incarnazioni che l’hanno seguita) è emotivamente complessa, in cerca della sua identità, poiché letteralmente non sa chi è; il suo viaggio di auto conoscenza è comunque intenso e pregno di significati di valore generale, sull’identità dell’essere umano sul piano ontologico,
Nonostante la complessità dei temi e della psicologia dei personaggi, anche i semplici comprimari hanno spessore, e grazie anche alla piacevolezza dei disegni di Gary Frank la storia si legge tutta di un fiato. Uno dei molti pregi di David, infatti, è di riuscire a mantenere la lettura leggera grazie a degli sprizzi di ironia, quasi inattesi, improvvisi che amalgamano tutto in una sceneggiatura da manuale, di cui andrebbe probabilmente analizzata ogni singola pagina per renderle davvero giustizia. Non ultima fra le sue qualità è quella di tessere intrecci avvincenti che lasciano il lettore con la voglia di sapere cosa succede dopo (e ne sarebbero successe di cose a questa Supergirl). Un fuoriclasse che mancherà molto.
Paolo Garrone

Hulk: The End di Peter Allen David, Dale Keown, Joe Weems, Livesay (Marvel Comics, agosto 2002 – Pubblicazione italiana: Marvel graphic novel #2 – Hulk – L’ultimo titano, Marvel Italia, 2002)
Tra i variegati What if…, la Marvel ha pubblicato negli anni una serie di one-shot dedicati alla fine dei più famosi personaggi, denominata – appunto – The End.  Chi, se non Peter David, considerato da molti il migliore autore di Hulk di tutti i tempi, poteva raccontare “l´ultima” storia del Gigante Verde?
Secoli – se non millenni nel futuro – Hulk è ormai l´unico sopravvissuto del pianeta, devastato da guerre atomiche e avvelenato dalle radiazioni alle quali solo lui è immune. Finalmente solo, la pace del Golia Verde è occasionalmente disturbata da giganteschi sciami di insetti che si cibano della sua carne. Solo – o quasi – in quanto non concede neanche alla sua controparte umana, Bruce Banner, di morire.
In un mondo apocalittico, David ci mostra un Hulk che, finalmente, ha ottenuto ciò che desidera, ovvero di essere lasciato in pace. Solamente nelle pagine conclusive, finalmente libero persino dal “debole Banner”, David lascia intravedere una crepa nell´apparentemente invincibile e insensibile mostro di giada che, ultimo rimasto nel deserto che ormai è la Terra, inizia a sentire… freddo.
Marco Favaro

Hulk the end
Epic mickey

Epic Mickey di Peter David, Fabio Celoni, Paolo Mottura, Claudio Sciarrone (Disney Special Events #52,  Panini Comics, 2024)
Nel febbraio del 2006 il CEO della Disney Bob Iger intraprese una serie di azioni per riportare nella casa madre alcuni personaggi che erano, per vari motivi, usciti fuori dal controllo. Tra questi c’era Oswald il coniglio fortunato (Oswald the lucky rubbit), il primo personaggio mai ideato da Walt Disney e Ub Iwerks e che gli era stato sottratto dalla Universal sulla base del tipo di contratto stipulato.
Subito dopo il ritorno a casa del personaggio e dei corti realizzati da Disney e Iwerks, Oswald venne posto al centro di un nuovo, interessante progetto, il videogioco Epic Mickey, distribuito nel 2010.
Per promuovere il videogame, che vedeva per la prima volta insieme Topolino e Oswald, la Disney produsse una trasposizione a fumetti, distribuita esclusivamente nel mercato extra-USA, e una miniserie prequel di fumetti digitali assegnati ad alcuni disegnatori italiani (Fabio Celoni, Paolo Mottura, Claudio Sciarrone) sotto la sapiente guida ai testi di Peter David.
Lo sceneggiatore, che aveva già dato prova in altre occasioni di essere in grado di gestire i registri comici con la stessa abilità di quelli drammatici, dimostra non solo di essere in grado di caratterizzare in maniera fedele allo standard il personaggio di Topolino (sicuramente garantito dai disegni poetici di Celoni e Mottura), ma anche di sapersi districare tra i rimandi e le citazioni ai corti classici disneyani, come evidente in particolare in un paio dei digi-comics disegnati da Sciarrone (che inizia lì a sviluppare il suo attuale stile più cartoonesco), esplicite reinterpretazioni di altrettanti cortometraggi.
Gianluigi Filippelli

X-Factor vol. 1 #200 di Peter David, Bing Cansino, Marco Santucci, Patrick Piazzalunga, Jeremy Cox, Cory Petit (Marvel Comics, dicembre 2009 – Pubblicazione italiana: Marvel Omnibus # 198 – X-Factor di Peter David vol. 3, Panini Comics, 2025)
Scegliere un albo della terza serie di X-Factor di Peter David (qui tornata all’originaria numerazione celebrativa del duecentesimo numero) è un compito arduo, perché difficilmente in questa serie c’è una storia meno che buona. Se The Incredible Hulk è senza dubbio il capolavoro di PAD e Spider-Man 2099 una serie che ha segnato un’epoca, l’epopea di X-Factor è sicuramente quella che mette in luce tutti gli aspetti migliori di David, e in particolare le vicissitudini della X-Factor Investigations guidata da Jamie Madrox sono la summa dell’estro dello scrittore: lo strampalato e male assortito gruppo di mutanti investigatori, che va a recuperare X-Men di basso rango da varie epoche editoriali, diventa un gioiello capace di mescolare dramma, commedia, azione, trame a lunga gittata, dinamiche di gruppo perfette e il solito, certosino, approfondimento psicologico.
Il numero 200 (che già dal titolo, La Donna Invisibile è scomparsa, riesce a riassumere il tono della serie) non è forse il migliore in termini assoluti (per quello bisogna cercare soprattutto nel volume 3, oppure in tutti quelli dove c’è Layla Miller, uno dei più bei personaggi creati da PAD), ma riassume tutti questi punti, tra battute fulminanti, scazzottate senza senso e momenti di grande profondità, grazie anche a una backup story dedicata a Therese “Sirin” Cassaday e Padre Madrox (sì, avete letto bene) di grande profondità. Ai disegni, Bing Cansino e Marco Santucci proseguono e anticipano il lavoro di un gruppo di disegnatori composto da Pablo Raimondi, Valentine De Landro, Jim Calafiore, Paul Davison solo per citarne alcuni, che mantengono sempre molto buona la qualità dei disegni e dello storytelling.
Per il sottoscritto, una delle serie più belle degli anni 2000, che chiude un periodo fatto di grande varietà, esperimenti riusciti e falliti, tanto coraggio e creatività, in cui la bravura di Peter David ha brillato come non mai per più di 100 divertenti, commoventi, esaltanti numeri.
Emilio Cirri

X factor vol.1 200
All new x factor

All New X-Factor #1-20 di Peter Allen David, Carmine Di Giandomenico, Pop Mahn e Will Sliney (Marvel Comics, 2014-2015 – Pubblicazione italiana: X-Men Deluxe Presenta #231, 233, 236 – La Nuovissima X-Factor #1-3, Panini Comics, 2015)
Peter David
ci mostra cosa significhi essere dei supereroi “impiegati” di una azienda.
Il passaggio da una situazione all’altra è gestito efficacemente, con i personaggi che hanno così modo di scambiare qualche parola. Tra dissidi, sospetti e sospettati, la squadra prende forma e si allarga in una X-Factor costituita da disadattati poco inclini alla collaborazione. Ma proprio per questo motivo la serie funziona.
Gambit diventa la coscienza del gruppo, davvero a suo agio in questo team benché non sia lui a guidarlo. Altro character particolarmente interessante è Quicksilver, che esce da queste pagine con una forza nuova, pur essendo sicuramente meno credibile agli occhi del mondo Marvel. Al di là delle preferenze soggettive, tutti i membri, tra alterchi e dialoghi più pacati, hanno la possibilità di mettersi in mostra e risultano piuttosto “in parte”.
Non manca l’umorismo, mai esagerato, mai fuori posto: dietro l’ironia, David riflette, parodizza e critica.
Federico Beghin

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