Warner alla ricerca di una visione creativa
Se nella precedente puntata di Nuvole di Celluloide abbiamo puntato l’attenzione sul successo televisivo dei prodotti DC Comics e delle difficoltà incontrate invece dai Marvel Studios, discorso inverso è quello che avviene in campo cinematografico, dove da anni la Casa delle Idee detta legge e lancia tendenze.
Un interessante editoriale di Kristopher Tapley apparso su Variety pochi giorni dopo il calo del 69% avuto dal film Batman V Superman: Dawn of Justice al box office USA nella seconda settimana, ha puntato l’attenzione sulla mancanza di una direzione creativa in seno alla Warner Bros., sottolineando soprattutto la mancanza di una figura centrale a cui fare riferimento.
Come vi abbiamo anche descritto solo poche settimane fa in una dettagliata analisi sulle strategie della major conseguenti al successo del film, Ben Affleck e Zack Snyder sono i due nomi di maggior rilievo all’interno dello studios, a cui sono stati affidati una nuova pellicola di Batman e il kolossal in due capitoli sulla Justice League. Ma può questo bastare quando colui che ha la responsabilità di costruire un complesso progetto su un gruppo di supereroi (ndr Zack Snyder) ha dalla sua la particolarità di essere più un iconoclasta che un vero e proprio narratore?
Affleck è entrato nel cast nel mese di agosto 2013, e ben presto, ha portato lo sceneggiatore e premio Oscar per “Argo” Chris Terrio per aiutare a trasformare il progetto in un’esplorazione riflessiva dell’etica dei fumetti. E questo è stato cruciale, visto che Snyder è ossessionato con l’iconografia, un visualista più che un narratore. Inevitabilmente, però, il film è diventato più una visione aziendale. È stato dato un titolo assolutamente ridicolo con tre parole chiave – Batman, Superman e giustizia – ed è stato messo avanti per gettare le basi. Ma sotto il rumore della promozione, era stato fatto un vero e proprio tentativo di dilettarsi in qualcosa di filosofico e decostruire le tendenze dei fumetti al cinema.
Ma “Nel modo in cui Deadpool ha preso in giro il genere, e quindi è stato post-moderno nel modo in cui lo ha fatto, questo film era una versione in tono minore di quello”, mi ha riferito una fonte.
Tapley sottolinea come alla fine Batman V Superman: Dawn of Justice possa sembrare, soprattutto agli occhi dei detrattori, un prodotto frustrato e disperato in cui un personaggio centrale (Superman) osserva ciò che lo circonda come se fosse un trailer di tre differenti film che verranno di lì a qualche anno.
Una frustrazione che, secondo l’editorialista, è dovuta a uno stallo creativo che ha le sue origini con i Batman realizzati da Christopher Nolan, il quale ha certamente regalato tre film di grande successo alla major, acclamati dalla critica e dal pubblico, ma che negli anni della loro realizzazione non ha mai voluto entrare nel discorso “universo condiviso”.
Ironia della sorte, il potenziale franchise dello studio è stato bloccato dallo stesso regista che ne ha riacceso l’interesse in questa nuova era di film sui fumetti più di un decennio fa: Christopher Nolan. Nolan è stato irremovibile per anni sul fatto che il suo Batman non esistesse in nessun universo condiviso con altri personaggi della DC.
In realtà, lo studio ha avuto un vantaggio di 40 anni sulla Marvel. La DC è sotto la bandiera Warner da quando è stata inglobata in Warner Communications nel 1969 (quando era ancora conosciuta come National Periodical Publications). Nessuno ha visto questo nuovo mondo e conglomerato dei media arrivare, ma con una visione più forte, la Warner avrebbe potuto dettare il gioco molto tempo prima.
Per Tapley alla Warner manca quella che egli definisce una “visione prevalente”, rimarcando la necessità di una supervisione artistica e non aziendale, guardando a una figura centrale come quella di Kevin Feige per i Marvel Studios, qualcuno definito “in sintonia con il materiale di origine”. Ma chi potrebbe all’interno della Warner e di DC Entertainment impersonare questo ruolo? I tentativi di definire una figura del genere negli anni passati ci sono stati, ma non sono andati a buon fine.
Per un periodo, la WB era favorevole a Geoff Johns per tale ruolo. Ma questo è un compito arduo per il responsabile creativo della DC. Mentre sta attualmente scrivendo il prossimo film di Batman con Affleck, anche lui è decisamente troppo impegnato. “Geoff è molto intelligente, ma ha qualcosa come 10 lavori diversi”, dice una fonte. “Sta scrivendo fumetti, controllando la DC, scrive ‘The Flash’ per la televisione – immagino che quello di Feige sia un lavoro a tempo pieno solo per la gestione di questa roba. Quindi non so come si possa chiedere a Geoff di farlo”.
Snyder, quindi, ha preso la maggior parte delle decisioni creative. E ha fornito ai fan un sacco di immagini che vogliono vedere, da una visione vivace del pianeta natale di Superman presa in prestito da John Byrne in “The World of Krypton” alla copertura iconica del Miller di “Dark Knight Returns”. Il nuovo film riesce persino a confezionare in alcuni momenti archi narrativi come “La morte di Superman” e “Funeral for a Friend”. Ma per quanto sia abile Snyder a catturare una cornice suggestiva, egli non è capace di gestire tutti questi fili complessi della narrazione assieme.
Il giornalista riferisce che recentemente, stando ad alcune fonti che lo hanno informato, all’interno della major personalità come Jon Berg e il CEO di Time Warner Jeff Bewkes stanno prestando maggiore attenzione alle preoccupazioni inerenti la storia generale dell’Universo condiviso, ribadendo che comunque per la Warner è necessario qualcuno che riesca completamente a supervisionare i progetti dal punto di vista artistico. Altri personaggi come Greg Silverman, responsabile della produzione cinematografica e Diane Nelson, capo di DC Entertainment, per Tapley non hanno le qualità necessarie per ricoprire l’incarico, o hanno come Johns troppi impegni.
Con il film della Justice League ormai in produzione, per la Warner resta quindi il problema di riuscire a costruire narrativamente una visione coerente e senza sbavatura del proprio universo cinematografico. Difficile però che, con questa pellicola attivamente in lavorazione e senza una figura di rilievo capace di comprendere il materiale di origine e supervisionare il tutto, Snyder riesca da solo a mettere sul tavolo una sceneggiatura potente. È vero che, anche questa volta il nome di Chris Terrio campeggerà sui credits, ma riuscirà lo sceneggiatore a coprire le evidenti sbavature presenti invece nel plot di Batman V Superman: Dawn of Justice?
Captain America: Civil War
Mancano poche settimane all’uscita nelle sale di Captain America: Civil War e i Marvel Studios hanno già messo in moto una vasta campagna promozionale che, nei giorni scorsi, ha visto il cast al gran completo prendere parte alla premiere mondiale e rilasciare numerose interviste. In una di queste conferenze stampa, l’attore Chris Evans ha affermato di non vedere alcun motivo per cui il potente motore della Marvel dovrebbe rallentare per quanto riguarda il realizzare film.
Io dico, cerchiamo di andare avanti, lasciamo che l’onda diventi più grande e più grande. Non è che stanno facendo brutti film, stanno facendo grandi film e se si vuole classificarli nella casella dei supereroi è giusto ma si tratta di buoni film. Hanno il monopolio su di esso, lo stanno facendo e nessun altro può provare a copiarli – ha affermato l’attore, probabilmente riferendosi a Batman V Superman: Dawn of Justice.
Il regista Anthony Russo, che assieme al fratello Joe ha diretto la pellicola, ha sottolineato come la loro prima intenzione sia stata quella di raccontare una storia totalmente inedita riguardante due icone Marvel.
Sapevamo che volevamo raccontare una storia molto complicata tra Capitan America e Iron Man e siamo grandi fan dell’equilibrio nella narrazione, de film che ci fanno ridere e piangere. Abbiamo voluto introdurre personaggi che non hanno lo stesso investimento emotivo che The Avengers ha avuto. Portando personaggi come Spider-Man e Ant-Man, che non hanno quel bagaglio, questo ci ha permesso di portare nuovo colore al film.
Continua nel frattempo la campagna promozionale sulla pellicola, che vede come sempre il settore del merchandising e del licensing in primissimo piano. La Marvel ha sfruttato il potenziale del licenziatario Jakks Pacific per la realizzazione della nuova XPV Marvel Avengers RC Rollover Rumbler, un veicolo ispirato al film con Evans e Robert Downey Jr..
I bambini saranno in grado di scegliere e controllare il veicolo sia come Capitan America sia come Iron Man. Il veicolo RC può essere controllato per fargli compiere salti mortali muovendosi inoltre a 360 gradi.
Marvel Entertainment ha inoltre collaborato con Pizza Hut per alcuni contenitori a tema ispirati al lungometraggio e, come parte della partnership promozionale, Pizza Hut e Marvel hanno sviluppato un hub digitale che trovate su PizzaHut.com/CaptainAmerica, il quale offrirà ai fan l’accesso a contenuti esclusivi, quali clip e immagini dal film mai visti primi. Il sito offrirà anche ai fan la possibilità di vincere premi, tra cui un viaggio a una premiere di un prossimo film Marvel. Inoltre, Pizza Hut lancerà una campagna di marketing tra cui un nuovo spot TV, scatole per la pizza a tema e altro ancora.
The Eagle Huntress
La 20th Century Fox Animation ha nei giorni scorsi acquistato i diritti del documentario live-action The Eagle Huntress, presentato al Sundance Festival e prodotto da Morgan Spurlock e dall’attrice di Guerre Stellari Daisy Ridley, per crearne una versione animata con l’ausilio della Computer Grafica.
L’adattamento animato verrà prodotto dal regista de L’Era Glaciale Chris Wedge mentre Darren Lemke scriverà la sceneggiatura. A occuparsi del progetto saranno i Blue Sky Studios, che recentemente hanno realizzato il film dei Peanuts.
Il documentario, che per la Fox ha un grande potenziale per una versione animata, narra di come per 2000 anni il popolo kazako nella regione di Altai situata nell’ovest della Mongolia, abbia praticato la caccia grazie all’utilizzo di aquile dorate, in una pratica che tradizionalmente è stata dominio degli uomini.
Questo fino a quando la 13enne Aisholpan decide che vuole diventare un cacciatore apprendista dopo aver trascorso la sua infanzia aiutando il padre, un noto cacciatore, nella cura per i suoi uccelli. Sotto la tutela e il sostegno di suo padre e di suo nonno, e pochissimi altri, Aisholpan impara tutti gli aspetti di questa pratica.
Fear The Walking Dead
È iniziata nei giorni scorsi negli USA la seconda stagione di Fear The Walkinng Dead. Intervistata da CBR, l’attrice Alycia Debnam-Carey ha avuto modo di parlare delle sofferenze patite dal suo personaggio, Alicia, nel corso della prima stagione, sottolineando che le tragedie non sono finite per lei e la sua famiglia.
…ha subito grandi perdite in molti modi diversi. Ha visto il suicidio del suo vicino, uno dei suoi amici più stretti, ha dovuto lasciare il suo ragazzo con il presupposto del peggio, e suo padre non è presente nella sua vita. Ha subito un sacco di perdite in un brevissimo lasso di tempo. Per qualcuno che ha sempre cercato di essere la ragazza d’oro e adattarsi davvero ad essere la più adatta per il mondo che conosce – lottando per il successo per andare via da Los Angeles ed essere se stessa – è stata una serie di eventi inaspettata.
Un tema interessante per Alicia è il suo passaggio da adolescente a essere una giovane donna. Un arco narrativo interessante che arriviamo ad esplorare. C’è ovviamente una comprensione di chi sono gli adulti, “Loro sanno cosa è meglio. Seguiamoli.” Inizia a diventare chiaro che neppure loro sanno quello che stanno facendo. Ognuno ha quel momento nella loro vita in cui si rende conto che un genitore è solo un altro essere umano. Improvvisamente, un genitore adulto ha la minor idea di quello che sta succedendo, di come si fa. Hanno solo molta più esperienza.
La barca – che limita lo spazio e la natura della barca – comincia a mostrare i veri colori di tutti i personaggi. Inizialmente, lei è alla ricerca di sostegno tra Travis, Madison e Strand, ma comincia a diventare fonte di confusione chi riesce ad adattarsi davvero all’apocalisse, che cosa significa, che cosa si deve cambiare o ciò che è importante da salvare. E, se questa è una bussola morale o se significa essere solo pragmatici e razionali. È una dinamica molto difficile.
Nessuno è veramente al sicuro in questo show. Questa è la forza di questo mondo, è che non vi sono ragioni per chi muore e chi resta. Il mondo in cui questi personaggi sono spinti è imprevedibile e inaspettato, quindi tutto può succedere. Spero che non mi uccideranno troppo presto, perché mi piace troppo questo lavoro.
Intanto, il network AMC ha collaborato con la società di videogiochi Versus Evil per lanciare il mobile game dal titolo Fear The Walking Dead: Dead Run.
Il nuovo gioco metterà i giocatori nei panni dei personaggi dello show televisivo mentre cercano di fuggire da Los Angeles e dalle orde di infetti. Il gioco sarà caratterizzato da paesaggi familiari e luoghi dello show, così come più di 40 armi e livelli speciali che offrono storie parallele di eventi della serie TV.
Peramovies
18 Aprile 2016 a 16:32
Se Terrio corregge con JL gli errori già accumulati con BvS, è un mago superiore al Dottor Fate. La verità è che hanno snaturato il senso stesso e l’etica dei personaggi usati, citando decine di storie senza averne compresa neanche una. E questo è uno scandalo. Il film può piacere su base emotiva, ma già a livello razionale o solo filologico (anche solo interno) c’è da piangere, e tanto…