Classe 1987. Pugliese, da Martina Franca (TA). Fumettista e illustratore. Dal 2009 collabora con diverse case editrici italiane ed estere come autore completo, illustratore e inchiostratore. È a Lucca presente con il numero 1 di Davvero (Star Comics) che ha interamente disegnato. Il suo blog è www.postcardcult.com/canale.asp?sezione=60
Sei professionalmente al debutto. Ci faresti un rapido riassunto dei tuoi studi e delle tue passioni relative al mondo del fumetto?
I primi studi sulle arti visive e grafiche avvengono con la frequentazione del Liceo Artistico. Ottenuto il diploma di maturità artistica nel 2006 decido di trasferirmi a Roma per frequentare il corso di fumetto presso la Scuola Internazionale di Comics, della durata di tre anni. Dopo di che ho cominciato a esercitare la professione prima come art assistant e successivamente individualmente (anche come autore completo). L’interesse e poi l’amore per il Fumetto si sono sviluppati durante gli anni del liceo, evoluzioni dirette della passione per il disegno che ho praticamente dalla nascita.
Del medium fumetto apprezzo la sua varietà di generi e la costante evoluzione, fattori che hanno reso quest’arte accessibile a tutti dal secolo scorso ad oggi. Attualmente non ho un genere che prediligo, mi basta che la storia sia d’effetto e i disegni siano molto ben fatti.
Osservando i disegni di professionisti come Hughes, Paquette, Hitch, Bocci o Pagliarani trovo l’ispirazione giusta e la voglia di migliorarmi ad ogni nuova storia alla quale lavoro (ma spesso ho solo voglia di uccidermi).
Da un punto di vista strettamente tecnico, la parte che più apprezzo del mio lavoro è l’inchiostrazione.
Ci indicheresti le tappe che hanno scandito il tuo 2011, lavorativamente parlando?
Il 2011, sotto l’aspetto lavorativo, è stato un anno davvero intenso: è cominciato con la realizzazione del terzo episodio della miniserie mistery The Secret di Giuseppe Di Bernardo, pubblicato da Star Comics; appena concluso il mio impegno per la Star sono passato ai disegni del 7° e 8° episodio di Alice Dark di Bartoli & Domestici, per Editoriale Aurea; in contemporanea a questo, in estate ho cominciato a collaborare con lo staff del Foo Fighters Italian Fan Club, realizzando artworks per la rubrica artistica online Foometti; sempre in estate sono stato selezionato da Paola Barbato e Matteo Bussola per la realizzazione del 6° episodio della serie online Davvero, pubblicato a dicembre.
Lo scalino di produzione (parliamo di quantità) tra il 2011 (seppur intenso per un debuttante) e il 2012 appare notevole. Cosa hai pubblicato e pubblicherai in questo anno?
Il 2012 mi piace definirlo come “anno dello sviluppo”, inteso come maturazione professionale dovuta a una maggior presa di coscienza delle mie capacità tecniche. È cominciato con la pubblicazione dei due episodi di Alice Dark tra marzo e aprile. Nello stesso periodo, tornato a lavorare alla Star Comics, ho collaborato coi mitici Riccio Bros. sul loro Legion 75: Walter Riccio mi ha affidato la realizzazione del 4° episodio, sul quale mi sono divertito come un pazzo avendo oltretutto solo metà del volume da realizzare e quindi maggiori possibilità di sperimentare la tecnica del tratteggio a china che tanto apprezzo. È stato pubblicato a maggio ed è il fumetto che fino ad oggi più mi rappresenta stilisticamente e nei contenuti.
A novembre è atteso il 1° numero cartaceo di Davvero (Ed. Star Comics), il fumetto di Paola Barbato che tanto ha fatto parlare di se durante la sua prima fase on-line. Sto disegnando 94 pagine in b/n che racchiudono le vicende narrate nei primi 11 episodi pubblicati sul web, ovviamente con una regia grafica e uno storytelling differenti.
In contemporanea ho realizzato, assieme a un team di fumettisti capitanato da Emanuele Boccanfuso (Nathan Never), alcune pagine del graphic novel “L’eroe dei due mari”, versione a fumetti dell’omonimo romanzo di Giuliano Pavone che sarà pubblicato in occasione della fiera Lucca Comics 2012
Da quanto ci racconti si capisce che la tua “gavetta” attuale passa attraverso il lavoro. Un importante quantitativo di pagine su diversi personaggi in due anni. Ci accenneresti a come il “dover” realizzare un tot numero di tavole in tot tempo e il contatto con gli editor stiano plasmando il tuo modo di approcciare il disegno?
Credo che il metodo di approccio al disegno, dopo tre anni e mezzo di lavoro, stia diventando sempre più legato alle strettissime tempistiche di consegna e perciò stia assumendo caratteri più meccanici e impostati; per esempio da qualche tempo ho cominciato a realizzare le matite direttamente in digitale, con la tavoletta grafica, sviluppandole su una cornice pre-impostata per poi stamparle in ciano pallido e inchiostrarci manualmente sopra. Ciò non da molto spazio alla fantasia o alla sperimentazione, ma mi permette di realizzare anche due volumi di tipo “bonellide” in un anno. Vorrei poter rallentare un pochino, dedicarmi maggiormente ai dettagli, alle anatomie corrette e giocare di più con la gabbia, ma per ora va molto bene così. Gli editor o gli autori delle storie per le quali ho lavorato non hanno mai influito sul mio modo di disegnare, a loro piace come lavoro e mi contattano perché già sanno che il mio tratto si sposa bene con la loro storia. Questa è la base per una collaborazione senza intoppi.
Sei giovane ma da quel che dici e dalla tua produzione recente si denota una fortissima voglia di disegnare ma soprattutto di produrre albi che siano in vendita e possano raggiungere più persone possibili. Hai già stabilito tutte le tappe per la conquista del mondo o ne riparliamo dopo il primo numero di Davvero? A parte gli scherzi, la domanda è: stai impegnandoti fortemente per rendere il fumetto oltre che la tua “arte” anche la tua professione. È una scelta di istinto o ponderata?
Con l’avvento di Davvero assoggetterò le menti dell’intera comunità di lettori di fumetti creando un’orda di guerrieri che spazzeranno via tutto ciò che sbarrerà loro la strada, e alla fine della battaglia mi proclameranno loro Signore e padrone!!!
E dopo questa pallida imitazione di scrittore, rispondo seriamente alla tua domanda. Quasi tutte le mie scelte hanno una base fortemente istintiva, potrei dire che ragiono di più con la pancia che con la testa. Nel lavoro però mi sforzo di analizzare bene ogni scelta che faccio, soprattutto sui rapporti con la casa editrice. Invogliato da una forte passione, lavorando tante ore al giorno e consegnando (quasi) sempre in tempo le tavole sto riuscendo a guadagnare la fiducia degli editor e degli autori, che sono invogliati a proseguire con me le collaborazioni oppure a propormi ad altri professionisti su nuovi lavori.
A medio e lungo termine che obiettivi ti poni stilisticamente?
Rispondere a questa domanda non è semplice. Lo stile e il tratto sono caratteristiche di un disegnatore in costante mutamento ed evolvono a seconda del carattere e dell’esperienza. Non so esattamente che genere di storie o quale artista influenzeranno il mio modo di lavorare fra qualche anno o fra molti. Certamente i miei disegni saranno diversi da quelli che realizzo attualmente, spero che siano migliori e con meno errori di anatomia e prospettiva. Già rivedendo le tavole che ho disegnato tre anni fa mi riconosco poco nelle scelte delle inquadrature o nel modo in cui recitano i personaggi.
E professionalmente?
Questa è più semplice! Vorrei lavorare per la Sergio Bonelli Editore, più nello specifico mi piacerebbe mettermi alla prova su Dylan Dog o su serie nuove come Saguaro o il fantasy di prossima pubblicazione Dragonero (ho apprezzato molto il graphic novel di qualche anno fa). L’estero attualmente non è tra gli obiettivi che mi sono prefisso, seppur abbia già avuto brevi esperienze come inchiostratore per la IDW Publishing. Certo non rifiuterei una proposta dall’America o dalla Francia se si presentasse l’occasione, ma attualmente miro al mercato italiano. A livello personale vorrei migliorare le mie capacità imprenditoriali, riuscire a gestire insieme vari progetti dando il massimo su ognuno di essi, non limitare il mio lavoro solo all’editoria per fumetti ma ampliare il raggio d’azione.
Parliamo del fumetto (Davvero) che ti vede come disegnatore del numero 1, presentato a Lucca e in edicola subito dopo. Oneri, onori, responsabilità… Quanto sei stato coinvolto dal progetto?
IL MIO PRIMO NUMERO 1. Sono emozionatissimo e molto contento di realizzarlo. Paola e Matteo (Barbato e Bussola) hanno riposto molta fiducia in me, fin dal mio esordio lo scorso dicembre sulla serie online. Davvero non si limita solo alle 94 pagine che il lavoro richiede: è un gruppo (setta!!!) di amici e colleghi coi quali passo il tempo “virtualmente” quasi ogni giorno discutendo di lavoro, esaminando tavole, sparando minchiate buona parte del tempo; a volte ci si incontra per delle rimpatriate goliardiche ai limiti dello sberleffo.
Tornando a Davvero-lavoro (altrimenti sembra che noi fumettisti siamo solo dei casinari nullafacenti che stanno sempre collegati a feisbuc), il fumetto sta richiedendo un impegno notevole: gli esterni milanesi che devono raccontare in maniera credibile il trambusto di questa grande città; la notevole quantità di personaggi che interagiscono con la protagonista, Martina Ferrari, e che non devono risultare scontati né somigliare l’uno all’altro; riuscire a rappresentare gli stati d’animo di Martina anche con semplici gesti delle mani o la posizione della testa. Per fortuna ho dalla mia parte una sceneggiatura dettagliatissima e un team che mi sta dando un aiuto pazzesco.
Spero che i lettori che acquisteranno il fumetto a Lucca e nelle edicole percepiscano questi elementi sfogliandone le pagine, sarebbe una bella soddisfazione.