Vertigo Voices: Grant Morrison

Vertigo Voices: Grant Morrison

Dio viene ucciso durante una rappresentazione teatrale. L’unica possibilità di autorealizzazione per un’adolescente inglese è darsi ai crimini più insensati. I simboli non sono affatto a prova di proiettile, nel mondo di Grant Morrison

L’iconoclasta Grant Morrison da Glasgow, consolidata rock star del mondo del comicdom anglosassone, in un white album a fumetti contenente due storie autoconclusive di alcuni anni fa, emblematiche della sua controcultura.

“Il Mistero di Dio” , già edito in passato dalla Magic Press, è un moderno esempio di giallo whodunnit nel quale si cela una rilettura fortemente laica e simbolista della mitologia liturgica catto-cristiana.

Tutto ha inizio nella piccola cittadina di Townely durante la recita di uno dei Misteri Medievali, antiche forme di drammatizzazione di episodi tratti dalla Bibbia e dai Vangeli solitamente in versi o in lingua volgare (un esempio nostrano: il Mistero Bufo reso famoso da Dario Fo). L’attore che interpreta il ruolo di Dio viene assassinato dietro le quinte, tutti i presenti sono indiziati e chi deve indagare (tale sergente Carpenter, nomen omen) ha a sua volta dei segreti, dei misteri.

Il peso della colpa dell’assassino viene così assunto dal detective: Carpenter vuole avere sul delitto uno sguardo totalizzante, una visione complessiva di ciò che è accaduto. Ma se in ogni dettaglio si ripresenta la messinscena della realtà tutta, abbiamo a che fare con un universo frattale senza fine. In un universo così, il caso non esiste.
Nella presunta morte del Padre Creatore, qualcosa muore in tutta l’umanità e per questo tutta l’umanità è responsabile del deicidio.

“Mi chiedo se Dio ci abbia messi qui per essere gli strumenti della sua morte

I dipinti di John J. Muth (Wolverine/Havok) scivolano continuamente tra reale approssimativo ed immaginario onirico: il teatro diventa più teatro ed anche più tetro passando attraverso il fumetto, contribuendo a rendere ancora più eterea e disforica la narrazione.

“Kill Your Boyfriend”, caratterizzato dallo stile urban cool di Philip Bond (Invisibles), è una satira intrisa di humour nero sul tema della ribellione adolescenziale.
Un’annoiata liceale dalla vita banale e prevedibile incontra un affascinante teppista pronto a tutto, anche ad uccidere il ragazzo di lei per semplice diletto. In un melting pop senza respiro di artistoidi punk, sesso, droghe, attentati terroristici ed inglesissimi bus a due piani, i due giovani assassini nati troveranno l’amore e la libertà, o qualcosa di simile.

Pur se in modo diverso dalla storia precedente, anche in “Kill your Boyfriend” c’è un mistero da svelare: non riguarda l’identità dell’assassino, ma quella dei due giovani protagonisti. “Chi sono io?” è il punto di partenza che porta ogni essere umano dall’adolescenza alla maturità. L’avvertimento scanzonato e provocatorio di Morrison è di non lasciare che siano altri a deciderlo per noi.

Ovviamente, per fare questo, c’è bisogno di un atto irruento, di giustiziare (metaforicamente, almeno) l’albatros che condiziona e costringe i comportamenti e le scelte. “Scuoti forte qualcuno e quello che si pensava essere una personalità comincia a separarsi” è l’euforica risposta dataci direttamente dalla protagonista di “Kill Your Boyfriend”.

Due assoli estremamente interessanti, diversi nelle atmosfere ma esemplari nel delineare lo stile di Morrison, nei suoi vertiginosi virtuosismi pop come nei suoi momenti di intensa riflessione e ricerca spirituale.
Da leggersi prima dell’immersione in qualche opera morrisoniana più lunga o impegnativa (come Invisibles o Batman: Arkham Asylum), o dopo, per approfondire meglio determinate istanze ed analogie con i titoli sopraccitati.

Abbiamo parlato di:
Vertigo Voices – Grant Morrison: Il Mistero di Dio/Kill Your Boyfriend
Grant Morrison, John J. Muth, Philip Bond
Traduzione: Massimo Miato
Planeta DeAgostini, 2010
148 pagine, cartonato, colori – 13,95 €
ISBN: 9788467487282

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