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  • Nella tela del Ragno: intervista a Humberto Ramos

    Nella tela del Ragno: intervista a Humberto Ramos

    A Lucca Comics abbiamo parlato con Humberto Ramos della sua carriera, del suo stile e dell'amore per l'Uomo Ragno.

    26_set-_comosp_-humberto-ramos_internaHumberto Ramos vive e lavora in Messico. Ha iniziato la sua carriera negli anni Novanta, lavorando per la Milestone su Hardware, con Dawyne McDuffie. Dopo alcuni lavori in DC, arriva la svolta grazie ad Impulse, realizzata con Mark Waid, e con la serie creator owned Crimson, realizzata per Cliffangher. Da allora la sua carriera è decollata e ad oggi ha lavorato con Marvel e DC, legando il suo nome a personaggi di punta come gli X-Men e soprattutto l’Uomo Ragno.

    Lucca Comics 2016. Incontro Humberto Ramos nel retro dello stand Panini. Da dietro i suoi occhiali guarda fuori, verso gli ospiti che disegnano per il pubblico e sorride sotto i suoi baffi scuri. Mi avvicino e gli stringo la mano dichiarandogli la mia grande ammirazione, dato che ha disegnato lui la prima storia dell’Uomo Ragno che abbia mai letto.
    “Oh grazie, è un piacere” mi risponde con voce squillante.
    Poi ritorna a guardare fuori, in particolare Silvia Ziche che sta facendo una dedica. I suoi occhi brillano.
    “Questi disegnatori Disney sono semplicemente magnifici!” afferma con ammirazione.
    Ecco la prima impressione di uno dei miei idoli: un grande professionista conosciuto in tutto il mondo che ha ancora l’umiltà e la capacità di stupirsi di fronte al lavoro di altri colleghi, ancora curioso di vedere quanto ci sia nel suo mondo. E così, mentre entrambi guardiamo Silvia Ziche disegnare, possiamo iniziare l’intervista.

    Ciao Humberto, benvenuto su Lo Spazio Bianco e grazie per la tua disponibilità.
    Grazie a voi!

    Partiamo dal tuo ultimo lavoro, ovvero la serie Extraordinary X-Men, realizzata con Jeff Lemire. Hai già lavorato sui mutanti in più occasioni, ma in questo caso hai ridefinito costumi e concept art in maniera radicale. Come sei stato coinvolto nel progetto?
    Allora, quando è finita la mia run su Spider-Man, la Marvel voleva dare una rinfrescata ai suoi titoli come fa di tanto in tanto. Mi hanno quindi offerto di disegnare Extraordinary X-Men, la nuova serie che nasceva dal post Secret Wars, che aveva un team con anche Old Man Logan tra le sue fila. È sempre divertente reinventare gli X-Men, o almeno provarci, perché ci sarà sempre un nuovo look a cui è collegata la serie.

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    Sei stato uno dei primi ad introdurre uno stile ipercinetico nel fumetto statunitense, in linea con le tendenze anni Novanta, per poi sviluppare un tratto sempre più deformed. Quali sono state le influenze e le idee che hanno forgiato il tuo stile?
    Arthur Adams è stato sempre una grande fonte di inspirazione per la mia arte. All’inizio non ero molto attento al mondo dei manga e alle sue influenze, ma lui lo era. Quindi ogni cosa che influenzava lui ricadeva su di me. Arthur Adams è molto interessato ai manga, agli anime, ai grossi mostri giapponesi, quindi questo si è riflesso sin dall’inizio nel mio lavoro. Solo dopo ho iniziato a studiare più attentamente il mondo dei manga. Per quanto riguarda lo stile “deforme” e cartoonesco, penso che sia nato pian piano mentre cercavo la mia voce, il mio stile. E certamente negli anni sono stato influenzato da molti artisti, come Carlos Meglia che aveva un tratto cartoonesco che mi aveva catturato e da cui ho preso una direzione che ha forgiato il mio stile.

    Quali sono gli strumenti con cui preferisci lavorare? Sei un autore legato alla tradizione o sei più portato alla sperimentazione dei mezzi e del digitale?
    No, sono legato alla tradizione. Non ho idea di come usare questi strumenti tecnologici, a parte mandare le e-mail. Mi piace disegnare a matita e lo continuerò a fare finché non mi diranno di smettere.

    tumblr_n3ehkevvdw1rcp7bmo1_1280Dato che lavori da circa trent’anni nel mercato statunitense, come credi che siano cambiati i suoi meccanismi e come si è evoluto il pubblico? Cosa è cambiato in particolare nel tuo lavoro, come ti sei adattato ai tempi?
    Sono 25 anni, mi fai sentire troppo vecchio! [ride]Devo dire che probabilmente i maggiori cambiamenti sono stati Internet e le apps su smartphone e tablet. Essere in grado di scaricare un fumetto sul proprio dispositivo ha cambiato completamente il gioco, ma anche Internet ha cambiato il modo di lavorare e comunicare. Ho sempre vissuto in Messico, e prima dovevo telefonare ogni giorno al mio editor per dargli la certezza che stavo lavorando, dovevo mandare pagine via fax così che potesse controllare il mio lavoro. Il fax è una cosa che voi ragazzi nemmeno conoscete [ride] ma con le e-mail e tutto il resto, il nostro lavoro è cambiato.

    Nel corso degli anni hai lavorato con moltissimi sceneggiatori. Qual è quello con cui hai trovato più sintonia o quello che ti ha colpito di più?
    Salvo alcune piccole eccezioni, ho sempre lavorato con persone che apprezzavano il mio lavoro. Può sembrare sciocco, ma è davvero importante questo, perché alla fine tu, scrittore, vuoi vedere le tue idee realizzate da un artista di cui ti fidi. A volte non succede questo, ma io sono stato fortunato a lavorare con autori che seguivano il mio lavoro, è stato sempre molto semplice. Non ne sceglierò uno, perché ognuno di loro mi ha dato qualcosa nella mia crescita come artista.

    Parlando invece di personaggi, quale è quello a cui sei più legato e quale quello su cui invece vorresti lavorare?
    Spider-Man, senza dubbio. Non posso immaginarmi a non disegnarlo, l’ho fatto in passato e ogni volta ero felice ed ero triste quando ho abbandonato la testata. Forse ritornerò a farlo, lo spero davvero.

    champions_1_coverLa tua carriera è partita nel creator owned e nelle neonate case editrici degli anni Novanta, come Image e Milestone, per poi continuare nel mainstream. Considerate le evoluzioni citate sopra, ti piacerebbe tornare a realizzare storie creator owned?
    Sì negli anni Novanta ho fatto molti lavori creator owned, come Crimson, FairyQuest, Revelations. Mi sono fatto il mazzo. Adesso però sono pieno di lavoro con i personaggi Marvel e mi diverto. Mi piacerebbe fare qualche nuovo lavoro creator owned, ma adesso non ho semplicemente tempo e dovrei dire che sono benedetto, perché avere un lavoro full-time come disegnatore di fumetti è fantastico. Quindi sì, vorrei farlo ma quando…beh, non lo so.

    Ultima domanda: a parte Extraordinary X-Men, su cosa stai lavorando?
    In realtà non lavoro più su Extraordinay X-Men, ho lasciato con il numero 14. Adesso sto lavorando su Champions ed è molto bello perché torno a far coppia con Mark Waid, amico di vecchia data e mentore, uno di quegli autori di cui parlavo prima. Abbiamo lavorato su Impulse, che è stato un tassello fondamentale per la mia carriera, quindi lavorare con lui alla Marvel su questo progetto è esaltante! È un fumetto su un supergruppo con alcuni dei più popolari teenagers della Marvel, come Miles Morales’ Spider-Man, Ms. Marvel, la figlia di Visione, Nova, il giovane Ciclope e il nuovo Hulk. Abbiamo quindi questo gruppo di giovani che provano a capire come essere supereroi e questo è veramente divertente!

    Grazie mille Humberto e a presto!
    Grazie a voi ragazzi!

    Intervista realizzata dal vivo il 29 Ottobre 2016 a Lucca Comics 2016

     

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