Gli Incredibili 2
Nei giorni scorsi, la Pixar Animation ha annunciato il rinvio di un anno dell’uscita di Gli Incredibili 2, atteso sequel del capolavoro di animazione diretto da Brad Bird nel 2004. Molti analisti del grande schermo, però, si sono chiesti negli ultimi giorni se un ritorno della disfunzionale famiglia di supereroi sia alla fine un bene o un male.
Un progetto di questo tipo, infatti, realizzato a molti anni di distanza porta con sé non solo attese, ma anche preoccupazioni, rischi e scommesse molto alte.
Ad analizzare con lucidamente questa situazione è stato Graeme McMillan su The Hollywood Reporter, in un articolo che tocca molti aspetti rischiosi nella produzione di un sequel di questo tipo, soppesando comunque anche gli aspetti positivi che una nuova avventura de Gli Incredibili potrebbe portare con sé.
Partendo dal presupposto che il primo capitolo si è dimostrato una pietra miliare dell’animazione e della cinematografia in generale, McMllan sottolinea che un seguito potrebbe anche diventare un ennesimo capolavoro al pari de L’Impero Colpisce Ancora, Star Trek: L’ira di Khan o Il Padrino: Parte 2, aggiungendo però che forse il franchise su questa simpatica famiglia dotata di superpoteri doveva concludersi immediatamente dopo la fine del primo film.
C’è la tradizionale ansia da sequel. Il “dovremmo davvero tornare?”. Dopo tutto, Gli Incredibili non era un fumetto mensile – si trattava di una storia che era stata strutturata in modo da avere un inizio, una metà e, cosa più importante, una fine. Certo, alla fine ha suggerito avventure future in cui combattere la criminalità, ma in modo tale che quelle avventure era meglio lasciarle alla fantasia; la emozionante (e tematica) storia dei personaggi era stata completata con niente, ovviamente, che potesse rimanere incompiuto per un altro capitolo. Tutto ciò che è venuto dopo è stato un epilogo, o almeno così sembrava.
McMillan da questo punto di vista suggerisce un aspetto veritiero dietro a un progetto come Gli Incredibili. Questa pellicola, quando uscì nel 2004, fornì al pubblico (ma anche agli appassionati di fumetti) una storia originale e divertente, che potesse soddisfare chiunque, senza lasciare dubbi o interrogativi. Era una pellicola sui supereroi lontana dal genere, senza l’obbligo di costruirvi sopra una saga o un franchise, Senza la necessità del cinema attuale di seguire a tutti i costi il programma, sfornando un sequel ogni due anni, o di rimanere intrappolati nei cordoni contrattuali che spingono un regista o un attore a dovere lavorare su un certo numero di film perché costretti da un pezzo di carta. Ma non sono solo questi gli aspetti che preoccupano.
Brad Bird, suggerendo che ‘Gli Incredibili 2’ sarà caratterizzato da idee rimanenti dal primo film non aiuta questa impressione. Forse ciò che ha reso l’originale così efficace è che era affinato verso il basso per rimuovere questo tipo di “altra cose” a cui pensare.
Lo stesso, è vero, si può dire di altri sequel della Pixar. Quanto buoni sono ‘Toy Story 2’ o ‘Alla Ricerca di Dory’, o così essenziali o addirittura divertenti rispetto ai loro predecessori? Ha Cars 2 reso le prime autovetture più profonde? È un tema ricorrente, che non mi lascia molto felice che Gli Incredibili 2 sarà finalmente nelle sale quattordici anni dopo l’originale.
Wonder Woman
Con la diffusione, nei giorni scorsi, del nuovo trailer di Wonder Woman, la Warner Bros, ha dato il via alla campagna promozionale che accompagnerà il pubblico fino all’uscita della pellicola nelle sale USA, il prossimo 2 giugno.
Il trailer, al cui interno vi è molta azione e in cui comprendiamo quale missione la protagonista intraprenderà nel corso della pellicola, ci presenta anche un interessante interrogativo, riguardante le motivazioni che hanno spinto Diana a rinunciare a salvare il mondo fino agli eventi narrati in Batman V Superman: Dawn of Justice, in cui il personaggio rientra in azione, portandola poi a mettere insieme la Justice League con l’aiuto di Bruce Wayne (Ben Affleck).
La frase iniziale “Un tempo volevo salvare il mondo“, con Diana intenta a guardare la vecchia foto che la ritrae con Steve Trevor (Chris Pine) fanno pensare che, forse, un destino non tanto benevolo possa attendere il co-protagonista alla fine della pellicola.
Nel primo film di supereroi interamente al femminile, sarebbe una opzione narrativa interessante quella di presentare la morte dell’interesse sentimentale maschile per motivarne la protagonista femminile fin da subito, lasciando aperte molte porte per la caratterizzazione di Wonder Woman non solo nel sequel ma anche nei successivi film DC Comics.
Da notare che, come con il teaser trailer, anche questa volta il marketing ha optato di scegliere una sequenza finale con Diana e Etta Candy (Lucy Davis), che si prospetta ormai essere il personaggio a cui sarà affidato il lato umoristico e di intrattenimento del film, e che già da queste poche sequenze sembra avere centrato l’obiettivo.
Animazione latino-americana
Nei giorni scorsi, presso il Ventana Sur Film Market svoltosi a Buenos Aires, è stata inaugurata con successo la sezione “Animation!” dedicata all’animazione latino-americana, che ha visto l’acquisto e la presentazione di numerosi progetti, tutti prodotti in Sud America.
Ventana Sur è stata lanciata nel 2009 da Instituto Nacional de Cine y Artes Audiovisuales (INCAA) e da Cannes Market Festival come un mercato dedicato al cinema latino-americano, e la nuova sezione segna l’inizio di una collaborazione con Annecy’s Interantional Animation Film Market (MIFA), considerato il più grande mercato di pellicole e serie animate del mondo.
Ventana Sur può essere uno strumento ideale per aiutare la crescita della produzione dell’animazione in America Latina – ha detto il co-direttore di Ventana Sur Bernardo Bergeret – Animation! è un nuovo obiettivo che si aggiunge alle numerose attività della nostra manifestazione che ha già incorporato il cinema fantastico.
Tra i numerosi progetti presentati è da segnalare The Metamorph, il terzo film di Diego Ayala realizzato in 2D/3D, che narra di due piccoli alieni che vivono sulla Luna nel 1969. Altro interessante film è Aimbo, un progetto in 3D dal budget di 7 milioni di dollari, diretto da José Zelada e prodotto dalla Tunche Films di Lima. La pellicola narra la storia di Aimbo, una ragazza indigena in Amazzonia che scopre che il suo mondo sta per essere distrutto da altri esseri umani di cui non conosceva nemmeno l’esistenza. Mitologiche creature, tra cui una tartaruga gigante, aiuteranno la protagonista nella sua battaglia contro queste persone.
Molti dei titoli presentati indicano chiari riferimenti alla cultura dell’America Latina (riti, personaggi mitologici, paesaggi lussureggianti) per creare una animazione che mette in evidenza alcune questioni chiave – l’ecologia, la diversità – in una regione dove l’animazione è vista come parte di una cultura naturale, una forte differenza rispetto all’animazione di stampo hollywoodiana.