Runaways #1 – Orgoglio e gioia

Runaways #1 – Orgoglio e gioia

"Runaways" di Brian K. Vaughan e Adrian Alphona si presenta come un un fumetto intelligente e divertente, basato su concetti forti come il conflitto intergenerazionale e l'incapacità di comunicare tra il mondo dei padri e quello dei figli.

Runaways#1Dal momento che è un po’ difficile, ma non impossibile, trovare idee inedite per creare nuovi supereroi (sempre che ce ne sia bisogno) i migliori scrittori che si muovono all’interno di questo settore dell’editoria fumettistica americana preferiscono basare le loro storie su concetti originali e chiavi di lettura differenti. Oppure nel rispetto della tradizione (si veda il lavoro di Brian Michael Bendis in Ultimate Spiderman) la rielaborazione di cliché già sperimentati può portare anch’essa a ottimi risultati.
In questi binari si innesta Runaways di Brian K. Vaughan, capace di prendere il meglio di alcuni aspetti dei super eroi anni novanta (le problematiche adolescenziali tipiche dei New Mutants di Chris Claremont o di Louise Simonson) e miscelarli a una narrazione fresca e meno legata a doppio filo con tutto il resto dell’universo supereroistico marveliano; sicuramente un’arma in più per la costruzione delle storie, un po’ meno per le esigenze degli addetti al marketing.

E quindi dove sta tutta la novità di questo titolo così osannato dalla critica d’oltre oceano e che ora possiamo rileggere nella nuova edizione “Collection” edita da Panini Comics?
Prima di tutto, come nelle migliori fiction televisive americane degli ultimi anni, Runaways si basa su un concetto molto forte che è il motore di tutto il racconto (un po’ come in alcuni altri lavori dello scrittore da Ex Machina o Y: The Last Man): i protagonisti adolescenti scoprono fortuitamente che i propri genitori sono tutti dei supercriminali. Cio’ sconvolge le vite dei giovani che, non accettando la realtà delle cose, si ribellano e fuggono da casa.
L’evento in questione mette in conflitto due generazioni: quella dei figli adolescenti che inaspettatamente devono fidarsi uno dell’altro e quella dei padri che non sono ciò che inizialmente sembrano.

Runaways#2

La menzogna che determina la scelta irreversibile che i giovani protagonisti sono costretti a prendere è forse l’elemento più dirompente di tutto il fumetto, anche sul piano allegorico oltre che per la semplice economia del racconto.
E forse qui sta tutto il lavoro di analisi concettuale che si cela dietro alla creazione di una serie così riuscita: il voler parlare dell’incomunicabilità tra due generazioni che sono costrette, dagli eventi e soprattutto dalle rispettive scelte etiche, a prendere due strade differenti. Non è difficile vedere nella disillusa consapevolezza degli improbabili giovani eroi il rammarico per le bugie che il mondo degli adulti costantemente gli propina.

Runaways#3Una tematica che dagli anni 60 (il periodo principe della rottura della subalternità generazionale) si è costantemente riproposta all’interno della società politica e culturale occidentale, tale da prefigurare due mondi separati, incomunicabili e a volte conflittuali. Basti pensare alla retorica guerrafondaia che anima costantemente la politica dei governi, messa in crisi, più nelle intenzioni che nella pratica, da prese di coscienza sempre più ad appannaggio delle generazioni ideologicamente vergini e non ancora corrotte da una visione del mondo basata sul profitto, sulla sopraffazione, sulla violenza.
Bene, stiamo parlando di un semplice fumetto Marvel, ma non vi sembra che tutto ciò possa calzare a pennello nella serie di Vaughan, dove i buoni rifiutano di percorrere la strada che i propri genitori hanno intrapreso? Una scelta consapevolmente ribelle che si pone in contrapposizione con la banalità dell’obbedienza, mai così contraria alla virtù.

Insomma, è quanto mai opportuno accostarsi a certi fumetti con la capacità di vedere sempre due piani di lettura differenti, per meglio saperli apprezzare.
Vaughan ha dalla sua la capacità di saper usare leggerezza e freschezza laddove altri, per le stesse tematiche, sarebbero stati più macchinosi, retorici e poco interessanti; abile nel saper ben raccontare il mondo degli adolescenti in maniera verosimile, come già Ann Nocenti (e pochi altri) aveva ben fatto.
A ciò si aggiungono i notevoli e interessanti disegni di Adrian Alphona che contribuiscono a rendere il primo volume di questa serie statunitense una buona occasione per leggere un fumetto intelligente e divertente.

Abbiamo parlato di:
Runaways #1 – Orgoglio e gioia
Brian K. Vaughan, Adrian Alphona
Traduzione di Pier Paolo Ronchetti
Panini Comics, 2014
144 pagine., brossurato, colori – 12,00€
ISBN: 9788891209924

Clicca per commentare

Rispondi

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *