Roberto Baldazzini, il fabbricatore di capezzoli per l’erotismo in latex

Roberto Baldazzini, il fabbricatore di capezzoli per l’erotismo in latex

Se non fosse già abbastanza caldo in questa estate italiana, ecco tornare Lo Spazio Nudo con un'intervista ad alto contenuto erotico al maestro Roberto Baldazzini: dai suoi angeli di Casa Howhard al fetish, passando per i suoi ricordi d'infanzia e i progetti futuri, direttamente dal lettino terapeutico di Stefania Vian.

Roberto Baldazzini, si è guadagnato l’olimpo degli dei dell’erotismo grazie alla sua curiosità unita al suo talento che gli hanno fatto raffigurare con l’eleganza che lo contraddistingue ciò che prima era riservato all’estremo porno BDSM. Solo lui riesce a raffigurare una bellissima donna con gli occhioni sbarluccicosi imbavagliata con un Kobeauty Ball come se fosse la cosa più naturale al mondo.
Ecco questo è il Baldazzini, colui che ha dato luce a un universo erotico così ampio da aver tirato fuori tutte le pratiche più estreme, dal dolore alla sottomissione fino alla provocazione di rendere normale ciò che per molti non lo è. Provate a fare un salto dentro casa Howhard per capire a cosa mi sto riferendo!

Ma chi è Roberto Baldazzini?

E’ un ragazzo sceso dalla macchina del tempo nell’anno sbagliato, sembra un turista anglosassone con la camicia fantasia fuori dai pantaloni e la matita all’orecchio sempre pronto a prendere appunti di ciò che vede. Appena sceso dalla nave da crociera con gli occhi piccoli ma vivaci e sorridenti com’è la sua anima, elegante e gentile nei modi.

Un vero maestro dell’erotismo italiano.

Benvenuto Roberto nello spazio nudo, è un onore averti come ospite e cercherò di spogliarti come meriti di essere spogliato, anche se adoro le camicie fantasia che usi e che indossavi quando ti ho conosciuto. Ho visto che sei nato a Vignola, famosa anche per le ciliegie oltre che per i tuoi natali.
A me le ciliege fanno venire in mente le tettine e i capezzoli, che viaggiano sempre in coppia. Sei stato contagiato anche tu da questo frutto passionale, che “una tira l’altra”?

Potrei proprio dire di essere nato sotto un ciliegio. Dalle nostre parti la coppia di ciliegie si appende alle orecchie come fosse un pendente e da qui nasce la seduzione della ciliegia di Vignola, la Moretta, la tipica ciliegia rossa, morbida e gustosa.

La donna di famiglia che ti ha ispirato all’erotismo chi è stata?
Una cugina in particolare, e quindi non farò il nome, morbida morbida, avevo una vera e propria attrazione fisica e la ricordo anche ora come l’avessi qui davanti. Non era simpatica ma era così morbida e sensuale che la toccavo con lo sguardo. Cercavo mille scuse per avvicinarla e grazie alla mia “ignoranza” ho avuto più volte l’opportunità di stare spalla a spalla, vicini. Ma c’è un’altra coincidenza che mi lega a questa donna: la lettura di alcuni fumetti per adulti, prima di tutti Satanik; non so per quale circostanza, ma sono certo di ricordare che erano suoi quei fumetti e che li leggeva anche lei!

Scusa se insisto sui capezzoli ma mi hanno sempre colpito molto nei tuoi disegni, sembrano degli imbutini o dei cappuccetti paracapezzoli come se li volessi omologare tutti con il tuo marchio. È così o celano altro?
Beh, il capezzolo è la fonte primaria della vita, quante volte li ho desiderati per saziare la mia fame, quante volte mi sono stati celati prima di poterne disporre a mio piacimento. Sono stati un punto di riferimento esistenziale e sotto il profilo artistico ne ho fatto un simbolo. La caratteristica che descrivi molto probabilmente è dovuta al mio particolare stile che cerca continuamente una sintesi ”perfetta” in qualsiasi composizione e relativi particolari. Ora posso dire, e non solo io, che esiste il capezzolo Baldazzini! E di questo ne vado fiero.

Chi non ti conosce potrebbe pensare che sei un insospettabile dipendente dell’INPS, perché ti sveli solo nel tuo mondo interiore dentro racconti erotici di alta libido e trasgressione. Qual è il tuo canale d’accesso all’erotismo?
Sono sempre stato alla ricerca della felicità… scherzo… alla ricerca di me stesso, per cercare di rispondere alla classica domanda: perché sono qua su questa terra e che cosa ci faccio. L’eros è un passaggio fondamentale di crescita, scoprire le pulsioni più nascoste mi hanno fatto conoscere meglio un me stesso libero da vincoli morali e disposto ad accettare qualsiasi pulsione come un qualcosa di naturale. Il canale di accesso al mio mondo interiore passa per la sua rappresentazione, che poco prima era pura immaginazione e alle origini desiderio…

Ho come l’impressione tu sia cresciuto in un ambiente prevalentemente femminile e matriarcale, me lo confermi?
Sì, è così: donne, donne e sempre donne mi hanno circondato di attenzioni, mi hanno anche un po’ stressato, devo dire, ma sono loro che mi hanno cresciuto e alimentato, sono una forza vitale senza precedenti!

La particolarità di Casa Howhard nello specifico è l’invenzione di questi “angeli sessuali”, questi esseri che tu stesso non hai definito trans, ma personaggi ibridi, donne col membro maschile, dediti esclusivamente al piacere fisico. Ti sono mai apparsi in sogno?
Per una strana metamorfosi io sono uno di questi esseri, non sono così femminile e non vivo a Casa Howhard, però lo credo un paradiso possibile in un prossimo futuro.

Negli anni della tua maturità autoriale, soprattutto dalle pagine di Blue, hai dato spazio alle varie declinazioni del fetish al bondage fino addirittura allo scat. concentrando l’attenzione su pratiche sessuali via via più estreme. Questa ricerca estrema viene da estremi rimedi?
Qualcosa l’ho sperimentato direttamente, altro l’ho solo immaginato, ma poi ho visto e capito che quello che avevo immaginato apparteneva a questa terra e quando gli estremi non sono più estremi e diventano possibili e conosciuti per tutti, allora il mio terreno di ricerca si sposta. Credo di avere ambito a questo: condividere punti di vista di carattere erotico e fetish con l’intenzione di divulgare una conoscenza, senza falsi pudori. Non ho mai insistito sullo stesso motivo feticista per tanto tempo, ho cercato invece di attraversarli un po’ tutti.

Beba e le 110 pompe, a parte che ho riso tantissimo per il titolo, ma perché 110 e non 99? C’è una simbologia attinente alla laurea ed al voto 110 e lode o ad un numero che riempie la bocca?
Una semplice citazione “colta” tirando in ballo Le 110 pillole di Magnus, così, un’associazione di numeri e parole. Ma forse c’è di mezzo anche il 110 e lode che nella vita non ho mai conseguito!

La tua evoluzione grafica e contemporaneamente il tuo segno hanno avuto una trasformazione importante nel tempo, sei passato dai neri molto importanti, ai disegni con volti cartooneschi e un segno quasi da ligne claire francese. Il tutto mantenendo una certa raffinatezza grafica che stempera i toni, anche con buone dosi di autoironia: ti sei cambiato d’abito insomma?
Il segno si è modificato nel corso del tempo, sempre con l’intenzione di sperimentare equilibri nuovi sia nel contesto del bianco e nero che con il colore… e continuo a farlo, ora ho scoperta il pennarello ma anche la matita, lo strumento primo della creazione. Un lavoro tutto a matita, a questo ambisco negli ultimi tempi!

La tua prossima donna, come si chiama?
Si chiama Jayne Mansfield! Sto facendo la biografia a fumetti per Glénat, la sceneggiatura è di Jean-Michel Dupont. Un lavoro colossale di ricostruzione scenica e ambientale notevole. Quando ho letto la sceneggiatura mi è piaciuta subito, un carattere brillante come una commedia cinematografica, melodrammatico e anche molto triste. Povera Jayne, che destino, morire a 34 anni in un incidente stradale! Tecnicamente è un lavoro a colori, dove l’apporto del mio segno è tipico e riconducibile alla classica “linea chiara” francese!

Grazie ancora per la tua disponibilità.

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Biografia di Roberto Baldazzini

Roberto Baldazzini (Vignola, 1958) autore di fumetti, designer e storico dell’immagine, si impone negli anni 80 con un segno originale sulle riviste di fumetti d’autore «Orient Express» e «Comic Art», nelle quali pubblica le storie di Stella Noris su testi di Lorena Canossa. Da allora le sue graphic novel sono tradotte e pubblicate in Europa, Stati Uniti e Sudamerica. Contemporaneamente inizia a lavorare anche per la pubblicità, il design e l’illustrazione («Vanity», «Marie Claire»). Nel 1995 inizia la collaborazione con la rivista «Blue» creando vari personaggi e serie a fumetti di carattere erotico come Chiara Rosenberg (testi di Celestino Pes) e Beba. Nel 1997 firma un’importante campagna pubblicitaria per la Tim. Amato da Ettore Sottsass, Moebius e Nanni Balestrini, è considerato uno dei disegnatori fetish più importanti del mondo; i volumi della serie Casa Howhard sono stati tradotti in cinque lingue.  In Francia su testi di Jean-Pierre Dionnet lavora alla serie “Des Dieux et Des Hommes”, pubblicato in Italia da Panini comics. Nel campo della pittura, ha esposto in diverse personali in Italia, in Francia e negli USA, sperimentando elaborazioni digitali del segno e della fotografia. “L’inverno di Diego”, il suo ultimo graphic novel, The Box Edizioni 2013, riporta l’autore su temi narrativi legati alla storia contemporanea della seconda guerra mondiale e su storie a lungo respiro. Come saggista ha pubblicato: Sexyrama – L’immagine della donna nelle copertine dei periodici dal 1960 al 1979 (Coniglio Editore, 2008), e Sofia Loren, rapita dal cinema – I fotoromanzi di Sofia Lazzaro (1950-1952) (Struwwelpeter, 2010). Per la Sergio Bonelli Editore, Baldazzini ha terminato di disegnare un romanzo a fumetti dal titolo Hollywoodland, con i testi di Michele Masiero. Nel 2019 ha firmato un contratto con l’editore francese Glénat per realizzare la biografia a fumetti di Jayne Mansfield.

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Intervista rilasciata via mail ad Agosto 2019. Si ringrazia Andrea Leggeri per il supporto.

 

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