Psiconautas
È stato presentato nei giorni scorsi al San Sebastian Film Festival Psiconautas, pellicola di animazione spagnola diretta da Alberto Vazquez, basato sul fumetto omonimo creato dal regista.
Il lungometraggio, prodotto da Zircozine e Basque Films, segue la vicenda di due adolescenti – Birdboy e Dinki – che decidono di fuggire da un’isola devastata da una catastrofe ecologica. Il film, disegnato a mano, è stato realizzato in Flash e Photoshop, ed è co-diretto da Pedro Rivero, con il quale Vazquez realizzò una prima versione del film in forma di cortometraggio, dal titolo Birdboy, cinque anni fa.
Intervistato nel corso dell’evento dal giornale La Voz de Galicia, Vazquez ha parlato del rapporto tra questo film e il precedente cortometraggio, smentendo che sia solamente una versione estesa.
No, è molto più ampio e complesso di quanto non sia nel corto. La nostra prima idea era già di fare un lungometraggio, ma data la difficoltà di finanziare un progetto del genere con poca attrattiva commerciale, abbiamo deciso di fare un cortometraggio, con cui è più facile presentarsi nei festival.
Questo film ha più qualità del cortometraggio sia a livello di animazione sia a livello artistico, oltre a ciò che riguarda la storia e la narrazione. Si tratta di un grande passo avanti. Il film è stato realizzato in Flash, che è un po’ freddino come programma di animazione. Il lungometraggio è stato fatto in modo tradizionale, disegnando tutto a mano.
Vazquez ha specificato quali sono poi le ragioni che lo hanno spinto a realizzare una pellicola con disegno tradizionale, nonostante l’animazione sia ormai entrata appieno nell’era del 3D e della computer graphic, per poi spiegare i tre anni di lunga gestazione prima che il film vedesse finalmente la luce.
È perché vengo dal disegno su carta e comprendo il mondo in due dimensioni. Il 3D suona come qualcosa di ingegneristico, che non riesco a capire bene. Se ho bisogno di un personaggio che faccia una passeggiata, lo disegno passo dopo passo.
Non è lo stesso linguaggio di quello dei film sui fumetti. Può sembrare simile, ma in realtà nello storyboard è necessario impostare i movimenti di macchina, pensare in formato cinematografico, mentre nei fumetti c’è un modo infinitamente più libero. I tempi della narrazione sono molto più severi nel cinema, è stato tutto molto più complesso.
Parlando poi degli elementi presenti nel film, considerati molto duri per un progetto di animazione, Vazquez ha voluto sottolineare come Psiconautas rifletta molti problemi della vita, per poi evidenziare il fatto che, per occuparsi della realizzazione, abbia dovuto momentaneamente abbandonare il mondo del fumetto.
La vita è difficile anche se le cose buone possono accadere, e questo si riflette in Psiconautas. C’è una storia d’amore, ma anche la malattia, problemi di droga, i personaggi vivono nella spazzatura… Quello che ho cercato di mostrare nel fumetto è una storia, o meglio un antiracconto, una metafora della nostra società dove tutto è possibile. Tutto si è trasferito nel film, che può essere ancora più difficile di quanto fosse il fumetto, ma resta una favola.
La verità è che è occorso molto tempo, senza disegnare fumetti. Quasi sette anni. Ma è stato perché sono stato coinvolto in questi progetti di animazione e perché ho fatto un sacco di illustrazioni, che è quello per cui ho sempre vissuto. Ma il fumetto è ancora la base di quello che sono e la base del mio disegno. Ho imparato a disegnare e raccontare grazie al fumetto, ed è sempre presente in tutto quello che faccio. Prima di fare qualsiasi cosa di animazione penso al fumetto. Quindi, anche se ci è voluto del tempo senza disegnare, non ho mai lasciato.
Fear The Walking Dead
Intervistato nei giorni scorsi da CBR, l’attore Shawn Hatosy, che in Fear The Walking Dead è comparso nel ruolo di Andrew Adams, ha parlato del suo coinvolgimento nella serie e del suo personaggio, un militare che deve aiutare a contenere i primi eventi legati all’apocalisse zombie.
Il suo nome è Andrew Adams. Si tratta di un militare. Il modo in cui mi è stato descritto prima che salissi a bordo è stato che si trattava di un riservista, probabilmente qualcuno che aveva lavorato in un grande magazzino come Best Buy. Viene chiamato all’azione, e non so se ha tutti gli strumenti di cui potrebbe aver bisogno per capire questo tipo di operazioni militari. È un po’ un pesce fuor d’acqua.
Posso dire che è stata una grande esperienza lavorare con il cast e tutti quanti. La maggior parte delle mie scene è con Ruben Blades e Mercedes Mason. È stato molto piacevole lavorare sia a Vancouver che a Los Angeles.
Parlando poi di quali sono gli elementi che lo hanno spinto a partecipare alla serie spin-off di The Walking Dead, Hatosy ha voluto sottolineare non solo la presenza di un grosso gruppo produttivo, ma anche di avere prima parlato con Michael Cudlitz , suo collega nel serial poliziesco Southland, che nella serie principale interpreta Abraham Ford.
C’è il talento dietro la macchina da presa, come gli scrittori e i produttori. Non ho mai interpretato un personaggio in uno di questi show… Quando si combinano grandi showrunner come Dave Erickson con un franchise di provato successo come “The Walking Dead”, è tutto così emozionante. Ecco perché i fan dello show sono così entusiasti. Si percepisce proprio che non potrebbe andare male. Per me, come attore, è stata una decisione facile da prendere.
Non ero un fan accanito. Non avevo visto ogni episodio. Ma, quando me lo hanno proposto, ho parlato con Michael. Mi ha detto “Fallo”, con una voce molto roca. Ecco una persona che sta riscuotendo il successo che ha ottenuto in questa serie. Ho parlato con lui un po’ di tutto ciò.
È difficile concedere un’intervista perché c’è così tanto di cui non posso parlare riguardo alla sceneggiatura. Michael e io avremmo probabilmente discusso anche se non si fosse trattato di qualcosa collegato a “The Walking Dead”. Noi ancora parliamo. Lo rispetto e lo ammiro tanto. In genere parlo con lui di quello che sto facendo in ogni caso, perché mi piace parlare con i colleghi attori sulle decisioni che devo prendere. Così, abbiamo parlato e, ovviamente, lui mi ha dato il via libera.
DC Comics vince causa su Batmobile anni ’60
Nei giorni scorsi una Corte d’Appello americana ha sentenziato in favore della DC Comics in una causa che afferma il diritto alla tutela del copyright sul “personaggio automobilistico” conosciuto come Batmobile.
La controllata di Warner Bros, aveva infatti intentato causa a Mark Towle, un meccanico di Temecula (California) che nel 2011 è stato citato in giudizio per la vendita di repliche a grandezza naturale della Batmobile ispirate allo show degli anni ’60 a e al film del 1989. Towle, che ha venduto queste auto per 90.000 dollari ciascuna, ha sostenuto che la Batmobile è meramente funzionale, un “articolo utile”, definendola più una sorta di utilitaria anziché un oggetto artistico.
I giudici d’appello hanno però deciso che la Batmobile è un elemento sufficientemente distintivo del vecchio show televisivo e dei film di Tim Burton e che la DC Comics non ha trasferito i suoi diritti quando li ha concessi in licenza per la produzione di opere derivate.
Come Batman ha saggiamente detto a Robin: “Nella nostra società ben ordinata, la protezione della proprietà privata è essenziale” – è stato affermato nella sentenza del giudice Sandra Ikuta – Qui, possiamo concludere che il personaggio Batmobile è di proprietà della DC, e Towle ha violato i diritti di proprietà della DC quando ha prodotto repliche non autorizzate della Batmobile come si presentava nel programma televisivo del 1966 e nel film del 1989.
Il giudice ha inoltre enunciato che la Batmobile, come appare nei prodotti di entertainment, ha qualità concettuali e fisiche, ed è sufficientemente delineata per essere riconoscibile come lo stesso personaggio ogni volta che appare.
Oltre al suo status di veicolo altamente interattivo, dotato di gadget high-tech e armi utilizzate per aiutare Batman nella lotta alla criminalità, la Batmobile appare quasi sempre collegata a Batman, con il simbolo di un pipistrello, ali di pipistrello che si estendono dalla parte superiore o posteriore della vettura, parafanghi accentuati, un parabrezza curvo, e emblemi di pipistrello sul veicolo. Questo aspetto è stato un tema costante nei fumetti, nelle serie televisive e al cinema, anche se la natura precisa delle caratteristiche legate al pipistrello sono cambiate di tanto in tanto.
Las Leyendas
La rete televisiva Internet Netflix ha confermato nei giorni scorsi che Las Leyendas (The Legends) sarà la prima serie animata Netflix ad essere prodotta in America Latina. La prima stagione di 13 episodi sarà presentata in anteprima in tutto il mondo esclusivamente sul servizio di streaming nel 2017, e sarà caratterizzata dal lavoro dello sceneggiatore e produttore James Krieg (Spooksville).
Las Leyendas è basato sulla trilogia di successo di film per bambini creato da Anima Estudios – La Leyenda de la Nahuala (La leggenda del Nahuala), La Leyenda de la Llorona (La leggenda della Llorona) e La Leyenda de las Momias (la leggenda delle Mummie) – e sui personaggi creati dal premiato produttore Ricardo Arnaiz.
Ambientata nel 1800, questa stravagante serie è incentrata sulla figura di Leo San Juan, un riluttante ma eroico ragazzo adolescente con la capacità di comunicare con i fantasmi e i mostri. Un giorno, la città natale di Leo svanisce in un’altra dimensione, spingendo il protagonista a unire le forze con un gruppo di disadattati fantasmagorico: Don Andrés, un pazzo ma amichevole vecchio cavaliere; Teodora, una maga dei social media; Alebrije, una creatura mitologica perennemente affamata; e Finado e Moribunda, due vivaci, sempre affascinanti teschi di zucchero candito.
Questa squadra bizzarra si unirà per sconfiggere Quetzalcoatl, un’entità inter-dimensionale che ha cercato di conquistare l’universo per secoli. Leo e i suoi amici viaggeranno su una nave magica attraverso il tempo nei luoghi più famosi e mistici della Terra per combattere le forze del male che minacciano il benessere di tutti.
Aardman sbarca negli USA
Lo studio di animazione britannico Aardman ha acquisito una quota di maggioranza nella società Nathan Love, con sede a New York, in quella che dagli analisti del settore viene definita una mossa che rappresenta il primo passo dei produttori del film Galline in fuga fuori del Regno Unito. La nuova società sarà nominata Aardman-Nathan Love.
Si tratta di costruire un nuovo business a New York per agenzie americane e sentiamo che possiamo farlo in modo più efficace essendo presenti – ha commentato il co-fondatore e presidente di Aardman David Sproxton – La visione di Aardman è quella di essere la società di animazione più ispirata al mondo, agli occhi dei suoi talenti, partner e del pubblico, per le generazioni future.
Nathan Love è stata fondata da Joe Burrascano nel 2007 ed è una società di animazione di New York impegnata nella produzione di pubblicità per marchi quali Kellogg, Kraft, Pepsi, NBC Universal e Nickelodeon.
Questa partnership è molto naturale, i nostri valori e la filosofia sono strettamente allineati, e il potenziale di quello che possiamo fare insieme è incredibilmente stimolante – ha dichiarato Joe Burrascano – Speriamo che agenzie e clienti si sentiranno allo stesso modo, e che nel lavorare con noi avranno accesso a una ricchezza unica di talento ed esperienza nella narrazione.
La Aardman ha già avuto relazioni strategiche con aziende americane in precedenza, tra cui è da ricordare l’accordo con Dreamworks Animation di 250 milioni di dollari di co-finanziamento e co-produzione su Galline in fuga e Giù per il tubo. Successivamente, Aardman ha firmato un accordo di finanziamento e co-distribuzione con Sony.
La società è attualmente al lavoro sull’ambizioso Early Man, una commedia sull’uomo delle caverne che ripercorrerà il primo gioco al mondo del calcio con StudioCanal. Il progetto, con un budget di 50 milioni di dollari è un film stop-frame che vede Nick Park dietro la macchina da presa per la prima volta da Wallace & Gromit: La maledizione del coniglio mannaro.
Genndy Tartakovsky parla di Popeye
Intervistato nei giorni scorsi da Cartoon Brew, il regista Genndy Tartakovsky ha avuto modo di parlare del suo abbandono dell’adattamento cinematografico di Braccio di Ferro, avvenuto lo scorso marzo.
In sostanza, abbiamo fatto uno screening, ed è stato fantastico. Internamente, tutti erano molto soddisfatti. Penso che sia stato anche esattamente ciò che King Features voleva. Abbiamo avuto una grande reazione.
Ma questo è stato durante il culmine del “Sony Hack” [gli attacchi hacker e la diffusione di documenti della major ndr], e sentivo che qualcosa presto sarebbe accaduto. Così, dopo la proiezione, non ho avuto risposte da loro, ed era strano perché tutti erano così positivi. Di solito, ci incontriamo e parliamo, e prendiamo degli appunti. Ma hanno avuto un incontro per conto proprio… Più tardi, sono andato personalmente a vedere Amy Pascal, e le dissi: “Guarda, sono un gran tipo. Posso farlo. Ho solo bisogno di un po’ di informazioni”. E lei disse: “Guarda Genndy, ti vogliamo bene, ma è solo che non ci piace Popeye.”
Credo che stiano ancora sviluppando Popeye, cercando di trovare un modo per farlo, ma non il modo in cui lo stavo facendo io, e credo che fosse molto sincero e rispettoso del modo in cui è Popeye.
Non solo sono quei personaggi erano davvero ben animati, sono stati animati in maniera davvero divertente. Che è una cosa ancora più difficile da fare, ovvero suscitare risate proprio dal movimento. Ma è per questo che sono in questo settore; è ciò che amo. Popeye aveva questo; il modo in cui questi personaggi si muovevano era davvero divertente. Ero così emozionato al riguardo. Quel piccolo test che abbiamo fatto è stato solo un accenno di quello che avevamo programmato.
Infine, alla domanda su un suo eventuale ritorno alla regia del progetto, se le cose dovessero tornare a posto, il regista ha dichiarato:
Non si sa mai. Di solito c’è una ragione per cui un progetto richiede sette anni per andare avanti, ed è a causa di questo tipo di cose. Ora come ora, non vedo come potrebbe tornare al sottoscritto.
Cinebrevi
Una simpatica infografica di TvGuide diffusa nei giorni scorsi, mostra quali sono i serial più attesi a livello politico tra Repubblicani e Democratici, con Supergirl che stravince negli Stati del partito del presidente Barack Obama.