NRDF – Novembre 2020 / Le Short Stories agli Eisner

NRDF – Novembre 2020 / Le Short Stories agli Eisner

Tra le storie brevi in finale all’Eisner 2020 vi sono anche molti webcomics. Un occasione per approfondire le ultime ricerche del fumetto americano.

Il webcomic è ormai una parte importante dei Premi Eisner, e ne abbiamo scritto qualche mese fa, all’indomani dei premi 2020.

Nella rete del fumetto – Agosto 2020: i webcomics all’Eisner

Ma il webcomic appare spesso anche in un’altra categoria, quella delle storie brevi. In questo caso è meno marcata la sperimentazione sulla forma del webcomic, ma la proposta online di molti di questi racconti brevi ci permette comunque un buon colpo d’occhio sulla produzione d’oltreoceano oggi più quotata.

Hot Comb di Ebony Flowers, in Hot Comb (Drawn & Quarterly)

Il racconto che è risultato il vincitore è proprio l’unico racconto non presentato in forma di webcomic. Forse, anche giustamente, si è voluto dimostrare che il racconto breve continua a rimanere anche un genere cartaceo. Inoltre, Ebony Flowers è la prima donna di colore a vincere tale premio. In ogni caso, non tratteremo di quest’opera, che esula in parte dal nostro discorso, ma se ne può leggere una buona recensione qui.

How to Draw a Horse di Emma Hunsinger, The New Yorker

Questa storia mostra un buon uso del verticalismo per raccontare di un innamoramento adolescenziale. La protagonista, per avvicinare la ragazza per cui sente un’attrazione, inizia a disegnare cavalli, di cui l’altra è appassionata. Il segno è minimale, un bianco e nero con vasti spazi bianchi e pochi tratti a delineare con efficacia personaggi e ambientazioni, con un’enfasi sui primi.

The Menopause di Mira Jacob, The Believer

Questo fumetto utilizza invece uno scorrimento orizzontale tra le varie strisce, oltre a introdurre una tecnica piuttosto particolare di rappresentazione. Gli sfondi infatti sono di tipo fotografico, su cui sono inserite le figure dei personaggi disegnati in un essenziale bianco e nero con toni di grigio, con un voluto effetto di contrasto, come fossero ritagliate e incollate sullo sfondo fotografico con un collage. Le immagini, oltretutto, si ripetono spesso, in un effetto fotocopia. L’impatto globale della narrazione comunque funziona.
La riflessione è incentrata sulla condizione femminile: di nuovo, ci troviamo di fronto a un racconto di crescita, dove la protagonista si trova a desiderare la menopausa per sfuggire alle mestruazioni.

Who Gets Called an ‘Unfit’ Mother? di Miriam Libicki, The Nib

In questo caso troviamo di nuovo l’uso del verticalismo, ma il segno è invece artisticamente molto ricco. Abbiamo un realismo molto maggiore e l’uso dell’acquerello, che dona una notevole bellezza alle immagini. Di nuovo un’autrice e di nuovo una storia introspettiva, non – direttamente – sull’infanzia. La protagonista, con elementi autobiografici dichiarati, viene segnalata alle autorità per una presunta trascuratezza nei confronti dei figli e descrive quindi tale esperienza – ovviamente profondamente stressante psicologicamente – inserendola nel quadro generale di tale fenomeno di controllo dello stato sulle realtà famigliari. Di questo fumetto si era già parlato qui.

You’re Not Going to Believe What I’m About to Tell You di Matthew Inman, The Oatmeal

eisner award

Questa storia diverge dall’impostazione prevalente dello slice of life con tratti autobiografici. L’impostazione è verticalista e usa immagini essenziali, caricaturali e molto efficaci, in certi punti quasi affini ai celebri “rage comics” dei meme, per condurre un ragionamento che esula dal fumetto narrativo, e tenta invece di far riflettere il lettore sulla sua percezione, inevitabilmente selettiva, delle informazioni che legge. La storia usa anche il colore, che è ben dosato in chiave espressiva per sottolineare i passaggi essenziali dell’argomentazione sviluppata.

Conclusioni

In generale, come detto, i webcomic di questa sezione non hanno una carica sperimentale forte in quanto tali, ma si limitano a usare questo mezzo espressivo ai fini della storia che interessa narrare. La forma prevalente è quindi un “verticalismo blando” che si presta bene ad essere nel caso segmentato nelle pagine di una pubblicazione cartacea (anche il caso eclettico, a scorrimento orizzontale, rientra nel caso).

Il segno, in prevalenza, mira alla essenzialità (tranne un caso), un tratto tipico del fumetto fin dagli esordi, ma particolarmente accentuato nel webcomic (anche italiano). Le storie, invece, sono virate in questo caso più verso lo “slice of life”, cosa del resto da sempre presente nel webcomic, anche da noi.

In generale, queste storie permettono di avere un interessante quadro delle evoluzioni del fumetto americano, o almeno di una parte di esso comunque ormai molto significativa. Sarebbe interessante storicizzare l’evoluzione di tale visione, come abbiamo già iniziato a fare sul fumetto italiano tramite i premiati del Comicon. Ma questo potrà essere oggetto di un prossimo intervento.

E per questo mese è tutto. Se avete dei webcomic interessanti da segnalare non mancate di farlo, e per altre curiosità e informazioni visitate la nostra pagina dedicata: www.facebook.com/NellaReteDelFumetto.

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