Quale concetto migliore per esaltare l’inventiva di un artista? Quale tema più liberamente interpretabile dello spazio bianco può esistere, a parte forse il suo opposto, l’oscurità?
Per questo abbiamo dato vita a uno spazio dove gli autori possano dare forma alle proprie idee e interpretazioni e, allo stesso tempo, a una piccola celebrazione del nostro sito, che intorno al concetto di “spazio bianco” è nato e che vedeva nel contorno vuoto delle vignette un non-luogo “dove i fumetti sono tutti uguali”.
Ospite di questa puntata è Mattia Ammirati con la sua illustrazione “l’Abisso ai profondi”. Buona visione
l’Abisso ai profondi
Il mio Spazio Bianco è tutto, perché è niente. È gravido, è già li, canta. L’artista si fa abitare da spettri già esistenti. Lo Spazio Bianco è lo spavento di estroflettere un io in una cattedrale piena di fedeli che non ti credono, o che già venerano altri.
Il Bianco è la più felice delle tenebre, lo Spazio è la moneta con cui il respiro interno compra tutte le cose. Come dicevano i surrealisti, “non si dormirà mai”.
Come diceva Nietzsche, “l’abisso ai profondi” – Mattia Ammirati
Mattia Ammirati
Nasce il 29 febbraio del 1988 in provincia di Salerno. Inizia a disegnare da subito, sui muri di casa. All’età di sei anni la sua famiglia si sposta a Perugia, dove più avanti si laurea in Pittura. Da allora espone (Roma, Berlino, Perugia) e si occupa di tutto quello che concerne l’immagine: visual design, grafica, fumetto, illustrazione. Collabora, in questo momento, con Round Robin Editrice e Yogurt Magazine.
Morirò mentre disegno e con la sensazione di essermi dimenticato qualcosa.
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