Comunicato stampa
Il prossimo 24 aprile 2024 uscirà sul mercato statunitense per la casa editrice Mad Cave Studios la miniserie in quattro albi Love me: a romance story, che vedrà il debutto di Francesca Perillo ai testi, affiancata dai disegni del veterano Stefano Cardoselli; i colori saranno di Lorenzo Scaramella e il lettering di Buddy Beaudoin.
New York City, in un futuro lontano. I robot come JoJo hanno preso il posto nei compiti che gli umani non vogliono più svolgere, come guidare un taxi. JoJo è abbastanza soddisfatto della sua vita, ma sente che gli manca qualcosa; poi incontra Gilda ed è amore a prima vista. Ma il percorso del vero amore è accidentato e JoJo lo scoprirà in prima persona quando apprenderà che Gilda è invischiata con la mafia che gestisce la sua amata città e che è molto contraria a questa potenziale unione per i propri motivi.
“Love Me è una storia che parla di possibilità, speranza e diversità. Parla della capacità di aspettare e riconoscere l’amore che viene dopo la realizzazione personale” – ha dichiarato Francesca Perillo – “Infatti, se si è soddisfatti della propria vita, grati per il lavoro svolto, le conquiste fatte e gli amici scelti, nonostante le difficoltà, si può lasciare spazio ai sentimenti veri anche se questi fanno paura e ci mettono di fronte a grandi sfide e strane emozioni. Love me è la storia di tutti coloro che hanno saputo aspettare il vero amore, sul sedile di un taxi o al tavolo di un bar, proprio come è successo a me“.
“Questa è la mia prima storia d’amore. Mi ha reso più paziente nel costruire i dettagli del disegno e contiene molti particolari che spero piacciano ai lettori“, ha dichiarato il disegnatore Stefano Cardoselli. “Mi sono divertito a inserire degli easter egg in molte pagine del fumetto (prendendo un po’ in giro l’autrice Francesca)! Con questa serie ho affrontato alcune nuove sfide, come creare edifici, skyline, prospettive e punti di vista diversi da quelli a cui ero abituato quando ho creato la mia precedente serie Mad Cave (Don’t wind spit in the Wind). La difficoltà maggiore è stata quella di far emergere le emozioni provate da un robot che non ha una bocca per sorridere o esprimere disappunto, ma solo un binocolo per guardare il mondo“.