“Se non l’avessi visto con i miei occhi… ma chi sei, ragazzo? Con una pistola del genere dovresti essere famoso in tutto il west! Sei stato… FULMINANTE!”
“Niente di cui vantarsi… Non potevo fare altrimenti. È tutto.”
(Dialogo tra il postiglione e Red Dust, dopo un duello)
Nel mio unico e bellissimo incontro con Sergio Bonelli domandai al grande sceneggiatore ed editore se ci fosse stato un artista con il quale avrebbe desiderato collaborare. Pochi nomi, ma tra quelli vi era quello di Hermann Huppen. Ed è facile intuirne il perché. Basta guardare le tavole del celebre artista belga per capire e cogliere tutti quei dettagli che piacevano a Bonelli: cura del dettaglio, segno espressivo perfetto per il western, vignette con una particolare attenzione per l’inquadratura, associate ad una libertà compositiva che in un fumetto come Tex di certo non erano possibili, almeno per il periodo in questione. Diciamocelo francamente: il disegno di Hermann è come il west, ha bisogno di ampi spazi per essere incisivo e certi dettagli delle sue tavole sarebbero stati troppo sacrificati nel formato bonelliano. Ci vuole il classico formato francese, che ha la giusta grandezza che serve a valorizzare il lavoro dell’artista.
Comanche è il secondo fumetto della coppia Greg/Hermann dopo il successo di Bernard Prince. Le avventure di Red Dust, il micidiale pistolero che si unisce alla bella Comanche, proprietaria del ranch 666, sono uno dei migliori fumetti western e un altro fantastico esempio di come noi europei, in fatto di fumetti western, abbiamo dato la polvere agli americani. L’impianto del fumetto è classico: la bella proprietaria in difficoltà e un gruppo di amici che la aiuta nelle sue avventure, ma le avventure sono sempre molto godibili, scritte benissimo, piene d’azione e di ritmo e con una trama spesso articolata. Ma la vera “punta di diamante” di questa serie sono i disegni di Hermann: fin dalla prima avventura veniamo catapultati nel west, nei suoi tipici personaggi, nei suoi classici ambienti e l’artista non perde occasione per sfoggiare un talento grafico ed una padronanza del mezzo fumetto impressionanti .
La lunga sequenza sotto la pioggia ne Il deserto senza luce è un esempio perfetto, ma in realtà leggendo le storie di Comanche è impossibile non soffermarsi su ogni dettaglio con cui Hermann costruisce la tavola. In ogni avventura il lettore è letteralmente “ubriaco” delle immagini dell’artista perché in ognuna di esse c’è sempre qualcosa di nuovo; in Hermann non esiste la ripetitività ma la costante ricerca dell’inquadratura e del dettaglio, con i personaggi che si muovono con una naturalezza da far invidia al miglior cinema western. Non possiamo non rimanere stupiti dinanzi a tanta meraviglia artistica, con vignette a tutta tavola che rappresentano la gioia per ogni cultore del disegno a fumetti.
Queste prime avventure riproposte in quest’edizione consigliata, valorizzano in pieno il grande lavoro di Hermann, il lavoro di un artista che ha disegnato tanto, che ha creato tanto e l’ha sempre fatto maledettamente bene, senza mai una caduta di tono in più di 50 anni di carriera. E un po’ come trovarsi a selezionare un numero limitato di tavole per una sua mostra: tra tanto ben di Dio artistico è davvero molto dura riuscire a scovare i disegni più rappresentativi, perchè ogni tavola realizzata da questo artista è praticamente unica e in questo Hermann ricorda autori come Magnus, o Gianni De Luca: artisti che sembravano nati con la matita in mano e che erano disposti a tutto peur di non staccarsene.
Hermann Huppen è nato per disegnare e non smettere mai di farlo. E alla veneranda età di 82 anni non ha smesso di farlo.
Curiosità
Comanche è il nome della bella proprietaria del ranch 666 e nonostante la serie di Greg e Hermann sia intitolata a lei, il vero protagonista simbolo del fumetto è senza dubbio Red Dust, il cui oscuro passato è un po’ il filo conduttore tra le varie avventure. La serie si staccava nettamente dalle altre di genere western anche per il realismo di ogni storia. Della serie, Hermann ha disegnato ben 11 volumi, lasciando poi la serie nelle mani del disegnatore Michel Rouge. Greg invece ha scritto Comanche fino alla quindicesima avventura.
Nel 2016 Hermann ha ricevuto il meritatissimo Grand Prix alla carriera al Festival international de la bande dessinée d’Angoulême.
Edizione Consigliata
Assolutamente splendida questa di Nona Arte e massiccia visto il formato imponente ma questa volta davvero necessario: le tavole di Hermann trovano in quest’edizione la giusta valorizzazione e soprattutto sono pubblicate in bianco e nero. La carta è a grammatura pesante e la stampa perfetta. Le avventure Il Prigioniero e Ricordati Kentucky sono state montate a doppia tavola per pagina, forse perché seguivano uno schema a sei vignette fisso. Certo uno straccio di introduzione o le biografie degli autori sarebbe stato gradito, visto anche il costo elevato del volume, ma ripeto, leggere Comanche in quest’edizione è davvero il top.
Altre Edizioni
Bisogna dire che in Italia questo fumetto ha goduto di un ottimo successo viste le numerose edizioni che nel corso del tempo sono state dedicate ai personaggi di Greg e Hermann. Alla fine degli anni ‘70 l’editore Vallecchi pubblicò una serie di 6 volumi cartonati a colori con le avventure di Comanche, ma la stampa lasciava un po’ a desiderare. Meglio le versioni, sempre a colori, della Comic Art nella serie Grandi Eroi, riproposte sia in versione cartonata che brossurata. Ancora meglio l’albo di Alessandro Editore (che ha pubblicato diversi lavori di Hermann) Il prigioniero.
Nel 2015, la serie è stata tutta ripubblicata in 15 albi cartonbati a colori dalla Gazzetta dello Sport all’interno della Collana Western. Anche GP Publishing ha ristampato Comanche nel 2012 in una serie di albi dal formato piccolo e in bianco e nero.