Conoscenza e scoperta di un autore
Primo incontro: Mazzucchelli inizia a disegnare Daredevil, con i testi di O’Neil. Una sequenza importante di quelle storie appare sulle pagine di Fantastici Quattro della Star Comics. Tanto per cambiare, il buon Matt Murdock è alle prese con la morte di una sua fidanzata. Il disegno di Mazzucchelli è realistico, espressivo, un po’ legnoso, fedele alla lezione di molti autori che lo hanno preceduto. Ma si legge già una ricerca personale che prefigura qualcosa. David non è ancora un autore completo. Mi sfiora tuttavia il pensiero che possa diventarlo.
Secondo incontro: Daredevil – Born Again. In una sequenza straordinaria scritta da Frank Miller, il disegno di Mazzucchelli sembra esplodere per espressività e bellezza. Grazie al meccanismo a orologeria costruito da Miller, David sembra sempre più consapevole della sua tecnica e dei suoi mezzi. Dietro quelle pagine si legge pero’ lo storytelling di Miller, il suo passo.
Terzo incontro: Batman Year One. Secondo capolavoro a firma Miller-Mazzucchelli, quest’opera è un altro gradino nell’evoluzione del disegnatore. Il tratto si fa via via più semplice, assorbe la lezione anatomica di Miller (eredità a sua volta di fumetto giapponese e del lavoro di Roth e di molti altri), diventa incisivo ed espressivo oltremisura, in perfetto equilibrio tra intimismo e dinamicità. Mazzucchelli è maturo. Il disegnatore è al massimo delle sue potenzialità.
Quarto incontro: Città di vetro. In Italia, per anni, non viene pubblicato più nulla di Mazzucchelli. Io stesso me ne dimentico. Lo rileggo, con passione, ma non mi chiedo che fine abbia fatto. Distratto dai vari McFarlane, Silvestri, Lee, ecc. dimentico la sua bravura. Solo un paio di volte ho espresso il desiderio di cercarlo nelle pagine di qualche comic book, ma senza determinazione. Quindi, semplicemente, dimentico uno dei miei disegnatori preferiti. E improvvisamente ricompare, in bianco e nero, in piccolo formato, edito dalla Bompiani, nelle librerie di varia, autore completo! Sintetico, plastico, meno realistico, intimo e a tratti fortemente espressionista, lontano dal mondo colorato dei supereroi.
La riscrittura del racconto di Paul Auster è un nuovo tassello, splendido e assolutamente innovativo, nella crescita artistica di Mazzucchelli.
Invito qualsiasi lettore a reperire queste letture, sprofondarci, riemergere cambiati, pronti per leggere Discovering America.
Topologia e Geografia delle emozioni
Qualche anno dopo, mi ritrovo a confronto con David Mazzucchelli grazie a un volume edito dalla Coconino Press nel 2001, Discovering America, una breve antologia di tre racconti, il più lungo dei quali dà il titolo alla raccolta ed è oggetto di questo articolo (i racconti sono stati originariamente pubblicati negli Stati Uniti nel 1991 sulla rivista Rubber Blankets fondata dallo stesso autore).
In “Scoprendo l’America”, il protagonista, custode di un palazzo, scopre i propri sentimenti, tra paura, illusione e dolore; l’amore come ferita, come squilibrio dell’omeostasi psicologica personale, come forza ingovernabile. In 24 pagine bicromatiche, Mazzucchelli ci offre un intensissimo spaccato di verità psicologica.
Dal punto di vista formale, la storia (della lunghezza di un comic book, ma con quale densità!) ci mostra un autore completo nel pieno del controllo della tecnica narrativa. Ogni vignetta, divisa da una griglia classica, è costruita a partire da una scelta precisa ed essenziale di elementi, ognuno metafora di qualcos’altro. Gli oggetti e gli atti visibili hanno una dimensione psicologico-filosofica, rappresentano cioé la realtà intangibile che costituisce la mente del protagonista. Il tratto è spesso, essenziale, libero da qualsiasi “intelaiatura anatomica”. Mazzucchelli ha ormai abbandonato il realismo dei primi lavori per spostarsi in un mondo totalmente simbolico. La bicromia semplifica le forme, accrescendone il potere evocativo.
Quello che colpisce, come accennato, è la verità psicologica della storia, al servizio della quale si pone la perfetta fusione tra testo e disegno. Per alcune caratteristiche questo Mazzucchelli sembra avvicinarsi ad alcuni racconti di Will Eisner, ma senza l’ironia e il grottesco del compianto maestro. Il giovane protagonista del racconto vive da solo nel seminterrato di un palazzo, del quale è custode, ed è ossessionato da un esperimento: costruire un mappamondo di circa due metri di diametro nel quale il territorio è rappresentato perfettamente. è una ricerca impossibile, i confini tra gli stati mutano, il pianeta è in continuo movimento. E non solo: la difficoltà principale è tradurre una realtà tridimensionale su un mondo bidimensionale, la carta, incollato a una sfera enorme. Meridiani e paralleli guidano la costruzione di una metafora, per certi versi la metafora che da sempre ha ossessionato l’uomo, alla ricerca continua di punti di riferimento. A questo primo spunto narrativo, se ne interseca un secondo: una storia d’amore con una vicina di casa. La mappa del mondo si confonde con la mappa dei sentimenti.
La ricchezza del racconto, come detto, nasce dalle infinite eco che questo tema possiede, sul piano filosofico, psicologico, esistenziale.
La costruzione di una mappa diventa ricerca di controllo, razionalizzazione di un mondo in continuo fermento (la crosta terrestre si spacca, il magma continua a muoversi, le maree vanno e vengono, i confini di stato mutano, le città cambiano nome), tentativo don chisciottesco di governare l’ingovernabile. Meridiani e paralleli, linee immaginarie tracciate da squadre e goniometri, ancora meno possono fare per rappresentare la topologia di una storia d’amore. L’unica immagine a tutta pagina (due pagine, in realtà), intensissima, rappresenta il corpo dell’amata che si confonde tra le pieghe del mappamondo, compenetrazione di cartine geografiche e seni e gambe.
Il protagonista, spaventato dalle proprie emozioni, si interroga sulla topologia: qual è il modo più rapido per raggiungere un punto? Come spostarsi da A a B? Cosa esiste prima di A e dopo Z? L’unica cosa certa, ci dice nel finale, è che partendo da un punto, su una sfera, se ci si muove abbastanza a lungo prima o poi si ritorna al punto di origine. Sta parlando dei tracciati su una cartina, ma implicitamente della sua parabola di vita.
Mazzucchelli suggerisce ogni argomento senza peso, con piccoli segni sulla carta, poche parole. La confusione mentale del protagonista ci cattura pian piano, in modo ipnotico. La ricerca infinita diventa evidente solo nel finale.
Nel frattempo l’autore sembra interrogarsi anche su un altro tema che lo riguarda più da vicino. La metafora topologica e cartografica sembra volerci parlare anche della ricerca di un autore di fumetti: come poter rappresentare la realtà tridimensionale su un foglio? Il fumetto, tra le diverse forme artistiche, è quello che più a fondo può analizzare questo problema, per certi versi paradossale. Come un tempo se ne occupo’ l’arte figurativa, così oggi il fumetto, sdoganato dal semplice scopo ricreativo e d’intrattenimento delle origini, può diventare vera riflessione sul rapporto dell’uomo post-moderno e post-industriale con la realtà, sul conflitto apparentemente insanabile tra verità e finzione, sul senso di una “missione” artistica in relazione alle esigenze commerciali. E su molto altro.
L’attualità espressiva del fumetto, in queste poche, bellissime pagine, viene riproposta con forza, laddove la fusione essenziale di forme e parole, di simboli così lontani, permettono all’autore di riflettere sul senso stesso di una delle attività più antica dell’uomo, quella di costruire metafore e rappresentazioni in grado di interpretare la realtà, di semplificarla, di controllarla. Una sfida che, in effetti, coinvolge ogni giorno ognuno di noi.
Impressiona pensare quali importantissime tracce abbia lasciato l’autore David Mazzucchelli nel panorama del fumetto statunitense e mondiale in così poche opere. è possibile contarle sulle dita di una mano, eppure ognuna di esse rappresenta un tassello di una ricerca espressiva unica e vivissima, che speriamo possa imporsi sempre più nel mare magnum delle pubblicazioni italiane.
David Mazzucchelli
Coconino Press, 2001 – 52 pp., bross., 3 diverse bicromie – 10,32euro
Ricordo infine che la Coconino Press ha pubblicato altri due volumi dell’autore statunitense, ovvero Phobia e Big Man; opere interessanti ma a parere di chi scrive non all’altezza di Discovering America.