Batman, l’eroe da fiaba di Enrico Marini

Batman, l’eroe da fiaba di Enrico Marini

Panini ripropone “Batman – L’oscuro principe azzurro”, opera di Enrico Marini nata da DC e Dargaud che offre una versione noir e autoriale del Cavaliere Oscuro.

Oscuro_principe_azzurro_cover1Dare certe icone del fumetto mondiale in mano ad autori che solitamente realizzano fumetti con un taglio maggiormente autoriale o personale costituisce sempre una sfida interessante per i fumettisti che vengono interpellati in tali operazioni. Il personaggio viene infatti rivisto sotto una diversa sensibilità, libera dagli approcci – per quanto vari – utilizzati nella consuetudine delle sue storie.
Questo può avvenire tramite opere di vera e propria rottura degli schemi oppure, di contro, con un orientamento che non sembra discostarsi molto dalla norma, almeno all’apparenza: nessuno dei due modi è giusto o sbagliato a prescindere, ma nel secondo caso l’artista ha voluto forse calarsi con maggior decisione all’interno del nuovo ambiente di lavoro, decidendo di inserire la propria mano nei dettagli: l’approccio alla narrazione, il tono, i segnali di stile, la personalità dell’autore si infondono all’interno della storia.
È questa la scelta operata da Enrico Marini, fumettista italiano di grande successo nel mercato franco-belga, quando gli è stato proposto da DC Comics (in partnership con l’editore francese Dargaud) di realizzare una storia di Batman.

Il fascino sottile del noir

Oscuro_principe_azzurro_1Una donna si presenta da Bruce Wayne con una bambina di nove anni asserendo che si tratti di sua figlia, nata dopo una notte di passione.
Joker prende la palla al balzo e decide di rapire la piccola per ricattare il miliardario e costringerlo a procurargli un preziosissimo diamante, che sarebbe diventato il suo regalo per Harley Quinn, sfidando parallelamente l’ira di Batman.

Fin dalle basi narrative, Marini dichiara palesemente quali sono le atmosfere che ha deciso di abbracciare per il suo incontro con l’Uomo Pipistrello: quelle di un noir disincantato in cui il protagonista si sarebbe mosso nel doppio ruolo di detective e di “vittima”, incastrato in prima persona nel corso degli eventi.
Questo tipo di influenze non sono certo estranee al personaggio, dal momento che le detective-story costituiscono una buona fetta della letteratura batmaniana, quando non è impegnato in conflitti di carattere cosmico insieme alla Justice League.
L’autore ha quindi deciso di cimentarsi direttamente in uno dei topos classici delle avventure del Cavaliere Oscuro, di cui è un grande fan, rielaborandolo “dall’interno” con il suo approccio alla materia fumettistica.
D’altro canto, l’eleganza insita nel genere narrativo stesso si presta facilmente a un approccio “autoriale” al racconto a fumetti, dimostrandosi un solido punto di incontro tra i comics di Batman e le graphic novel più raffinate.

Oscuro_principe_azzurro_2Sulla stessa linea si pone la scelta del villain da contrapporre all’eroe: Joker è sicuramente l’avversario più noto nella pur ampia rogues gallery che il Cavaliere Oscuro annovera. Al contempo è anche uno dei più complessi da impiegare e da comprendere nelle sue sfaccettature e caratteristiche, spesso contraddittorie. Utilizzarlo può quindi essere un’arma a doppio taglio, nonostante la grande attrattiva che esercita da sempre.
L’autore ce ne offre una visione piuttosto riuscita, ancorché personale: un dandy volubile e facilmente irritabile, ma al contempo capace di sfoggiare una grande calma nei confronti più serrati con chi si mette sulla sua strada. L’elemento forse più dissonante rispetto a quanto siamo abituati a vedere è lo strano affetto che sembra sviluppare nei confronti della bambina rapita, ma il fatto che sia un sentimento pur sempre filtrato dalla mente contorta del freak giustifica il particolare rapporto che sembra voler instaurare.
Il personaggio risulta azzeccato anche nella sua relazione disfunzionale con Harley Quinn: la ragazza è quella che più viene reinterpretata, tra gli abitanti di Gotham City, essendo ritratta con un carattere più scostante, isterico, nervoso e umorale rispetto a quello che emerge solitamente. Considerando il particolarissimo concetto di “sanità mentale” del soggetto, ad ogni modo, questa caratterizzazione non stona di certo e fa risaltare il personaggio, contribuendo a darle un ruolo più importante del previsto nella storia.

Oscuro_principe_azzurro_3Con questo tipo di trama e queste pedine disposte sul campo, sulle prime L’oscuro principe azzurro potrebbe non essere dissimile da tante altre sfide tra Batman e Joker; invece la forza del progetto si riscontra quando si osserva come tale impostazione classica viene messa su carta.
Marini attinge a tutta la sua passione per questi personaggi e al contempo a quella verso un certo modo di raccontare, vincendo la sfida di realizzare una storia perfettamente nei canoni DC e fruibile senza difficoltà da parte del lettore-tipo di fumetti di supereroi, offrendo al contempo una narrazione sofisticata e introspettiva, come si può osservare in tanti piccoli elementi: per esempio mostrare Bruce Wayne come una persona non solo perseguitata dal suo passato, ma anche messo in difficoltà dalla sua doppia vita. La sua stessa condotta sentimentale, sospesa tra le scappatelle del passato e la relazione fortemente carica di erotismo con Selina Kyle, non fa altro che complicargli l’esistenza e tracimare nelle sue attività da vigilante.
Il lavoro su Bruce è molto più approfondito di quanto non possa sembrare a una prima lettura e coinvolge ovviamente anche la sua controparte mascherata, che a un certo punto appare in balia della sua rabbia dovuta alla situazione di stallo in cui è venuto a trovarsi.

Tutte considerazioni che emergono mentre si legge un noir con una bambina rapita e un’indagine da parte del detective in costume da pipistrello, violenta e disperata perché lo tocca su un piano personale. I siparietti con Catwoman, gli scambi di battute con il maggiordomo Alfred o con il commissario Gordon, la rissa con il boss mutante Killer Croc e la stessa Gotham City come sfondo per nulla passivo della vicenda, contribuiscono a caratterizzare la storia in maniera talmente specifica, a livello di atmosfera, da farle raggiungere una cifra stilistica fortemente peculiare pur rimanendo pienamente nel solco della narrazione batmaniana.

Pennellate di Gotham City

Oscuro_principe_azzurro_4Il disegno di Enrico Marini è dotato di una linea elegante e sinuosa che non si trova per nulla fuori posto nell’iconografia dark tipica del personaggio e del suo mondo.

L’approccio grafico ai personaggi risalta nella cura dei dettagli, tanto sui volti quanto nel ritrarre movimenti e vestiti.
Il costume di Catwoman presenta dei “tagli” sulle gambe e sui fianchi mentre gli stivali hanno numerosi lacci con fibbie; Harley indossa un corpetto che ne mette in mostra le forme conturbanti, una gorgiera al collo, una gonna a ruota e calze al ginocchio con reggicalze, mentre il trucco sul viso e i colori perpetuano il gusto circense del personaggio; Joker sfoggia un completo elegante, dal classico colore viola, con bretelle e un grosso fiocco al collo, guanti sempre calzati sulle mani mentre il viso è pittato col solito cerone bianco, ma con un lavoro di pennello grigio attorno agli occhi dall’effetto molto particolare. L’abito viene sostituito da una tuta imbottita, sempre sulle stesse declinazioni di colore, durante l’azione più concitata.

Il disegnatore riesce in questo modo a risultare molto fedele all’aspetto classico di questi personaggi, non rinunciando però a inserti originali introdotti in maniera sensata e capaci di donare quel qualcosa in più, che consente all’autore di darne una propria visione peculiare senza stravolgerli.

Oscuro_principe_azzurro_5L’approccio a Batman risulta invece più convenzionale: il costume del Cavaliere Oscuro è accurato nel mostrare ogni pettorale e addominale scolpito sulla parte davanti, il mantello svolazza in maniera teatrale, il simbolo svetta chiaramente e il mento sotto la maschera appare granitico. Marini ha evidentemente studiato con attenzione fin nei dettagli i fattori di fascino insiti nel batsuit, se ne è impossessato e l’ha riproposto magistralmente pur senza necessità di introdurre variazioni di sorta.

Interessante anche l’aspetto della madre e della bambina. Per i due personaggi più normali della storia non si poteva ricorrere a elementi vistosi, ed è stata l’occasione per inserire un po’ di realtà nella vicenda: la prima appare risoluta, volitiva, dinamica ed emancipata, e per far trasparire queste caratteristiche Marini ce la mostra come una giovane donna indipendente e sicura di sé fin dallo sguardo, serio e fiero, ma anche nell’abbigliamento provocante fatto di shorts di jeans, stivaletti, t-shirt corta sopra l’ombelico e lunghe calze di nylon. Il taglio di capelli, corto e spettinato, contribuisce a presentare sotto un’ottica precisa questa figura.
La ragazzina sfoggia una capigliatura molto simile a quella di sua mamma, e indossa un vestitino verde sopra a una maglietta e delle calze a righe. Al collo porta dei ciondoli a forma di cuore e di stelle e dal suo viso – in particolare dagli occhi – traspare il temperamento ereditato dal genitore ma anche una maggior apertura verso il mondo, data dall’innocenza dell’età.

Oscuro_principe_azzurro_6Un altro splendido risultato visivo è dato da Gotham City: con un occhio chiaramente rivolto all’architettura gotica della metropoli vista nel Batman cinematografico di Tim Burton, l’artista realizza degli scorci mozzafiato della città, soprattutto grazie all’inquadratura dall’alto che è possibile avere tramite il punto di vista del Pipistrello.
I palazzi affastellati gli uni sugli altri che svettano verso il cielo, i tralicci, le cisterne d’acqua, le lunghe strade trafficate e i ponti sospesi sono tutti elementi che connotano con un certo gusto Gotham, riaffermando il carattere noir come e più della trama.
Merito anche del colore: Marini sfoggia una palette cromatica che vira al marrone slavato quando deve mostrare certe vedute, comunicando perfettamente l’atmosfera malata che circonda questo posto.
Quando il protagonista cala nei vicoli, invece, il colore si sposta verso il grigio/azzurro metallico, che si fonde con il blu scuro della notte. In generale si nota un buon lavoro con i contrasti e i giochi di luce, che riescono a contaminare scene e passaggi in maniera suggestiva e riuscita dettando il tono della narrazione: le chiazze di chiarore che bagnano il buio delle vie offrono effetti molto suggestivi.

La griglia si presenta come piuttosto regolare, senza particolari soluzioni “di rottura”: a spezzare il ritmo contribuiscono le occasionali splash page che sottolineano alcuni dei momenti più intensi del racconto.

Batman – L’oscuro principe azzurro flirta fin dal titolo con le fiabe, e si diverte a paragonare il protagonista a quello dei racconti per i più piccoli anche grazie alla visione che ne ha la bimba rapita. Un parallelo audace, forse anche dissacrante ma che cionondimeno nasconde un’interessante chiave di lettura: come altro potrebbe essere decodificata, in fondo, la storia di un eroe che corre in soccorso dei più deboli, vittime di strane creature inquietanti?
Il cavaliere in questione indossa un costume nero e non una scintillante armatura, ma è una differenza futile per la fiducia di una bambina che guarda in alto in attesa del suo coraggioso salvatore.

Abbiamo parlato di:
Batman – L’oscuro principe azzurro
Enrico Marini
Traduzione di Andrea Toscani
Panini DC, 2021
144 pagine, cartonato, colori – 17,00 €
ISBN: 9788828733829

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