Michele Petrucci, uno dei più interessanti, originali e personali talenti emersi negli ultimi anni. Egli fà parte dello studio artistico Innocent Victim, lo stesso in cui sono nati Bonerest e Quebrada, creati da Matteo Casali e Giuseppe Camuncoli. Autore completo e ispirato, capace di donare a tutte le sue opere una sensazione di sospensione, di pensieri e fatti inespressi ma pronti ad accadere, e di donare alle sue storie – dal noir di Sali d’argento al thriller di Keires – una patina di misterioso, di non definito, di onirico. Perfetto complemento per le sue storie, il suo stile di disegno rievoca influenze di Munoz, Seth, Mattotti, con linee che dovrebbero delimitare volti, corpi ed oggetti, ed invece si fanno tremolanti e labili, corpi che appaiono deformati eppure naturali, e volti accentuati in ogni loro particolare fino ad essere unici e riconoscibili.
Numeri rappresenta la seconda uscita, dopo il notevole Road’s End di Bazzani/Dell’Edera, della collana Atmosfere, coraggiosa sinergia tra Magic Press e Innocent Victim: una piena conferma delle qualità di Petrucci.
Numeri è ambientato in uno dei tanti carceri sudafricani, dove si crea un micromondo dotato di regole e consuetudini proprie, e dove la solitudine e la pazzia sono solo il minore dei problemi. A dettare legge sono le gang dei Numeri, riconoscibili dai tatuaggi che ricoprono loro volto e corpo, che regolano e decidono ogni avvenimento al suo interno. Con loro Jumat Moosa dovrà fare i conti, e con la patina di paura, rispetto e leggenda che li avvolge, arrivando a sfidare direttamente il misterioso Dion, temuto stregone a capo dei Numeri. Uno scontro che non potrà terminare semplicemente con la morte di uno o dell’altro.
L’atmosfera della storia è torbida, opprimente, accentuata dal colore ocra che enfatizza ombre dal colore innaturale, e che sembra infondere a tutto il racconto un’atmosfera da tramonto imminente, contrapposto al grigio quasi solare dei ricordi. Il ritmo è lento, pieno di silenzi carichi di attesa, in un crescendo che porta il protagonista ad un finale forse non inaspettato, ma in ogni modo di gran resa.
La collana Atmosfere continua nella sua proposta di fumetto italiano di ottima qualità, numeri unici o miniserie che rivelano parte di un movimento sotterraneo che, al di là dei “bonelliani”, è vivo e pulsante, in attesa solamente di uno spazio dove emergere. Anche dal successo di operazioni come questa della Magic Press dipendono molte delle possibilità di vederne sempre più.