Hey tu porco toglile le mani di dosso…
Un premio al signore che ha riconosciuto la dotta citazione cinematografica. Certo è che espressioni simili sono comuni, proprie del linguaggio quotidiano di ognuno di noi. Ci viene facile, spontaneo definire i nostri simili paragonandoli agli animali; duro come il mulo, stupido come una gallina…
In Liberty Meadows invece la situazione si ribalta. Sono gli animali a tradire e raccontare i vizi, le patologie, le stranezze proprie dell’uomo e dell’uomo soltanto. Frank Cho ci apre le porte di un rifugio per animali, il Liberty Meadows appunto, dove la procace psicologa per animali Brandy e il goffo e timido veterinario Frank si prendono cura di un variegato serraglio. Ne fanno parte Leslie, una rana toro ipocondriaca, Ralph, un orsetto nano da circo teledipendente e spericolato, il timido anatroccolo Truman, il bassotto Oscar e per finire Dean, un porcello ex mascotte di un gruppo universitario, alcolizzato e tabagista!! Attorno a loro ruota poi un gruppo più ampio di comprimari, animali ed umani, a creare il cast di questa satira sull’uomo e in particolare sulla società americana. Ed infatti le strisce di Frank Cho sono colme di riferimenti alla cultura pop americana, dalla musica ai film, dalle trasmissioni televisive ai fumetti dei suoi stessi colleghi ed amici, tanto da rendere necessario l’inserimento di una serie di note alla fine del volume.
L’umorismo è sempre tagliente, a tratti quasi cattivo, e non rifugge nessun argomento, nemmeno quelli tanto temuti dagli autori delle classiche strisce da quotidiano americano, come il sesso, la droga, la violenza… Alterna con incredibile maestria momenti di estremo realismo in perfetto stile comics book, a vignette grottesche e cartoonesche che fanno esplodere l’ilarità. Ma la cosa davvero strepitosa sono i disegni. Cho riversa nelle sue strisce tutta la sua capacità artistica e il suo amore per il disegno, armonizzando perfettamente lo stile umoristico di alcune vignette con altre estremamente realistiche. Anche per questo l’autore è considerato uno dei talenti più poliedrici e dotati del panorama del fumetto mondiale, ed è stato chiamato a collaborare con alcune delle maggiori case editrici americane.
I personaggi del fumetto sono stati quasi tutti da Frank Cho già al tempo del college, nella serie che disegnava per il giornale del campus, The Diamondback, e sono quasi tutti ispirati a suoi compagni di studi. Qui lo notarono quelli del Creators Syndicate, una organizzazione che distribuisce alcune tra le strisce umoristiche più conosciute nel mondo, e che gli permise di far conoscere il suo lavoro in 5 Paesi diversi pubblicandolo su oltre 30 quotidiani. Il controllo che questa organizzazione esercitava sul lavoro creativo di Cho era molto mal sopportato dall’autore, che decise di provare prima la via dell’auto produzione, e di approdare poi alla Image Comics che gli garantisce un controllo totale su quello che desidera scrivere e disegnare.
In Italia invece si registra solo una fugace apparizione delle strisce su Linus, nel 1997, e poi più niente fino al bel volume della Saldapress, uscito in concomitanza della manifestazione Lucca Comics. Qui sono raccolte le prime 400 strisce del fumetto, più una breve introduzione disegnata dallo stesso Cho in occasione dell’equivalente volume pubblicato dalla Image in America. Aggiungete una ottima introduzione del traduttore Andrea Toscani, l’utilissima (quando non assolutamente necessaria) sezione di note di cui si è già fatto menzione sopra, confezionate il tutto con molta cura, tanto da correggere anche le poche imperfezioni presenti nel volume originale, aggiungete una bellissima cover “embossed”, e capirete perché non potete proprio perdervi questo piccolo gioiello che è Liberty Meadows.