Il Punitore: Bentornato, Frank

Il Punitore: Bentornato, Frank

Gart Ennis, Steve Dillon Panini Comics, 2004 - 284pp/col - 15euro

Il PunitoreUsciti dall’avventura folle e provocatoria di Preacher, Garth Ennis e Steve Dillon trovarono presto casa sulle pagine del più violento e moralmente discutibile personaggio della Casa delle Idee. Uomo tra i superuomini, Frank Castle è un veterano del Vietnam che vede trucidata la propria famiglia dalla mala, colpevole di aver visto troppo. Da allora, Castle ha deciso di sfogare la propria rabbia in una lotta senza fine contro tutti i malviventi; ben lontano dalla moralità e legalità dei vari Devil o Uomo Ragno, quella che porta il nostro uomo a chi incrocia la sua strada non è giustizia, ma morte; seminando pallottole, fuoco e distruzione dopo essere diventato il Punitore, Castle sfoga la sua sempre più sfuocata vendetta in una routine di violenza fine a se stessa.

Chiamata da Joe Quesada, oggi editor della Marvel e allora responsabile della linea Marvel Knights, a risollevare le sorti di un personaggio che era finito tra le seconde linee in quanto a qualità delle storie, la coppia inglese ha cancellato rapidamente il periodo soprannaturale del Punitore, impegnato nelle storie precedenti in battaglie tra angeli e demoni, per trasferirvi tutta la loro carica di irriverenza e gusto per l’eccesso che hanno fatto la fortuna della nota serie Vertigo. Bentornato, Frank, il corposo volume della collana Marvel Best, raccoglie il primo story-arc di 12 numeri di Ennis/Dillon. Cattivissimo, violento, senza inibizioni di sorta nella sua guerra urbana, Frank Castle conduce in queste pagine una battaglia cruentissima contro Mamma Gnucci, boss criminale che nulla potrà contro il Punitore, capace di sopravvivere – e non c’erano dubbi – ad attentati, pallottole e giganti russi patiti di supereroi.

La violenza al limite dello splatter, il sangue a fiotti, le mutilazioni, le esplosioni, i personaggi assurdamente disturbanti, tutto quanto viene mitigato dal – macabro – senso dell’umorismo che pervade anche la più truce delle sequenze. Una lettura divertente, pazza e appassionante, una lunga saga capace di regalare momenti di spasso e adrenalinica soddisfazione a quello spirito più violento e gretto che coviamo dentro, una funzione liberatoria che esplode, nelle pagine ben disegnate da Dillon, in tutta la sua potenza.

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